Lazio, prima emergenza: allarme Floccari, Rocchi in pre-allarme…

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FORMELLO – La prima emergenza della stagione. Si sa, nel calcio come nella vita, i guai sono spesso ben accompagnati da altri grattacapi. Quelli che dovrà affrontare Reja in vista dell’ultimo impegno del 2010 si concentrano in particolar modo nell’apparato difensivo (ma non solo), il primo del campionato fino alla sconfitta di Torino contro la Juventus. Il colpo di testa di Chiellini ed il pasticcio al fotofinish marchiato Cavanda-Muslera hanno retrocesso la retroguardia biancoceleste al terzo posto nella speciale graduatoria. Per una notte (ma che notte), l’organizzazione difensiva, fin qui il punto di forza laziale, si è trasformata in anello debole e causa dello stop beffardo.

Ma i banchi di prova non finiscono mai e quello contro Di Natale-Sanchez e soci di certo non può rappresentare un cuscinetto sul quale adagiarsi. Ancor di più se si devono fare ancora i conti con l’assenza di Radu (obiettivo rientro il 6 gennaio a Genova), i dubbi riguardanti Biava e Garrido ed lo stop disciplinare di Brocchi, tassello fondamentale per l’equilibrio complessivo della squadra in fase di non possesso di palla. Se a questo si aggiungono le naturali ripercussioni psicologiche che il giovane Cavanda sarà costretto a gestire dopo l’epilogo di Torino, il quadro è completo.

STOP FLOCCARI CONFERMATO, ROCCHI IN PREALLARME – Anzi no, c’è di più, questa volta in attacco, dove va sciolto il nodo relativo a Sergio Floccari, che ieri si è fermato per un problema alla caviglia sinistra, cimentandosi nell’incontro di basket a sfondo benefico andato in scena al Palalottomatica. Incredibile, verrebbe da dire. E’ il segno che quando la ruota della fortuna ti volta le spalle può accadere davvero di tutto. La conferma dello stop è arrivata ieri poco dopo l’ora di pranzo, quando l’attaccante di Nicotera si è sottoposto presso la clinica Paideia agli accertamenti diagnostici del caso, che hanno evidenziato una distorsione. La società, tramite un comunicato, non ha né specificato il grado, né i possibili tempi di recupero. Si è limitata ad informare dell’inizio di un protocollo terapeutico riabilitativo che probabilmente lo costringerà ai box minimo per due giorni. Questa è l’ipotesi più ottimistica. Una cosa è certa, come si dice in questi casi l’allarme è scattato. In rampa di lancio per l’eventuale sostituzione del numero 20 c’è Tommaso Rocchi, che non indossa la maglia da titolare in campionato dal lontano 7 novembre. Era il giorno più atteso, quello del derby, quando restò in campo per i primi 45’, dopo i quali consegnò la staffetta a Mauro Zàrate. Da quel pomeriggio non è più tornata indietro, ad eccezioni di sporadiche apparizioni: 4’ contro Cesena ed Inter, 6’ contro il Catania, 9’ a Parma, nessuno con Napoli e Juventus, per un totale di 26’ in 6 gare. Ora la chance di tornare in corsa e di rimettersi sul braccio la fascia di capitano ceduta suo malgrado a Mauri.

CURE PER BIAVA, MA C’E’ OTTIMISMO – Riavvolgendo il nastro degli inconvenienti e tornando alla difesa, trapela ottimismo sul possibile recupero di Biava, uscito in barella a Torino a causa del riacutizzarsi del problema alla caviglia sinistra, che lo sta tormentando da tre settimane. Questo pomeriggio il difensore bergamasco si è limitato ad effettuare delle cure fisioterapiche in palestra; dovrebbe avvenire lo stesso anche nella giornata di oggi, dopo la quale lo staff medico biancoceleste tirerà le somme e deciderà se riconsegnarlo al gruppo. Lo stesso iter era stato percorso prima degli incontri con il Catania, Inter e Juventus: in quelle circostanze la caviglia ha sempre reagito bene, permettendo al difensore di scendere puntualmente in campo. Dovrebbe accadere lo stesso anche in quest’ultima gara dell’anno. In caso contrario è pronto ancora una volta Diakitè, che ha ormai superato nelle gerarchie Stendardo. Il dubbio resta, ma alla fine Biava dovrebbe stringere i denti e collocarsi al centro del pacchetto difensivo insieme a Dias. A destra ci sarà ancora Lichtsteiner (diffidato così come il brasiliano ex San Paolo) che ha ormai declinato la possibilità di fare le veci di Radu sul settore mancino, dove a meno di colpi di coda di Garrido si muoverà ancora una volta Cavanda (l’alternativa Del Nero è considerata troppo offensiva).

