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2010-05-04

Clima di tensione a Roma: in palio c'è più di una Coppa Italia


Manca solo un giorno alla finale di Coppa Italia tra Inter e Roma, ormai un appuntamento fisso considerando che le due squadre si sono contese il trofei 5 volte nelle ultime 6 stagioni (esclusa l'ultima, che ha visto la Lazio battere la Sampdoria ai rigori). Mai come quest'anno tra Inter e Roma la rivalità ha raggiunto picchi così elevati, al di là dei contenuti prettamente tecnici e sportivi. Il clima che si vive all'interno dei confini nazionali, soprattuto dopo le ultime giornate di campionato, è diventato quasi ingestibile. Prima la vittoria della Sampdoria sul campo dei giallorossi, che ha restituito il primato alla squadra di Mourinho ma ha scatenato le reazioni polemiche (inspiegabili, a dir la verità) della Roma nei confronti dell'arbitraggio di Damato; poi la vittoria dell'Inter in casa della Lazio, facilitata dall'atteggiamento poco belligerante dei padroni di casa, evidentemente 'intimiditi' dalla forza dell'avversario ma anche dalla pressione dei tifosi, schierati dalla parte dei nerazzurri.
Un 2-0 che è diventato simbolo di scherno all'estero, di scandalo persino negli ambienti politici e di 'vergogna' sponda giallorossa, dove evidentemente (e ingenuamente) contavano in una grande prova della Lazio per ritornare in vetta al campionato. Speranza vana, resa ancora più improbabile dallo sfottò di Totti dopo il derby (i pollici in basso a indicare la serie B per le 'aquile') che ha stimolato ulteriormente un nervosismo già ai massimi livelli. Senza contare il successo della Roma a Parma, agevolato da un gol irregolare dello stesso Totti, mentre l'invasione romanista al Tardini era causa di battibecchi con l'allenatore gialloblù Guidolin, preso di mira dai presenti sulla tribuna centrale.
In un clima di tensione e sospetti come questo, in cui c'è chi ha addirittura avanzato l'ipotesi che il Bologna sia stato aiutato a Bergamo per tranquillizzare la Lazio e dare una spinta scudetto all'Inter (fortuna che l'Atalanta si sia suicidata con un autogol di Pelluso e a Di Vaio sia stato praticamente impedito di segnare il 2-1 nel finale a causa di un fuorigioco segnalato erroneamente da Ayroldi, sempre lui...), anche la squadra di Mourinho viene messa in mezzo, come se fosse artefice dell'evoluzione del campionato. Come ha sottolineato ieri Moratti, i nerazzurri hanno semplicemente tratto beneficio dalla rivalità campanilista tra Lazio e Roma, che ha portato per tutta la settimana precedente i giallorossi a provocare i 'cugini', e i biancocelesti a 'minacciare' i loro giocatori pur di non ostacolare il cammino della capolista. Persino i proiettili arrivati a Lotito sono simbolo di un nervosismo e di un atteggiamento minatorio inconcepibile, a cui però l'Inter è totalmente estranea.
Sbagliato, dunque, assegnare ai nerazzurri delle responsabilità, invitandoli a vergognarsi (parole testuali di Rosella Sensi). La responsabilità principale è di chi definisce i calendari (sarebbe stato meglio che tutte avessero giocato in contemporanea, in modo da obbligare la Lazio a impegnarsi), ma anche di chi nei giorni precedenti Lazio-Inter ha provocato senza considerare le ripercussioni di questo atteggiamento. Non è un caso se chi ha vissuto il derby di Roma sa bene che sarebbe andata a finire così. Perché gridare allo scandalo, dunque? A cosa servono questi falsi moralismi? I biscotti di fine stagione sono ormai un'abitudine, ma siccome ad avvantaggiarsene è stata l'Inter adesso staremmo navigando in un mare di vergogna per il calcio italiano. Persino le sfere politiche si sono schierate apertamente, anche perché molti dei nostri rappresentanti sono anche tifosi che male hanno digerito l'epilogo dell'ultimo turno di campionato. Qualcuno ha persino chiesto alla Federcalcio di avviare un'inchiesta. Un paradosso, insomma.
Gli organi di Stato farebbero invece bene a tenere sotto controllo la finale di Coppa Italia di domani sera, che per qualcuno sta diventando l'ora ella resa dei conti. Molte radio locali romane stanno caricando di tensione la partita, come se fosse una guerra, e non una semplice finale come tante in precedenza. Non c'è solo la coppa nazionale in palio, c'è l'onore, la vendetta, la supremazia. Clima pesante, che le forze dell'ordine dovranno gestire al meglio. Di certo il servizio di sicurezza intorno all'Olimpico e all'interno dlel'impianto sarà rafforzato, ma anche all'esterno, e il derby recente lo insegna, bisogna tenere la massima allerta. Una partita di calcio rischia di diventare una battaglia e gli spalti, considerata la folta presenza di tifosi nerazzurri (ma anche, a quanto pare, di 'infiltrati' laziali), rischiano di diventare lo specchio di quanto avverrà in campo. I giocatori e i dirigenti, prima di tutti, hanno il dovere morale di abbassare i toni, espressione sin troppo utilizzata in questa stagione.
Entrambe le squadre devono comportarsi in modo esemplare, onorando il calcio e cercando di superarsi con la giusta dose di agonismo, ma mai attizzando incendi che potrebbero divampare tutto intorno. E' scontato sostenere che da anni una Coppa Italia non valeva così tanto. Per la Roma, con lo scudetto sempre più lontano, potrebbe essere il 'contentino' che legittima una grandissima stagione. Per l'Inter, invece, sarebbe il trofeo che permetterebbe di sognare ancora il triplete e di mettere in casa il primo titulo, in attesa di giocarsi gli altri due. Il primo passo verso la leggenda, dunque. Per tutte queste ragioni, Mourinho e Ranieri schiereranno le migliori formazioni possibili, sperando che entrambe possano dare spettacolo, riabilitando il calcio italiano e tenendo incollati alle loro poltrone i tifosi presenti all'Olimpico e quelli davanti alle tv.
|di Fabio Costantino - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 181 volte


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