Difficile decifrare le sensazioni provate dopo la partita di Eindhoven, un
cocktail di emozioni contrastanti che rendono agrodolci i festeggiamenti per
la conquista della finale in Turchia. Da una parte la gioia per il passaggio
del turno e il biglietto aereo per la decima finale della storia del club di
Via Turati, ma dall'altra la preoccupazione per una prova che senza dubbio è
stata la peggiore della stagione. E' parso un Milan sulle gambe, poco
grintoso fatta eccezione per Kakà e il solito guerriero Gattuso. I rossoneri
arrivavano sempre secondi sulla palla, non riuscivano ad orchestrare il
famoso possesso palla che ha fatto la fortuna dei rossoneri per tutta la
stagione. Nel primo tempo il fraseggio è stato sempre interrotto prima del
terzo passaggio di fila, sia per l'asfissiante pressing del PSV sia per
un'imprecisione davvero imbarazzante. Elogi al Psv Eindhoven, autore di una
prestazione eccellente. Gli uomini di Hiddink meritavano sicuramente di
passare il turno, il loro errore è stato ancora una volta quello di
rilassarsi proprio nel momento sbagliato. Quando tutto sembrava portare ai
supplementari e lo spettro de La Coruna incombeva pesantemente sulle anime
dei rossoneri, il Milan ha colpito, freddo, cinico, quasi crudele,con
Ambrosini che con un bel colpo di testa ha scacciato l'incubo e ha strappato
il biglietto per Istanbul dalle mani degli olandesi. Come molte volte in
questa stagione la zona Milan è stata fatale. Ora per i rossoneri non c'è
neanche il tempo di rifiatare, la Juve è al casello di Pero ormai,
rinvigorita dalla prestazione offerta dal Milan, spera di ottenere un
preziosissimo successo per ipotecare lo scudetto. I rossoneri devono
rigenerarsi dopo più di un mese passato praticamente solo in campo,
un'attenuante per gli uomini di Ancelotti, che però credono nel prestigioso
"double". Per ottenere un risultato simile però occorre un altro Milan, ma
questo i rossoneri l'hanno capito |L.Prandini|. - articolo letto 104 volte