Bologna-Livorno 2-0: l’analisi del match

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logo-bolognaBOLOGNA – Il Bologna non è ancora guarito, l’intrepido sole primaverile che ha avvolto lo stadio Dall’Ara questo pomeriggio non ha ancora scacciato completamente gli acciacchi dell’inverno, ma forse il primo passo verso il definitivo recupero è stato finalmente mosso. 2-0 al Livorno: si torna al gol, si torna alla vittoria, si torna a sorridere, e il finale di stagione ora fa un po’ meno paura.

Lopez riparte dal secondo tempo di Trapani e modella la sua squadra secondo il 3-5-2, Casarini esterno di destra al posto dell’acciaccato Ceccarelli, Morleo preferito a Masina a sinistra, Laribi mezzala e il tandem Sansone-Cacia in attacco. Stesso modulo anche per il Livorno di Christian Panucci, con Jelenic in cabina di regia al posto di Luci e la coppia di ex Siligardi-Vantaggiato per provare a pungere davanti.

Nel primo tempo la gara è piuttosto bloccata, i rossoblù palesano i soliti limiti in fase di impostazione del gioco e i toscani non devono faticare più di tanto per contenere le avanzate avversarie. Gli unici spunti interessanti arrivano, manco a dirlo, da Zuculini, che al 15’ scappa via sulla fascia e con un preciso traversone pesca Cacia a centro area, ma la conclusione volante del numero 9 è troppo centrale. Al 26’ lo stesso argentino, davvero scatenato, mette in mezzo un pallone velenoso sul quale si avventa Sansone, che viene però disturbato al momento del tiro e spedisce sul fondo. Sempre Sansone ci prova al 28’, con un sinistro sporco che non inquadra lo specchio della porta. Piccoli segnali di miglioramento, ma ancora non è abbastanza. Intanto, sul versante opposto, l’unico tentativo degno di nota è quello di Vantaggiato su punizione al 41’, ma la bomba del massiccio attaccante pugliese viene trattenuta in bello stile dai guantoni di Da Costa.

La ripresa sembra piuttosto noiosa, qualcuno teme il solito lento trascinarsi verso l’ennesimo pareggio a reti bianche, invece col passare dei minuti il Bologna si scuote. Al 10’ ci prova Matuzalem con un bel mancino a girare da fuori, ma Mazzoni devia in corner, mentre al 14’ Sansone si conquista un’interessante punizione dal limite: Laribi la scodella sul secondo palo, il portiere amaranto si scontra in uscita con Emerson, la sfera resta lì e Oikonomou è il più lesto di tutti a depositarla nel sacco per l’1-0. Le brutte notizie arrivano però da Maietta, che cinque minuti più tardi è costretto ad uscire per il riacutizzarsi del problema muscolare che lo aveva già tenuto ai box per quasi due settimane.

Entra Ferrari, e successivamente anche Masina al posto di Morleo, e i due giovani si fanno subito apprezzare. I rossoblù continuano a spingere, il Livorno è ormai alle corde e capitola definitivamente 32’: Cacia, fino a quel momento davvero in ombra, serve il compagno di reparto Sansone con una pregevole sponda, e il bomber tascabile non si fa pregare, trafiggendo Mazzoni in uscita con un sinistro chirurgico. 2-0 e tutti a casa. Anzi no, perché c’è ancora spazio, ahinoi, per l’infortunio del trascinatore Zuculini al 37’ (piccolo fastidio muscolare, si spera non sia nulla di grave), per il quasi tris di Cacia al 42’, con una potente rasoiata da posizione defilata, e per il palo colpito dall’ennesimo ex Galabinov al 44’, con una poderosa incornata che tocca prima il legno e poi la schiena di Da Costa prima di terminare a lato.

La strada verso la promozione diretta è ancora lunga, e, come si dice in questi casi, non eravamo dei brocchi prima e non siamo dei fenomeni adesso. Quel che più conta è che oggi sono arrivati tre punti fondamentali, con la squadra che è progressivamente cresciuta e ha lottato fino al novantesimo, realizzando il primo gol in modo fortuito ma legittimando il vantaggio nel finale di gara. Non è un mistero e non è una novità, bisogna crescere sul piano della manovra, bisogna migliorare in concentrazione ed intensità, bisogna trovare continuità di rendimento. Bisogna insomma lanciare al più presto un messaggio chiaro e perentorio a tutto il campionato: siamo il Bologna, e in Serie A vogliamo andarci noi.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]