Servirà la pubblica assunzione delle proprie responsabilità, da parte di Reja, per poter mettere fine ad un periodo delicatissimo che ha coinvolto la squadra azzurra facendola precipitare, in un solo mese, da una posizione di classifica che aveva fatto sognare il “popolo” partenopeo per il raggiungimento di un traguardo prestigioso quale la qualificazione alla Champions League ad una più modesta collocazione nel massimo torneo nazionale?
Quando una squadra attraversa un lungo periodo di crisi, alternando prestazioni dignitose ad altre che lasciano intravedere varie problematiche di natura tecnico tattica, di mancanza di convinzione nei propri mezzi e di determinazione, le responsabilità vanno equamente distribuite ai giocatori, al tecnico e perché no, anche a coloro che sono preposti all’allestimento ed all’organizzazione di un’equipe che ,secondo i piani programmatici, dovrebbe crescere gradatamente e, pur attraversando una logica e fisiologica flessione nel corso di un torneo irto di difficoltà, deve essere in grado di poter analizzare, per tempo, gli aspetti responsabili dello scarso rendimento ed ovviare con una componente essenziale alla crescita umana e professionale: la maturità occorrente ad una pronta e positiva reazione che possa permettere alla squadra, in tempi brevi, di riprendere il cammino interrotto inopinatamente.
Tra le varie ipotesi formulate per giustificare il calo di rendimento della squadra partenopea è stata avanzata quella relativa ad un calo fisico dovuto all’anticipo della preparazione precampionato per la partecipazione all’Intertoto, ma la “superba” prestazione effettuata dai giocatori napoletani a Torino contro la Juventus, in occasione dei quarti di finale di Coppa Italia, ha fugato ogni dubbio su un eventuale calo atletico. Allora si potrebbe focalizzare l’attenzione su problematiche presenti da molto tempo ovvero sulla incompletezza dell’organico riferita alla mancanza di validi ricambi in grado di sostituire i giocatori titolari in caso di infortuni,squalifiche o per un normale turnover . Incomprensibile anche il mancato utilizzo di qualche giocatore che, come accaduto nel recente passato, per altri calciatori della “rosa” non solo viene utilizzato per piccoli “spezzoni” di partita ma, spesso, viene relegato in panchina o in tribuna: è il caso del giovane e promettente Russotto il cui acquisto, fino ad ora, non trova un’adeguata giustificazione.
Confusione tattica oppure scelte sbagliate da parte di Reja?
Ebbene, la confusione tattica è riconducibile al tentativo di cambiare modulo ovvero di passare dal collaudatissimo 3-5-2 ad un più spregiudicato 4-3-1-2 che ha dato ottimi risultati durante il secondo tempo del match contro la Juventus. Tentativo attuato a Palermo e subito accantonato senza poter avere una conferma supportata da un minutaggio superiore ai canonici 90’.
Le scelte sbagliate potrebbero essere riferite all’utilizzo di Pazienza che non ha ripagato la continua fiducia riposta in lui dal tecnico azzurro avendo offerto prestazioni incolori sotto il profilo tattico e tecnico individuale. Altra nota “stonata” è dovuta alla rinuncia, in alcuni match, di Santacroce che, pur avendo accusato un periodo di appannamento, chiaramente è più idoneo di altri difensori azzurri alla marcatura di attaccanti veloci e sguscianti: il riferimento è dovuto alla scelta di Reja di destinare Cannavaro, nella partita contro il Palermo, alla marcatura di Miccoli. Resta, in ultimo, la considerazione che un attaccante per potersi esprime nel migliore dei modi ha bisogno di essere supportato dalla fiducia del proprio allenatore e giocare con continuità per cui le reiterate “staffette” tra Denis e Zalayeta potrebbero non solo non sortire l’effetto desiderato ma porre i calciatori in uno stato di dannosa precarietà. Denis è una prima punta che dovrebbe usufruire di un particolare supporto da parte dei compagni di squadra per poter finalizzare le azioni offensive c ostruite dai centrocampisti o suggerite da Lavezzi spesso, impropriamente, impiegato come prima punta con Zalayeta o il “Tanque” costretti a “girargli” attorno pur non avendo caratteristiche e velocità adatte a svolgere questo compito.
Napoli-Bologna: una partita che, in circostanze diverse, avrebbe potuto offrire spettacolo e motivi di interesse legati alle notevoli tradizione delle due squadre ma che, in questo particolare momento, riveste una notevole importanza soprattutto per l’acquisizione di quei tre punti che servono al Napoli per interrompere la “striscia” negativa di risultati ed al Bologna per raggiungere una più tranquilla posizione di classifica. |di Vincenzo Vitiello - Fonte: www.golmania.it| - articolo letto 199 volte