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2009-03-12

Non importa, continuamo a urlare "Yes, we can"


Purtroppo è andata male, però non molliamo lo stesso. Non eravamo pronti per vincere la Champions, diciamolo, però siamo ancora pronti eccome a lottare per scudetto e Coppa Italia. Forse, da oggi, le possibilità di portarli a casa aumentano, per tanti fattori. Ecco perché dobbiamo continuare a urlare a squarciagola YES, WE CAN.
Fino al 44° ci abbiamo creduto tutti. E così pure dal 75° in avanti. Ma non poteva essere quella di martedì la serata delle grandi rimonte, quando dopo nemmeno 10 minuti di partita perdi pure Nedved e a metà della ripresa ti ritrovi a giocartela col Chelsea addirittura in 10. No, non esistevano proprio le condizioni per sperare nel miracolo.
È un’annata andata così, e parecchia responsabilità ce l’ha – e non da oggi – lo staff tecnico, vedi alla voce “preparatori”. Non solo: qualche mea culpa dovrà recitarlo probabilmente pure qualche responsabile dello staff medico, perché mi devono ancora spiegare come mai sabato scorso si è deciso di far andare in panchina (e quindi rendere disponibile, anche solo per 10 minuti di partita) Momo Sissoko con già una pre-esistente frattura al piede. Più che azzardo, questa dicesi follia. Siccome quest’anno è già capitato altre volte che dei giocatori malandati scendessero ugualmente in campo con l’ok di qualcuno (chi?) inizio a mettere in dubbio le capacità di chi dovrebbe sovrintendere su decisioni così delicat, in grado – come si è visto - di pregiudicare una stagione.
Diciamoci poi chiaro un’altra cosa: con ogni probabilità l’attuale Juventus non poteva ambire ad una finale di Champions, e magari sperare persino di vincerla. Certo, in questa competizione non sempre trionfa il più forte, ma almeno alla fase finale del torneo bisogna arrivarci con tutti i migliori effettivi a disposizione e – possibilmente – in palla. A queste squadra se togli gente come Camoranesi, Cristiano Zanetti e Sissoko la privi in un colpo solo di tre pedine in grado da sole di elevare il tasso tecnicocomplessivo di almeno il 40% , e non è poco.
Sono assenze – alle quali si è aggiunta a gara in corso quella fondamentale di Pavel – che una squadra con l’ambizione di arrivare in finale non può permettersi. Ecco perché, più che con allenatore e dirigenza, bisogna prendersela con chi questa squadra la prepara e la cura. La prossima stagione si dovrà ripartire prima di tutto da qui. Qualche provvedimento in questo senso andrà preso.
Non tiriamo poi, per favore, sempre fuori la solita scusa buona ogni stagione per spiegare gli insuccessi, e cioè Calciopoli. “Avessimo ancora a disposizione tutti i nostri campioni non ce ne sarebbe per nessuno” è la frase più ricorrente in queste circostanze, ma non regge.
Primo: con quella squadra siamo stati analogamente fatti fuori dalla Champions dai club inglesi con addirittura meno onore di questa volta, sia sul piano del gioco che delle reti (tra andata e ritorno, col Liverpool ne realizzammo una sola, con l’Arsenal pure).
Secondo: pure quella rosa avrebbe avuto bisogno di una profonda ristrutturazione, basta vedere in che condizioni siano oggi i vari Emerson, Vieira, Cannavaro, Thuram, Zambrotta. Sono tutti in procinto del capolinea. Avremmo potuto tenerci Ibrahimovic, ma le ultime rivelazioni di Raiola (leggi l’articolo al riguardo, ndr) non lasciano speranze a rimpianti.
Col Chelsea siamo finiti fuori perché in campo non abbiamo potuto schierare tutti i migliori e perché in rosa ci manca – questo sì – qualche giocatore di livello in più. Una necessità che, mi auguro, venga condivisa pure dall’attuale dirigenza. Servono giovani di prospettiva ma anche qualche campione. Un Ribery, un Lampard (il suo abbraccio finale con Ranieri mi auguro possa produrre qualcosa di buono la prossima estate).
Ciò nonostante, col materiale umano a disposizione, l’altra sera la Juve ha lottato, non si è risparmiata , se l’è giocata fino in fondo. E , diciamolo, abbiamo tutti quanti accarezzato il sogno della qualificazione anche quando ci siamo trovati in inferiorità numerica, perché la squadra ha sempre trasmesso la sensazione di potercela fare. Peccato, sono certo che il prossimo anno andrà meglio.
La guardia però non va abbassata: la stagione non è finita, restiamo ancora in corsa per altre 2 obbiettivi. Quel YES WE CAN gigantesco che ha ricoperto ad inizio gara l’intera curva Scirea dovrà essere esposto ancora e recitato, come un mantra, tutti i giorni da qui a fine maggio da tutti noi juventini.
Quella delle 2 Inter , cioè della rosa ampia a tal punto da poter permettere di schierare sempre in campo 11 fenomeni è una favoletta dell’estate messa in giro dai soliti Soloni bolliti e puntualmente smentita dai fatti. Pure Mourinho ha gli uomini contati e senza Ibrahimovic perde il 50% della propria forza.
Eppoi, il contraccolpo psicologico post-eliminazione dalla Champions si rifletterà inevitabilmente sul campionato. Anche perché l’oracolo di Setùbal è stato preso per vincere altro e non il “solito” scudetto.
Le nostre possibilità di vincere il tricolore, secondo me, restano ferme al 10%, ma dopo questa mannaia degli Ottavi di Champions, qualcosa potrebbe capitare e noi dovremo farci trovare pronti per cogliere l’occasione.
YES, WE CAN . Crediamoci ancora, tutti insieme, come martedì scorso al Comunale, dove chi era lì ha dimostrato in maniera tangibile cosa significa essere dei veri juventini. Sempre, anche nelle difficoltà e quando tutto gira storto.
YES, WE CAN. Gridiamolo, urliamolo, scandiamolo ancora e vedrete che a qualcuno comincerà a venire la pelle d’oca.
|di Quasimodo - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 196 volte


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