La Lazio è al quinto posto insieme con la Fiorentina, a un punto dal terzo posto della Juventus, a 4 dal Milan… Guardare più in alto fa male a chi non è abituato da qualche tempo a certe altitudini. All’inizio della stagione probabilmente non ci avrebbe creduto neppure Lotito, l’unico a sostenere che Zarate non era una scommessa, ma «il nuovo Messi». Ora che tutti abbiamo visto Zarate, una Lazio capace a tratti di esprimere il miglior attacco del campionato, dobbiamo stropicciarci ancora gli occhi: questa Lazio si accascia per il rientro di uno dei giocatori più forti del campionato, Rocchi. Sembra un incubo. In realtà è la logica conseguenza delle vertigini dovute a una classifica che confonde sogni con obiettivi realmente conseguibili e del malcontento dei mediocri. Probabilmente Delio Rossi non è stato abilissimo a gestire il rientro di Rocchi: in questi casi occorre una diplomazia che non gli appartiene. Ma ha la fortuna di avere un presidente che è entrato a gamba tesa riportando tutti sulla terra: pensate a vincere. La squadra c’è. E la differenza non la faranno mai Brocchi o Siviglia. Sono importanti, ma devono portare acqua. Rocchi deve giocare, come Pandev. Ma Zarate va benedetto: attenti a non fare confusione. |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 159 volte