Juventus, storia di un dominio incontrastato

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Analisi del dominio e lo strapotere della Juventus nel calcio Italiano nell’arco degli ultimi cinque anni dopo la vittoria di ieri

ROMA – Ancora un altro trofeo da sollevare, ancora medaglie da incorniciare e spumante da stappare. Con la vittoria di ieri sera in Coppa Italia contro il Milan, la Juventus raggiunge quota 10 per quanto riguarda i trofei negli ultimi cinque anni, ossia dalla gestione Andrea Agnelli. Cinque scudetti, tre supercoppe Italiane e due coppe Italia. Questo recita il Palmares della Vecchia Signora. Un dominio lungo più di 1500 giorni e non sembra avere fine ma analizziamo meglio i perché di questa manifesta superiorità.

Chi detiene il potere ha sempre bisogno che la gente sia affetta da tristezza diceva Spinoza. Si ride solo dalle parti di Vinovo mentre in quel di Napoli, Roma e Milano si ride un po’ di meno. Distaccandoci dai luoghi comuni e dalle classiche chiacchiere da bar la Juventus si è dimostrata superiore in tutti i campi. In primo luogo le scelte nel calciomercato con acquisti azzeccati a parametro zero (Pogba, Khedira, Pirlo) mescolati a scelte improntate verso il futuro (Ganz, Mandragora ecc..). Il punto forte della Juve è proprio questo ed ha un nome: programmazione. Concentrarsi già sull’anno successivo se non sui prossimi due/tre anni per evitare rivoluzioni affrettate. Il merito, in questo caso, va dato a Marotta e Paratici che fin ora hanno sempre portato a Torino gente da Juve come, si suol dire, tranne qualche eccezione come Anelka, Bendtner ma si possono contare sulle dita di una mano. Nel calcio di oggi la programmazione è tutto e il saper investire su giovani italiani la dice lunga sulla qualità della squadra.

In secondo luogo i meriti, per quanto riguarda gli ultimi due anni, vanno riconosciuti a Max Allegri capace di ereditare la creatura di Conte nell’anno passato e portarla a vincere campionato, Coppa Italia e fermarsi solo in finale di Champions contro il Barcellona dei marziani. Se il primo anno era stato cosi trionfale, molti non ne attribuivano i meriti all’ex allenatore del Milan. Nel secondo, invece, c’è stata la rivoluzione sul mercato e qui ci sono i meriti dell’allenatore che ha saputo amalgamare la vecchia guardia bianconera come Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Evra, Lichtenstiner con i giovani come Pogba, Rugani, Morata, Alex Sandro, Dybala, Lemina e i nuovi giocatori esperti come Mandzukic, Cuadrado e Khedira. É stato un lavoro lungo come dimostrano le prime dodici giornate da luna park. Poi si è creata la chimica giusta e i bianconeri hanno lasciato le briciole agli avversari, come sempre. Merita una menzione speciale Paulo Dybala, ad inizio stagione criticato per i 40 milioni spesi per lui, forse troppi. Il poco minutaggio datogli da Allegri. Poi l’esplosione, i colpi di genio, l’estro di un talento fuori dal comune che ha già fatto meglio dei suoi predecessori come Tevez e Del Piero al primo anno di Juve. E forse, la numero 21 della Juve è proprio una maglia che infonde magia a chi la indossa, predestinato.

Poi ci sono gli avversari, sempre siano avversari veri. Salvo l’anno del primo scudetto con la lotta serrata con il Milan proprio di Allegri, nei quattro anni avvenire nessuno è stato in grado di competere con i bianconeri. Troppo “deboli” Napoli e Roma per poter stare al passo della Juve e forse anche a causa di una mentalità diversa. Provando a spiegare il tutto con i numeri possiamo notare che nel 2012-2013 la Juventus ha chiuso prima con 87 punti, il Napoli secondo 78. Nel 2013-2014 (l’anno dei primi record) la Juventus ha chiuso il campionato con la cifra mostruosa di 102 punti, la Roma seconda 85. Nel 2014-2015, primo anno di Allegri, la Juve ha concluso ancora al primo posto con 87 punti, la Roma ancora seconda con 70. E’ stato proprio questo appena concluso il campionato che ha fatto vedere a tutti la Juventus vogliosa e sempre a caccia di trofei. 12 punti nelle prime 12 giornate, Napoli, Roma e Inter che scappano. La svolta arriva con il derby vinto al 93′ con un gol di Cuadrado. Da li in poi non ce ne più per nessuno, la Juventus le vince tutte salvo il pari con il Bologna e ammazza ancora il campionato. 91 punti, contro gli 82 del Napoli e 80 della Roma. 24 punti in più dell’Inter, 34 più del Milan, spaziale. Procedendo ancora per la strada delle statistiche, la Juventus, negli ultimi cinque anni di Serie A ha vinto 138 partite su 190, pareggiate 37 e perse 15. 366 gol fatti e solo 111 subiti. Una continuità pazzesca.

Infine troviamo la rosa ampia della squadra con 23 giocatori intercambiabili e i cosiddetti panchinari che posso giocare titolare in ognuna della squadre di Serie A. Il prossimo tassello della Juventus sarà sicuramente conquistare l’Europa che quest’anno è sfuggita ancora per la maledetta serata di Monaco e il non-rinvio di Evra. Anche quest’anno è stato messo in archivio con un altro Doblete e altri record di una squadra che sta riscrivendo la storia del calcio Italiano macinando record su record e, se nessuno saprà contrastarli, il dominio della Juventus continuerà ancora per molto.