Enrico Preziosi: «Gian Piero, ti voglio bene, ma da oggi le nostre strade si dividono»

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Ecco alcune delle principali dichiarazioni del presidente del Genoa Enrico Preziosi nel corso della conferenza stampa in cui è stato ufficializzato l’esonero di Gasperini e l’ingaggio di Davide Ballardini.

RAMMARICO – «L’esonero di Gasperini rappresenta una mia sconfitta personale. Forse non avrei dovuto iniziare il quinto anno con lui. Sono qui a raccontare di una storia che finisce, la vivo in modo doloroso ma non patetico. Riprendendo le parole di Rossella O’Hara: “Domani è un altro giorno”».

LA DECISIONE – «Se avessi ascoltato il cuore non avrei mai preso questa decisione, ma di pancia ho capito che era arrivato il momento di intervenire. Il mister è dispiaciuto quanto me ed io più di lui. Dopo il Chievo ero molto arrabbiato».

CAUSE – «Alla base del divorzio non ci sono motivi personali. Qualcosa non andava già dalla fine dell’anno scorso. Il mister ha valori tecnici, qualche volta non ha avuto quelli caratteriali. Mai dire mai, nella vita ci sono sempre andate e ritorni. A volte certe frasi e comportamenti lasciano una piccola traccia che andava approfondita e rimossa ma a volte pensi che non sia così importante. Questa notte non ho dormito neanche un paio d’ore. Mi rivedrò con il mister con calma: faremo colazione assieme».

RINGRAZIAMENTI – «Voglio ringraziare mister Gasperini per le tante gioie che ci ha dato, la promozione, la salvezza tranquilla al primo anno di A con un organico non esaltante, la Champions League sfiorata. Gian Piero, ti voglio bene, ma oggi le nostre strade si dividono. Gasperini non l’ho inventato io ma l’ho portato al calcio che conta».

BALLARDINI – «E’ un po’ che ci penso e che ho preso informazioni. Ha un curriculum non molto lungoma ha avuto presidenti terribili, nel senso buono, come Zamparini, Cellino e Lotito. E’ sempre stato un aziendalista, cosa che qui è un po’ mancata. Ho visto ottime partite conn il Palermo e con il Cagliari. Non è più un ragazzino, trasmette serenità, è la persona adatta. Lo stipendio lo prendeva lo stesso ma voler tornare a lavorare gli fa onore».

CAMPIONATO – «Il Genoa ha uno dei sei, sette organici più competitivi d’Italia. La fretta di raggiungere qualcosa di importante ci ha portato a fare cose dispendiose inutilmente. Qui non c’è posto per fare le comparse o le belle statuine»

GASPERINI – SQUADRA – «Un allenatore che allena venticinque giocatori non li ha mai tutti e venticinque con lui. Non può contare su un’alleanza totale. I ragazzi fino all’ultimo non hanno saputo nulla. La notizia ha avuto l’effetto di uno shock: la maggior parte era dispiaciuta, qualcuno contento. Ok un momento di tristezza ma non deve diventare un alibi».

TIFOSI – «Non alleno i tifosi, devo pensare al bene del Genoa, se poi sono contenti mi fa piacere. La mia responsabilità è quella di dare un aspetto credibile e dignitoso alla società, non posso dar seguito al consenso o al dissenso dei tifosi. Chi oggi parla di “Gasperson”, l’avrebbe esonerato quando fece due punti in sette o nove gare».

PALERMO – «Ho visto l’atteggiamento di una squadra destinata a perdere ed è faticoso accettarlo. Il primo tempo è stato orribile: fosse finito 3-0 o 4-1 non ci sarebbe stato nulla da dire. Dopo i primi dieci minuti ho capito che noi eravamo diventati pecore e loro lupi. E se ti fai pecora gli altri ti mangiano. A sette minuti dalla fine ho smesso di guardare la partita, e questo la dice lunga».

[Claudio Baffico – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]