GARRIDO ANCORA IN RITARdO, CAVANDA VERSO LA CONFERMA – Il belga-angolano non ha passato l’esame Krasic, è stato lo stesso Reja nel post-gara a sottolineare le sue ingenuità di gioventù, ma le opzioni a disposizione del goriziano scarseggiano. Il terzino basco, infatti, è ancora alle prese con i postumi dell’infiammazione al tendine d’Achille emersa dopo i 90’ di Coppa Italia contro l’Albinoleffe. La scorsa settimana erano stati evidenziati miglioramenti che gli hanno consentito di lavorare sul terreno di gioco, seppur in modo differenziato rispetto al resto della compagnia; questi giorni, invece, dovrebbero essere quelli del suo definitivo “reintegro” nel gruppo. Ma il condizionale è d’obbligo, visto che anche nel corso della ripresa di ieri si è dovuto accontentare di allenarsi a parte e di sottoporsi a cure. Sintomo di una condizione generale ancora tutta da ritrovare. Magari nel corso dei giorni tornerà a svolgere anche la parte tecnica con il pallone; potrebbe essere testato nelle partitelle, proverà ad entrare in ballottaggio ed a convincere Reja, ma la sensazione è che necessiti di un ricondizionamento atletico ulteriore, che solo la sosta natalizia potrà garantirgli. Nel corso della settimana si vedrà, ma ad oggi le possibilità che contro i friulani venga confermata lo stesso quartetto di Torino sono molto alte.

LEDESMA-MATUZALEM PER LA QUARTA VOLTA – Complice lo stop disciplinare di Brocchi, varierà certamente la coppia mediana che sarà chiamata a stazionare davanti la difesa: per la quarta volta in stagione Ledesma e Matuzalem partiranno in tandem dal fischio d’inizio. Era già successo all’esordio contro la Sampdoria, a Firenze ed a Cesena, senza dimenticare l’ora di gioco sontuosa sfoderata all’Olimpico contro il Napoli. Geometrie e senso tattico il primo, qualità nel fraseggio e maggiore propensione nella costruzione del gioco il secondo, che sarà titolare per la terza volta consecutiva, la quarta nelle ultime cinque partite. Una coppia dall’alto tasso tecnico che renderà ancor più raffinata la manovra della squadra di Reja, pronto a ripresentare l’assetto tattico delle ultime 6 uscite. 4-2-3-1 con la linea dei trequartisti composta da Mauri, Hernanes e Zàrate. Il numero 10 argentino, uscito claudicante contro la Juventus per una botta alla coscia rimediata da Felipe Melo, ci sarà. Potrebbe tornare a disposizione anche Pasquale Foggia: la contrattura muscolare accusata 10 giorni fa è in via di smaltimento.

ALLENAMENTO ODIERNO – Dopo una prima fase di riscaldamento, i biancocelesti sono stati divisi in tre gruppi per una esercitazione sul possesso palla. Chiusura dedicata ad una partitella in famiglia di 25 minuti, alla quale non hanno preso parte coloro che sono scesi in campo domenica, che si sono limitati ad una sessione di scarico. A ripresa è prevista per oggi con la consueta doppia seduta del mercoledì; da giovedì in poi, il programma potrebbe prevedere una variazione di rispetto al solito canovaccio: allenamento in tarda mattina per prendere confidenza con l’orario della gara con l’Udinese (12,30).

[Daniele Baldini – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]