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2010-01-11

Milan: "Siam disposti a metterci questo!"


In una nota pubblicità della regione Calabria Rino Gattuso chiedeva al telespettatore se fosse disposto a metterci “questo”, battendosi il pugno sul cuore. Di certo se la domanda fosse rivolta ora alla sua squadra, questa risponderebbe con un perentorio “sì”. Il calabrese, complice la forma fisica riacquistata, ha fornito una prestazione di grandissimo livello ieri sera a Torino, andando a formare una diga di centrocampo con Pirlo e Ambrosini che sarebbe bello, oltreché motivo di grandissimo orgoglio per i nostri colori, rivedere in blocco quest’estate in Sud Africa.
Ma prima di pensare ai leoni africani, pensiamo a quelli di Milanello che non hanno nulla da invidiare alle fiere d’Africa. Compatti, sontuosi, decisi, spietati, eleganti, letali. In quella di ieri, che è stata a mio avviso la vittoria più bella e importante di questa stagione sino ad ora, tutte queste virtù leonine si sono messe in mostra e il pubblico rossonero ha ora la certezza cartesiana che quello di inizio stagione non era il Milan di Leonardo, bensì il rodaggio maldestro del Milan di Leonardo.
Ora che la stagione inizia a colorarsi delle tinte più vivaci, con i primi odori di sentenza (Juve quasi fuori dal giro scudetto) e con i primi scontri diretti davvero esiziali (Inter e Manchester Utd su tutti), ora che è indispensabile essere al meglio, il Milan è al meglio. Questa squadra che saltella festosa al centro del prato dell’Olimpico torinese, questa legione fatta di gregari e capitani di ventura senza remora né paura, esalta i cuori di tutti noi. Un collettivo umile che non dice mai no all’allenatore, che non perde mai la testa nelle situazioni difficili e che, soprattutto, pure a distanza di diversi anni porta ancora agli onori della gloria del calcio mondiale certi mostri sacri di tecnica e palleggio come Pirlo, Seedorf e Ronaldinho. Gente per la quale il tempo o si è fermato o non è mai esistito. Gente data per morta in troppe occasioni, ma rediviva ad ogni circostanza in cui c’è un metro di campo da giostrare con classe, previo l’insuccesso, e in cui solo loro riescono al mondo ad assolvere a quel compito.
Era da tanto tempo, da almeno tre anni, che non apprezzavo la mia squadra per il carattere che metteva, prima ancora che per il risultato che riusciva ad ottenere. L’ultimo Milan ancelottiano era una bieca imitazione del primo. I giocatori, anche quando in formissima, apparivano appagati e leggeri nel modo in cui scendevano in campo. Ora abbiamo ritrovato, a distanza di anni, una squadra che sa il fatto suo, che tiene la difesa alta, che corre e lotta sino all’ultimo e che riesce addirittura a schierare tre punte e a giocare sul velluto. Prendete i peggiori difetti dell’ultimo Milan di Ancelotti (e sottolineo dell’ultimo, non voglio assolutamente essere frainteso) e ribaltateli. Otterrete le virtù che caratterizzano questo primo Milan dell’Era-Leonardo.
|di Sebastiano Molinelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 183 volte


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