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2009-04-19

Zàrate zittisce il Marassi ! Ora tutti a Torino


È stata una Lazio tutta grinta e carattere. Testa e cuore erano lì a Marassi e non certo a Torino come si sospettava alla vigilia. Una Lazio bella e a tratti distratta, ma con un incredibile cinismo piega i grifoni e ne frenano la corsa per il sogno dell’Europa che conta.
Il Genoa fatica, stenta e cede il passo all’avversario. La gara disputata dai biancocelesti ha il sapore di una vera e propria prova di forza che spezza le reni degli avversari e rilancia la formazione laziale in piena corsa Uefa. Aspetta controlla e poi affonda le lame la compagine biancoceleste, che rispolvera dal suo arsenale, come fu in avvio di campionato, un’arma in più di nome Zàrate, che torna al gol dopo la splendida prodezza del derby e porta in trionfo la Lazio. Vince di misura la squadra di Rossi e vince meritatamente, collezionando e sciupando tra l’altro una miriade di palle-gol, che potevano rendere ancor più eclatante la vittoria.
La squadra di Gasperini aveva dalla sua motivazioni importanti chiamate Champions da rispettare ed onorare, ma davanti ad una Lazio rocciosa, già pronta per la super-sfida di mercoledì, si è praticamente sgretolata. Un match difficile, ostico per entrambe, ma che alla fine premia chi ha saputo meglio concretizzare sforzi ed occasioni. Gasperini contro Rossi insomma quale garanzia di gioco e spettacolo almeno nelle attese. Ma Genoa-Lazio in realtà è stata una partita dalle due facce: in perfetto equilibrio nel primo tempo, decisamente di marca biancoceleste nel secondo. Il Genoa orfano di Milito schiera in avanti un tridente con Sculli, Jankovic e Palladino, mentre il compito di costruire il gioco è lasciato a Thiago Motta. Rossi invece fa di necessità virtù e sopperisce alle assenze di Matuzalem, Foggia e Brocchi con Dabo, Mauri e Lichtsteiner, spostato a centrocampo. Il tecnico romagnolo gestisce saggiamente la doppia sfida nell’arco di quattro giorni e punta tutto sulle seconde linee.
Mastro Delio ha già detto ai suoi che è vietato sbagliare, perché ora ogni defaillance potrebbe costare caro, e la squadra sembra aver recepito. A partire bene però è il Genoa, che pronti via trova sulla sua strada un gran Muslera pronto a negare il gol a Biava, che di testa manda in crisi la retroguardia laziale. È solo paura e nulla di più, mentre sulla ribattuta Motta spedisce la palla sul fondo. Brividi, emozioni, che scuotono la Lazio e gasano i padroni di casa che continuano a premere. Un minuto dopo infatti è Sculli a calciare di potenza, indirizzando il pallone nella porta laziale, ma ancora una volta la conclusione termina fuori. La Lazio si scuote e reagisce. Al 27’ è Rubino a compiere un miracolo su Pandev. Tutto parte da un’invenzione di Ledesma, che ingrana la marcia lungo l’out di sinistra e si avventura come cursore di fascia. Il capitano biancoceleste salta Biava e consegna a Pandev. Il macedone si coordina carica il tiro, ma trova i guanti di Rubinho che respinge corto. Il rinvio del portiere rossoblu favorisce Zàrate, che di piatto calcia alto. Il Genoa si spaventa e la Lazio alza il ritmo. Prima Zarate salta due avversari costringendo Ferrari a placcarlo in extremis in area. Poi Mauri mette i brividi ai genoani con un tiro potente da fuori area che lambisce la traversa. Gli uomini di Rossi dopo un inizio in sordina iniziano a crederci e decidono di giocarsi il match a viso aperto. Al 38’ infatti è ancora Rubinho, a negare il vantaggio laziale. Mauri da quasi metà campo imbecca Pandev in area genoana.
Il macedone si coordina, ma nel momento di calciare a rete trova l’anticipo del portiere rossoblu, che esce a valanga ed evita un gol già fatto. Una rete mancata per poco e un’azione che costa a Goran l’uscita dal capo anzitempo per infortunio. La punta laziale infatti accusa un possibile stramento alla coscia, che lo lascia tra l’altro in forte dubbio per l’impegno di mercoledì. Al suo posto entra Tommaso Rocchi, ma la grinta della Lazio non cambia. Un acuto, l’ultimo davvero pericoloso in chiave rossoblu, chiude la prima fase del match. Si concretizza allo scadere quando Muslera dimostra di essere in gran giornata e strappa via il pallone dai tacchetti di Sculli lanciato a rete. È una Lazio solida quella scesa a Marassi. Una squadra che risente dei positivi influssi del successo nel derby. La vittoria contro la Roma ha fatto bene e si vede, tant’è vero che nel secondo tempo la musica cambia e Rocchi e compagni mettono alle corde il Genoa e fanno bottino pieno. Venti minuti di fraseggi e timidi tentativi da una parte e dall’altra. Venti muniti di possesso palla conquistato sempre più dai colori biancocelesti, che iniziano a monopolizzare la gara. Due affondi di Rocchi bloccati da una retroguardia rossoblu sempre più in affanno e due tiri fuori misura della punta veneziana sono solo il preludio del gol. Accade tutto al 65’ quando per la Lazio c’è la svolta del match. la forma smagliante di alcuni elementi biancocelesti e l’ormai convinzione di esser cresciuti molto adesso fa la differenza.
Kolarov ricorda la gioia del derby e della sua epica sgroppata. La potenza è la stessa, quella che a Marassi permette al sebo di strappare il pallone a Jancovic addirittura nella propria area di rigore e sgroppare rapidamente verso il centrocampo. Il terzino laziale però stavolta usa un’altra arma, non la corsa, bensì, la precisione, e pesca Zarate addirittura da trenta metri. L’argentino addomestica il pallone e con un secco sinistro in rasoterra supera Rubino. È l’1-0 bianceleste che scompiglia i piani genoani ed esalta la Lazio. Di lì in poi la gara cambia tenore e i capitolini prendono in mano le redini del gioco. Né una sbavatura, né un errore. Forza, cinismo e self control, che con il passare dei minuti valgono il successo e i tre punti. C’è tempo per un paio di affondi nel finali che diventano occasioni mancate per arrotondare il risultato. Prima Rocchi che non aggancia in area genoana e poi Ferrari che spedisce sul palo un affondo della stessa punta veneta. Vince la Lazio e lo fa con merito. È una Lazio bella e autoritaria da far quasi rabbia, se solo si pensa alle chance mandate in fumo nel corso di questo campionato per continuare a sognare. È una squadra che avrebbe potuto ancora correre per traguardi importanti, giocandosi magari, le sue carte Champions proprio con il Genoa a Marassi, ma a parti invertite in classifica. Purtroppo non è andata così e il condizionale nel calcio non fa la differenza. Ma oggi la Lazio è di nuovo forte, caparbia, rocciosa e sicura di sè. Rossi e i suoi ragazzi hanno le idee chiare e un solo obiettivo in testa, si chiama Coppa Italia. Mercoledì sarà una vera battaglia, ma la Lazio stavolta c’è. La Juventus è avvertita.
|di Alessandro Zappulla La Provincia - Fonte: www.lalaziosiamonoit.it| - articolo letto 163 volte


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