Polveriera Pescara: il fallimento in Serie A raccolto in sette punti

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La situazione a Pescara non è certo delle migliori, noi proveremo a spiegarvi il fallimento dei biancazzurri in Serie A attraverso sette punti

Polveriera Pescara: Il fallimento in Serie A spiegato in sette punti

PESCARA – La situazione, in quel di Pescara, è al collasso. Dopo i deludenti risultati in campionato la città è stata scossa, per cosi dire, dai fatti di lunedi notte con le auto del presidente Sebastiani che sono state date alle fiamme da ignoti. Uno brutto spot per una città che sta vivendo un periodo calcistico non idilliaco ma, quando un collettivo fallisce, le colpe non vanno ricercate in una persona sola ma sono date da una serie di punti che andremo a snocciolare.

L’OPERATO DELLA SOCIETA’

La fetta più grande della torta la prende la società, con tutti i suoi effettivi, visto che la lezione di quattro anni fa non è servita a cambiare le cose in questo campionato. Stessi errori, stessa costruzione della squadra e stesso modo di operare nelle due sessioni di mercato caratterizzato da una mancanza palese di equilibrio. La cosa che manca alla squadra Abruzzese è un DS da Serie A, in tutti i sensi, visto che Leone, con tutto il rispetto, non ha esaudito i desideri di una piazza che meritava altri risultati. La società ha la colpa di non aver investito in maniera giusta i soldi fruttati dalle cessioni illustri di Lapadula e Torreira.

LE SESSIONI DI MERCATO

Come accennavamo prima, le due sessioni di mercato del club biancazzurro sono state caratterizzate da una grande mancanza di equilibrio e di conoscenza della massima serie visto che da Agosto e Gennaio il Pescara ha disputato la prima parte di campionato senza una punta e, per una neo-promossa, è qualcosa di folle. Acquisti, poco utili alla causa, ne sono stati fatti troppi in estate come quelli di Pepe ed Aquilani che, in rapporto qualità-prezzo, hanno deluso. Pettinari e Manaj possono disputare una buona Serie B, nulla più.

A gennaio la società ha provato a rimediare agli errori proponendo un mercato all’insegna dell’esperienza come dimostrano gli acquisti di Bovo, Gilardino, Stendardo, Muntari ma, solo uno di questi, è sembrato in condizioni accettabili. Gli altri tre acquisti sono stati Kastanos, Cubas e Cerri con i primi due che possono rappresentare buoni prospetti per il futuro (bisognerà parlare con la Juve) mentre al terzo la Serie A sta troppo grande.

MASSIMO ODDO

Una parte di colpa ce l’ha anche Massimo Oddo, reo di non essersi imposto a dovere quando il calciomercato non stava dando i frutti dovuti e non stava portando in riva all’Adriatico i giocatori voluti dall’ex terzino di Lazio e Milan. In secondo luogo il mister paga, forse la troppa presunzione di giocare all’attacco contro squadre ben organizzate e ciniche in ripartenza. Forse, con qualche accorgimento tattico (stile Crotone), il Pescara avrebbe avuto qualche punto in più in classifica ma si sa che nel calcio “con i se e con i ma” non si va da nessuna parte.

LE STATISTICHE

Non potevano mancare le statistiche che, quest’anno, sono logicamente impietose. Il Pescara è all’ultimo posto in classifica con sei punti ottenuti sul campo attraverso i pareggi casalinghi con Napoli, Torino, Samp e Cagliari e quelli in trasferta ottenuti con Genoa e Palermo. La casella “Vittorie” è ferma ad uno ma si sa che quell’uno fa riferimento alla vittoria ottenuta a tavolino in quel di Sassuolo. La banda di Oddo ha pareggiato, dunque, sei partite perdendo le restanti 16 con 19 gol fatti (secondo peggior attacco) e cinquanta gol subiti (peggior difesa) di cui 27 solo tra le mura amiche. In ultimo, ma non per importanza, c’è il capitolo rigori: i biancazzurri ne hanno sbagliati cinque su sette.

GLI INFORTUNI

Non tutto il male viene per nuocere ma, in questo caso, si direbbe di si visto che Oddo non ha mai potuto schierare la stessa formazione per due giornate consecutive a causa degli infortuni che hanno falcidiato la squadra Abruzzese quest’anno. Al comando di questa speciale classifica non può non esserci Bahebeck che, a causa dei numerosi acciacchi, ha saltato 15 partite su 23, è tutto dire. Comica poi la situazione di Bovo e Gilardino: il primo si è infortunato due giorni dopo la presentazione e non è mai sceso in campo mentre il secondo ha giocato con il Napoli e da quel giorno è fermo ai box per un’ipertensione al ginocchio. Alla lunga lista vanno aggiunti poi gli infortuni di Campagnaro e quelli subiti in passato da Zampano e Verre con qualcuno che ha dato la colpa al campo, chissà.

IL MODULO

Il Pescara ha iniziato questa stagione con il modulo dell’anno passato, ossia il 4-3-2-1 tipo con Bizzarri in porta, Campagnaro e Coda centrali di difesa mentre sugli esterni Zampano e Biraghi. A centrocampo Memushai, Verre e Cristante con Benali a supporto di Bahebeck e Caprari.

Le sconfitte, gli infortuni e il malcontento generale hanno portato Oddo a rivedere questo modulo cercando più copertura in fase difensiva con più velocità e cinismo nei contropiedi come dimostra il gol alla Fiorentina, perfetta sintesi del 3-5-2 che diventa 5-3-2 in fase di non possesso con la formazione tipo schierata con Bizzarri in porta, difesa formata da Stendardo, Coda e Biraghi centrali con Crescenzi e Zampano sulle fasce. A centrocampo Memushai e Verre mezz’ali con Bruno in cabina di regia mentre davanti Caprari e Bahebeck. Questo modulo viene usato ad intermittenza ma, come l’altro, non ha dato i suoi frutti.

LA STORIA

Per poter parlare del presente e immaginare il futuro bisogna prima conoscere il passato. Nei suoi ottanta anni di storia il Pescara è stato promosso in Serie A per 7 volte e vanta 8 partecipazioni nella massima serie, includendo questa, il che vuol dire che gli Abruzzesi hanno una media di una partecipazione ogni 10 anni. Andiamo però a vedere come si sono concluse queste sette partecipazioni in massima serie, escludendo questa stavolta:

Serie A 1977-1978: Ultimo posto con 17 punti: 4 vittorie, 9 pareggi e 17 sconfitte con 21 gol fatti e 44 subiti.
Serie A 1979-1980: Ultimo posto con 16 punti: 4 vittorie, 8 pareggi e 18 sconfitte con 18 gol fatti e 47 subiti.
Serie A 1987-1988: Terzultimo posto con 24 punti: 8 vittorie, 8 pareggi e 14 sconfitte con 27 gol fatti e 44 subiti. In quell’anno retrocedevano solo due squadre e l’Empoli, ultimo con 20 punti, aveva cinque punti di penalizzazione.
Serie A 1988-1989: Terzultimo posto con 27 punti: 5 vittorie, 17 pareggi, 12 sconfitte con 28 gol fatti e 43 subiti.
Serie A 1992-1993: Ultimo posto con 17 punti: 6 vittorie, 5 pareggi, 23 sconfitte con 47 gol fatti e 75 subiti.
Serie A 2012-2013: Ultimo posto con 22 punti: 6 vittorie, 4 pareggi e 28 sconfitte con 27 gol fatti e 84 subiti.

Fonte foto: Profilo FB Lazio