Sbarrare la strada all'elefante, per tornare a sognare
Terza volta in una settimana a Genova per i rossoazzurri, in questo caso però non contro i nostri cugini, ma al cospetto di un Doria che, mestamente rientrato nei ranghi dopo un avvio sfavillante, è alla ricerca di una vittoria scaccia pensieri che manca oramai da molto, troppo tempo. Gli etnei nelle precedenti uscite a Marassi non hanno fatto male, segno che il neo tecnico Mihajlovic, un ex, qualcosa ha smosso in un ambiente dal forte sentore argentino, frutto di una campagna acquisti mirata e condotta con il solito guizzo dal manager campano Lo Monaco.
Seppur nell’anima argentina, questo Catania ha tanto di Sampdoria, non nei giocatori che scenderanno in campo, ma quanto nella mentalità del suo tecnico cresciuto alla scuola di Eriksson e affinatosi al fianco di Mancini. Resta comunque in prevalenza quanto meno la nazionalità, con Andujar tra i pali, protetto da una retroguardia che vede il solo Capuano a sinistra come unico “locale”, con Alvarez a destra e la coppia Silvestre e Spolli centrali.
Il fulcro del gioco vive delle geometrie di Ledesma, con la “sostanza” di un Biagianti interno sinistro e la verve di Izco interno destro, a supporto di un tridente atipico, con Mascara e Martinez punte pure, mentre Llama da esterno sinistro svolge un ruolo di copertura maggiore, rendendo in fase di non possesso il 4 – 3 – 3 iniziale in un 4 – 4 – 2 più attento e ben schierato nelle ripartenze.
Tra i papabili non dovrebbe esserci almeno dall’inizio Plasmati, altri prodotto del sottobosco offerto dalla Prima Divisione, elemento duttile per via della stazza e pericoloso soprattutto nei finali, anche se può far male ben prima del 90° e a Marassi qualcuno ha ben presente di cosa si parla.
|di Alberto Teti - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 128 volte