MILANO - "Zero, dall'allenatore all'ultimo calciatore che è sceso in campo. Ma l'allenatore sono io, quindi, tutte le responsabilità sono mie. Non sono riuscito a caricare la squadra nel modo giusto per affrontare questa gara. Loro erano più concentrati, più attenti, più convinti. Non abbiamo mai vinto una seconda palla, nè in difesa nè in attacco. Quindi, la sconfitta è meritata. Oggi non meritiamo di essere qui con tranquillità perché siamo già qualificati, però il calcio a volte è così: siamo primi in campionato senza fortuna, ci siamo qualificati in Champions con fortuna".- L'onestà di Josè Mourinho caratterizza le dichiarazioni del post partita. L'Inter è stata sconfitta in casa dal Panathinaikos e il tecnico non si nasconde: "Questa è una gara da ricordare, non da dimenticare. Alla fine si poteva anche pareggfiare, ma non si può certo dire che loro sono stati fortunati. Sono stati più bravi di noi. Per l'Inter si può parlare di stanchezza, sia mentale che fisica, dopo una grande prova come quella contro la Juventus. In questi casi, per un allenatore, è difficile scegliere la formazione. Se ne cambi tanti e il risultato è negativo, ti dicono e ti dici che non li dovevi cambiare. Io ho puntato sulla fiducia, con Cordoba al posto di Samuel che non è in lista Uefa e con Figo al posto di Stankovic che ha chiuso la gara contro la Juventus al limite delle sue possibilità fisiche. Ma, ripeto, non è questione di uomini o di schemi, che per altro abbiamo cambiato nel corso della gara: non sono arrabbiato con nessun calciatore in particolare, non sono stato abbastanza bravo io e, sin dal primo minuto, ho capito che non sarebbe stata la nostra serata".
"Sono allenatore dell'Inter sia quando perdo sia quando vinco - prosegue Mourinho -, quindi non voglio dire che la vera Inter si è vista contro la Juventus. Dico, piuttosto, che dopo questo risultato dobbiamo ripresentarci nel nostro stadio, domenica contro il Napoli, con la carica giusta e con rabbia, per disputare una gara diversa da quella che, meritatamente, abbiamo perso contro il Panathinaikos. I tifosi? Mi auguro che saranno ancora con noi. Li capisco. Non è semplice venire allo stadio in settimana quando, sempre in casa, giochi prima con la Juventus e poi col Napoli. Credo che, in questo momento, per i tifosi il campionato offre più emozioni, più intensità, mentre il girone di Champhions, probabilmente, dava l'idea di essere risolto anche con otto punti, una cosa strana, ma che è successa, soprattutto per merito della prima vittoria, quella di Atene. Ora, sinceramente, non so dire se può essere meglio o peggio chiudere al primo o al secondo posto, ma andremo a Brema per vincere, per fare una gara seria. I tifosi devono stare tranquilli, devono sapere che, che si gochi bene o male, che si vinca o che si perda, questo è un gruppo di calciatori molto serio, molto professionale, molto attaccato alla società e alla maglia".
Le analisi del tecnico portoghese si concludono con un verdetto: "Siamo qualificati perché, con umiltà, possiamo dire che il nostro girone si è rivelato u po' strano nei risultati e nella classifica. Ma, se mi chiedete che cosa manca all'Inter per avere la mentalità di Champions, dico che all'Inter manca una partita vera, contro una grande squadra, contro grandi avversari, con grande pressione, con grande attesa, con grande paura. Questa gara, credo, l'avremo negli ottavi di finale ed è allora che dovremo fare la voce grossa. Credo che l'Inter possa vincere la Champions come uscire negli ottavi, ma certamente non può più giocare una gara come ha giocato contro il Panathinaikos". |Ufficio Stampa Inter - Fonte: www.inter.it| - articolo letto 153 volte