Galliani: “Serie A nell’anno solare, come in Sud America”

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Galliani: "Serie A nell'anno solare, come in Sud America"

Le parole dell’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani nel corso di una lunga intervista concessa a Radio 24.

MILANO – Adriano Galliani, amministratore delegato del Monza, è intervenuto ai microfoni di Radio 24 per fare il punto della situazione sul calcio italiano. Queste le sue parole a cominciare dall’eventuale ripresa: “Dipende dal Governo e non dalle FIGC. Spettano a loro decidere se si riprenderà fra 15 giorni o fra tre mesi. Il calcio non è uno sport come tennis o golf dove ognuno gioca per conto suo. Se ci fermiamo i club italiani, che sono SpA, perderanno 700 milioni di euro in aggiunta ai soldi che le Pay Tv chiederanno indietro perché i soldi già versati sono in percentuale di più rispetto al numero di partite disputate. Se accadesse il calcio collasserebbe senza una ripresa. Sfrutterei questa situazione per fare qualcosa di avveniristico: visto che andiamo incontro al Mondiale del 2022 che si giocherà fra novembre e gennaio, perché non ipotizzare una stagione che segue l’anno solare come fanno in Sud America. In questo modo la stagione attuale potrebbe riprendere anche in autunno chiudendosi prima della pausa per l’Europeo del 2021 e quella successiva da giocare prima della kermesse in Qatar”.

Sul taglio degli stipendi ha aggiunto: “Serve lavorare caso per caso 1:2000 è il rapporto fra il calciatore più pagato della Serie A e quello che guadagna meno in Serie C. E’ impossibile lavorare con uno stesso metodo. Serve trovare una soluzione in base alle varie realtà. In Serie C il 70% dei calciatori guadagna meno di 50 mila euro lordi. Non serve una manovra di sistema, ma qualcosa di mirato. Congelamento delle categorie? Non accetteremo mai di rimanere in C perché questo campionato lo abbiamo vinto e se accadesse ricorreremmo ovunque. Non è pensabile che il Monza possa rimanere in C dopo tutto quello che abbiamo fatto”.

Sullo scontro tra Lega Serie A e AIC ha dichiarato: “Devono capire che conviene a tutti chiuderla nel migliore dei modi, sia ai club che ai giocatori. A Monza ho fatto una cosa molto semplice in accordo col presidente Berlusconi che avrei toccato gli stipendi della prima squadra e dell’allenatore in prima. Tutti gli altri non hanno avuto un euro di riduzione. Ho ridotto del 50% a chi non creava danni particolari e loro hanno detto subito di sì. Non ho chiesto nulla ai massaggiatori o a tutti coloro che avrei messo in difficoltà nella vita quotidiana. Serve parlare con tutti con ragionevolezza, cambiando la percentuale della riduzione in base allo stipendio. Togliere una o due mensilità a tutti manda in crisi le persone. Anche il tanto sbandierato decreto ‘Cura Italia’ andrebbe approfondito bene. Sono 50 milioni a disposizione da suddividere in 600 euro per chi ne fa richiesta. Dividendo queste due cifre si scopre che ad averne diritto, e solo per un mese, sono 83 mila persone. E solo ieri di richieste ne sono arrivate oltre 105 mila”.