| Calciomercato | Formazioni ufficiali  | PronosticiCuriosità e statisticheArea TecnicaStorie di CampioniVideo  |  Sport |
 
| Home | Serie A  | Partite di oggiDiretta delle partite | Risultati liveFantacalcio  |  Probabili formazioniCalcio in tvCalcio News |
2009-11-26

Sidio Corradi: «Nei derby non ci sono favorite»


Una vita vissuta a servizio del Genoa. Chi meglio di Sidio Corradi può spiegarci tutto ciò che riguarda il derby di Genova? PianetaGenoa1893.net lo ha intervistato in esclusiva per capire meglio come viene vissuto nello spogliatoio, e per sapere da un esperto cosa manca a questa squadra e quali sono, invece, le sue forze.

Quali sensazioni si provano a giocare il derby di Genova?

«È una partita diversa da tutte le altre. Infatti è una stracittadina. Avendone giocate otto, so come sono».

Che ricordi ha del clima che si respirava durante la settimana precedente?

«Non si pensa a questa gara una settimana prima, bensì con quindici, venti giorni di anticipo. Questo perchè in città si incontrano i tifosi, che ti raccomandano di disputare una bella partita e ti chiedono di vincere per battere i “cugini”. È un'atmosfera che non accompagna le altre partite. Quando mancano pochi giorni al derby si è in fibrillazione».

Potrebbe raccontarci l'episodio con Enrico Nicolini?

«Fu un derby negativo per me. Un derby che ha visto la mia uscita dal campo. Commisi un errore grave: a uomini pari, infatti, stavamo vincendo uno a zero. La Sampdoria pareggio al novantesimo. La mia fu una sciocchezza. Quella partita rappresentava l'esordio di Nicolini. Entrato in campo, fece falli pesanti. D'accordo con la squadra, come si faceva una volta, dopo che Bittolo lo atterrò, gli rifilai una zampata sulla coscia lasciandogli il segno dei tacchetti. L'arbitro, che aveva fermato il gioco, si trovava vicino a me e giustamente mi espulse. Si trattò di un gesto antisportivo. In seguito, però, diventammo cari amici».

Come vede la partita di sabato?

«Nei derby non c'è mai una favorita. Quando arriva questa partita, forma fisica e posizione in classifica contano relativamente. Si potrebbe dire che la Sampdoria, avendo ottenuto quattro punti in più del Genoa, sia favorita. Ma le stracittadine vengono per lo più giocate con il cuore ed evocano sensazioni diverse. I blucerchiati, però, vantano un “certo” Cassano: il barese è un giocatore che può cambiare il volto alla partita in qualsiasi momento. L'anno scorso il Grifone poteva contare su un giocatore che segnò quattro gol nei due match... Credo che i rossoblù, comunque, giocheranno fino alla morte».

Secondo lei, che traguardo raggiungerà il Genoa quest'anno?

«Il Genoa possiede un buon gruppo, la maggiore forza di questa squadra. Grazie a questa caratteristica il Grifone potrebbe ottenere ottimi risultati. Gasperini è un grande allenatore. Ma le qualità sono cambiate rispetto alla scorsa stagione. Prima c'erano Thiago Motta e Milito. L'argentino è un giocatore che riesce a sbloccare le partite anche se la squadra gioca male».

Pensa che il Genoa abbia bisogno di qualche acquisto?

«Se la società punta al quarto posto, il presidente dovrà rinforzare l'organico. Ma sono sicuro che Gasperini sappia meglio di me ciò di cui ha bisogno la squadra. Secondo me, al Grifone occorrono soprattutto un attaccante con il fiuto del gol, un difensore e un centrocampista. Ma io parlo da tifoso: non so se ce ne siano le possibilità. Quest'anno i gol sono suddivisi tra i vari giocatori. L'anno scorso, invece, c'era un grande goleador, Diego Milito, capace di segnare più di venti gol a campionato: era la ciliegina sulla torta. Come il Napoli di Maradona, che, oltre ad essere una squadra completa di grandi campioni, aveva l'uomo decisivo. Sculli, Crespo, Palladino, Floccari e Mesto sono ottimi giocatori, ma non sono bomber di razza come il “Principe”. Non è facile, però, trovare i tasselli giusti».

Attualmente che ruolo ricopre all'interno del Genoa?

«Fino all'anno scorso allenavo i Giovanissimi Nazionali. Ora, invece, la società mi ha affidato il compito di osservatore: devo visionare giocatori e squadre. Credo che mi recherò anche all'estero. Ho assistito a varie partite della nazionale italiana Under 16. Dopo ventisei anni al Genoa, diciannove da giocatore e sette da allenatore, posso dire di aver dato abbastanza a questa squadra. Adesso spero di trovare un nuovo Criscito...».
|di Andrea Ferrando - Fonte: www.pianetagenoa1893.net| - articolo letto 191 volte


Calciomagazine.net© - Edizione Sportiva del Periodico L'Opinionista
n. reg. Trib. Pescara n.08/08 dell'11/04/08. Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
tutti i diritti sono riservati - vietata ogni riproduzione anche se parziale