Il meraviglioso Pescara di Zdenek Zeman – Il luna park dei sogni

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Il Boemo è tornato sulla panchina degli Abruzzesi esordendo con un 5-0 sul Genoa, la sua storia col Pescara è partita, però, cinque anni fa.

L’estate. Un sogno rincorso mesi per molti, per altri è un eterno dilemma, un bivio che non impedisce di tornare indietro per ripensarci, per tornare nell’oblio in cui ingabbia l’inverno. Già, un oblio, perché in fondo l’estate è una fuga dalla realtà che dura settimane o mesi, è un momento esatto in cui si può trovare la donna della propria vita o una bella occasione da non lasciarsi scappare.

L’estate è il periodo in cui si ripopolano le giostre, congegni che in cinque minuti ci riportano all’infanzia senza nemmeno accorgercene. I giri di giostra però, quando finiscono, lasciano quel vuoto difficile da riempire, quasi impossibile.

La giostra e il sapore del mare sono un connubio che poche volte viene descritto all’interno di racconto con questi che, il più delle volte, risultano essere leggendari o frutto della fantasia di chi sogna di vedere la realtà in un altro modo, distorta ma perfetta. Dicevamo, la giostra e il mare diventano due facce della stessa medaglia in una calda estate del 2011 e già qui si può intuire che tra i due litiganti c’è il calcio ad unire il tutto: quello pulito, genuino ed estroverso.

Pescara, si proprio lei, è una città estroversa che ingloba cosi tante personalità che si perde il conto subito, una città giovane che profuma di mare e speranza, città che vive di pesce, Arrosticini e calcio. Il profumo del pesce giganteggia in città con gli sbarchi nel porto canale ma, quello più importante, avviene qualche centinaia di metri più a sud: Stadio Adriatico.

GLI INIZI

Non è lo sbarco in Normandia, sia chiaro, ma quello del Boemo in riva all’Adriatico. Arriva Zeman. Chiacchiere, mugugni e speranze per un allenatore che ha costruito il suo credo calcistico attraverso il religioso 4-3-3 e si sa che giocare all’attacco piace un po’ a tutti nella città Adriatica. La campagna abbonamenti ricalca alla perfezione il pensiero Zemaniano (4-3-3: io gioco all’attacco) ma la giostra ha bisogno di rodaggio. 14 Agosto 2011, il Pescara affronta la Triestina in Coppa Italia.

I gradoni e le sequenze infinite dei mille si fanno sentire tanto che al primo tempo si registra uno 0-2 inaspettato. Svantaggio che, nel secondo tempo, viene tramutato in pareggio con una doppietta di Insigne. La partita il Pescara però la perde dopo una sequenza infinita di rigori: sembra l’antipasto di una stagione tipicamente Zemaniana, senza equilibri e senza fissi obiettivi.

LA GIOSTRA INIZIA A CARBURARE

La giostra però è rodata alla grande e parte qualche settimana dopo proprio nella città del destino del Pescara: Verona. Città in cui due anni prima c’era stata l’eterna lotta per la B, città che si è distinta per i beceri cori contro i terremotati.  Immobile e un’autorete zittiscono tutti. La nave salpa, procede a grandi passi e il pubblico accorre, accorre per vedere quella banda di undici ragazzini giocare in maniera divina una calcio fatto di leggerezza, verticalizzazioni e tagli con l’unico intento di fare gol, sempre, comunque e dovunque.

Il 4-3-3 trova la sua massima espressione grazie all’estro e la genialità di Verratti a centrocampo con il duo Insigne-Immobile e far compagnia all’eterno Sansovini in un attacco stellare, quasi ingordo anche a match praticamente finito. Ci si diverte in quel di Pescara, la città spinge la squadra e i sogni, giornata dopo giornata, sembrano diventare realtà.

FRANCO MANCINI E PIER MARIO MOROSINI

Ma si sa che, nei giorni freddi, la realtà prende una brutta piega spalancando le fauci del dolore quando  nessuno se lo aspetta.  Nessuno si aspetta le perdite di Franco Mancini, storico collaboratore di Zeman, e Pier Mario Morosini, deceduto in campo in quel bastardo pomeriggio di Aprile. La sofferenza da forza ma al contempo taglia le gambe come forbici impazzite e la giostra sembra incepparsi.  Si piega ma non si spezza perché in una storia da film come questa c’è sempre una situazione che cambia il corso degli eventi e questa arriva prima della sfida contro il Padova: la squadra non vince da settimane e la Serie A si allontana sempre più come un sogno quando si è in procinto di svegliarsi.

Zeman non vuole vedere l’alba di un nuovo giorno già ora e, negli spogliatoi dell’Euganeo, pronuncia  solo sei parole ma lapidarie: “Stasera voglio vincere 5 a 0”. I ragazzi, in blu, vanno in campo e giocano la miglior partita fino ad allora: finirà 6-0 tra gli applausi del pubblico di casa e le lacrime di Zeman, lacrime che solcano quel visto da duro al cui interno si nasconde un animo buono e giovane nel ricordo di chi non c’è più.

LA MERAVIGLIOSA CAVALCATA VERSO LA SERIE A

La restante parte della stagione è un’ascesa senza precedenti con match stravinti, con 18 gol fatti in 6 partite e un calcio da stropicciarsi gli occhi. Pescara intera decolla sognando, come un aereo impazzito, sale battendo il Torino per 2-0 in un afoso pomeriggio di maggio in cui Verratti disegna per Insigne ed Immobile manda in visibilio un’Adriatico stracolmo.

Si sale fino a coronare il tutto il 20 maggio 2012 quando, al Ferraris, la squadra batte 3-1 la Sampdoria: Serie A, dopo 20 anni. Da Galeone a Zeman passando per le varie retrocessioni, il fallimento e la rinascita. Dopo 90 gol fatti e 55 subiti. Dopo i dolori strazianti di Mancini e Morosini. Dopo i 62 gol realizzati dal trio d’attacco I-I-S.  Dopo una giostra impazzita, una giostra dai giri meravigliosi ma non eterni.

Le istantanee della stagione sono innumerevoli come il gol con il Gubbio in cui Zanon, terzino destro, fa segnare Balzano, terzino sinistro. La rete di Immobile da posizione impossibile. La doppietta di Insigne a Bari. Sansovini che stende la blasonata Sampdoria. L’azione irreale contro la Nocerina. Le partite da ricordare contro Verona e Sassuolo, partita al cardiopalma come il copione Zemaniano vuole. I quattro pali di Gubbio e il gol Maniero alla Nocerina che regala il campionato all’ultima giornata, all’ultimo secondo.

L’ARRIVEDERCI E IL RITORNO

Pescara torna a sorridere, festeggia con i giocatori portati in trionfo per tutta la città sopra un grande autobus rosso. Quell’autobus porta quasi tutti verso altri lidi, compreso Zeman. Il rosso del pullman come il rosso della Triestina, li dove è cominciato tutto. Li dove la giostra ha mosso i primi passi verso un viaggio meraviglioso, idilliaco e leggendario. Un viaggio costellato da momenti belli e momenti bui ma con lo sguardo puntato verso il futuro, verso l’estate. Per ricominciare.

L’estate Pescarese è arrivata a Febbraio quest’anno, Zeman è tornato. Forse non riuscirà a salvare il Delfino ma l’estate prossima può diventare il trailer perfetto per un secondo giro di giostra anche se certi viaggi si fanno solo una volta nella vita, un viaggio chiamato Zemanlandia.

Fonte foto: Pescara Calcio