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2010-04-27

Pazzini: "La gente merita di sognare: questo è un club importante"


Dalle pagine de La Stampa, parla il nostro superbomber Giampaolo Pazzini, toccando i più svariati argomenti, dalla partita di Roma, al momento d'oro della Samp, fino al mondiale Sudafricano.
"Io l'uomo che ha deciso lo scudetto? A fine partita non me ne rendevo conto, oggi lo capisco di più. La Roma aveva grandi possibilità di vincere il campionato mentre da domenica ne ha poche perché le tre partite dell’Inter sono contro avversarie che non hanno più grandi motivazioni. Alla Roma non resta che tifare per una cosa. Deve tifare perché l’Inter vada in finale di Champions e perda qualche energia nel prepararla. Però l’Inter è una bella corazzata capace di reggere ovunque.
Cosa è mancato alla Roma? Hanno giocato un bellissimo primo tempo in cui ci hanno fatto correre senza che li prendessimo mai. Poi sono calati ed è stata un’altra partita. Hanno sentito la fatica di una lunga rincorsa.
Totti? L’ho visto talmente giù che non ho avuto la forza di parlargli.
Gilardino mi sposorizza per la nazionale? È la dimostrazione che si può fare questo mestiere senza invidia. Firenze ci ha fatto conoscere, ha creato un legame forte e sono contento che anche Gilardino mi voglia ai Mondiali.Due anni fa' ero dietro di lui? Era anche colpa mia, due anni fa non ero quello di adesso. Sono maturato come persona e giocando ho accumulato l’esperienza: lo capisco dai dettagli, da certi movimenti che mi aiutano a segnare. In fondo si parla ancora di me come di una giovane promessa ma si è promesse a 19 o 20 anni, a 26 si deve essere calciatori fatti e io li compio ad agosto.
Lasciando Firenze pe la Samp, non ha rischiato un po'? No, sentivo che poteva essere la squadra giusta anche se non speravo che fosse così giusta. È un posto dove ci sono le pressioni ma non troppo. Dove si possono sbagliare due partite senza venire crocifissi. Dove un gruppo che sulla carta non ha un talento formidabile può lavorare e rendere meglio di altri che ne hanno di più.
Nonostante i miei 17 Goal, il nosto attacco è il decimo come realizzazioni? Ma la difesa è la sesta e in casa mi sembra che abbiamo preso meno gol di tutti. È perché difendiamo in undici, da noi la parola "collettivo" non è un modo di dire. Non sento il peso, se intendeva questo. A chiunque piace sentirsi importante per chi gli lavora insieme.
Cassano può sentirsi sminuito? Ma non succede. Lui è importantissimo. Il suo rientro ha coinciso con la spinta decisiva per riprendere il quarto posto.
Del Neri? È un allenatore che impone di giocare sulle fasce. A me più cross arrivano dall’esterno e più divento pericoloso: le due reti di Roma sono nate così.
Mondiale? Sì e lo immagino come il più grande evento della mia vita. Il problema è che ho la speranza di andarci ma non la sicurezza, vista la concorrenza di Gilardino, Di Natale, Iaquinta, Toni, Borriello e ne dimentico qualcuno. Non mi sono sentito escluso neppure quando Lippi non mi portò alla Confederations Cup: lui continuava a incoraggiarmi.
Anche la Juve per il quarto posto? La Juve mi sembra distante. Credo che sia diventata una lotta a due e spero che si arrivi a Palermo tra due settimane con più di due punti di vantaggio.
Se puntiamoal Milan? Il Milan ha un’altra qualità e non può sbracare.
Se ho detto a Garrone, in caso di quarto posto, di spendere di più? Ho detto che gli chiederò di fare una squadra che regga una partita ogni tre giorni.
Se riuscirò a convincerlo? Magari gli verrà voglia. Mi dicono che già ai tempi di Vialli e Mancini sembrava che la Samp fosse terra di conquista per i grandi club, invece rimasero tutti e fecero la squadra da scudetto. La gente merita di sognare: questo è un club importante, i risultati li ha sempre fatti.
Se altrimenti e ne vado? Vivo un giorno alla volta. Adesso la mia vita è qui".
|di Matteo Boero - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 170 volte


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