Un Livorno accorto, umile e ben messo in campo seda un Milan svogliato e lento, poco incisivo e inadeguato a reggere nel lungo periodo alti livelli di gioco. E’ con grande piacere amici rossoneri che posso annunciarvi che né Dida né Gattuso faranno parte dell’undici titolare che si appresta ad affrontare il Livorno, scopriremo poi che non servirà a niente. Abbiati dunque titolare e Flamini accanto ad Ambrosini. In difesa sempre Favalli (Iddio lo aiuti) al posto di Nesta mentre torna Seedorf titolare alle spalle del tridente Beckham-Borriello-Ronaldinho. Labronici di Cosmi con un 5-3-2. Benussi in porta, Raimondi e Pieri terzini, centrali Perticone-Rivas-Knezevic, in mediana Pulzetti e Filippini ai lati e Bergvold regista, attacco affidato al tandem Lucarelli-Bellucci.
Partita difficoltosa con gli amaranto rintanati nella propria metà campo in fase di non possesso ma corti e non eccessivamente schiacciati in area di rigore. I terzini restano bassi per non lasciare campo ai nostri attaccanti esterni così da aggredirli non appena si affaccino nella trequarti, costringendoli ad accentrarsi per cercare di rendersi pericolosi andando al tiro dal limite, come mostra il palo di Ronaldinho poco oltre la mezz’ora. La manovra rossonera è lenta e prevedibile mentre Seedorf non riesce a garantire il cambio di passo che ci vorrebbe, tra le linee, saltando l’avversario diretto o proponendosi per gli inserimenti centrali sui tagli ad allargare di Borriello. Proprio il napoletano è l’unico a farsi vedere proponendosi per il lancio, attaccando lo spazio laterale per far uscire i centrali avversari che lo stringono in una morsa infernale. Creiamo pericoli quando ce lo concedono gli avversari grazie alla loro scarsezza tecnica nel momento di far ripartire la manovra, gli errori in disimpegno di Knezevic ne sono l’esempio più lampante. Perfino la rete del nostro vantaggio nasce da un grave errore in uscita del portiere Benussi che smanaccia malamente su Ambrosini che insacca a porta vuota. Da notare l’enorme lavoro delle mezzali avversarie, Pulzetti e Filippini, fenomenali nel dare quantità sulle corsie laterali garantendo le sovrapposizioni a Raimondi e Pieri e guadagnando di fatto la superiorità numerica vista la scarsa applicazione, soprattutto di Ronaldinho, nel ripiegamento. Antonini infatti soffre parecchio e poco può spingere per la paura di farsi prendere in controtempo in caso di perdita del possesso-palla.
Nel secondo tempo c’è l’ingresso di Huntelaar per Borriello, problemi conseguenti ad un colpo subito alla testa per il nostro numero 22. Mostriamo un’inspiegabile lunghezza di squadra ed una linea difensiva troppo staccata dai due mediani così da favorire l’avvicinamento degli avanti livornesi al nostro portiere. E’ in questo contesto che nasce il gol del pari di Lucarelli. Nelle fasi successive del match le squadre appaiono allungate e spaccate, entrambe in egual modo, con lotte reparto contro reparto e centrocampi spesso saltati con lanci lunghi a cercare le punte, il Milan lo fa quasi di continuo su Ronaldinho che però va a sbattere contro i diretti avversari di turno che lo aspettano e non gli danno il tempo della giocata. Huntelaar è più uomo d’area rispetto a Borriello nel senso che i suoi movimenti sono limitati, non taglia mai ad allargare, taglia sul primo o sul secondo palo al massimo. Con l’ingresso d’Inzaghi per Flamini si passa al 4-2-4 con Seedorf ed Ambrosini in mediana, Beckham che attacca a destra e Ronaldinho a sinistra, Huntelaar ed Inzaghi in mezzo. Tutti aspettano la palla sui piedi ma nessuno torna indietro per dare il là alla manovra e le due punte centrali si pestano un po’ i piedi togliendosi spazio a vicenda e favorendo l’imbuto creato ad arte dai tre centrali labronici. E' così che senza particolari sussulti si giunge ad un pari che fa abbandonare definitivamente ogni pallida e folle, forse, residua speranza di Scudetto. |di Giuseppe Aramini - Fonte: www.dnamilan.com| - articolo letto 174 volte