Zàrate, l'ag. risponde a Reja: "Non è intelligente,Mauro non lo capisce,se non lo vuole basta dirlo"
Nel mese di agosto, nessuno si sarebbe mai aspettato da lui una stagione tanto deludente. La gente laziale aveva negli occhi le sue prodezze, l'ultima in ordine di tempo quella contro la Sampdoria, quel tiro secco e fulmineo che aveva dato il là al trionfo in Coppa Italia della sera del 13 maggio 2009, in un Olimpico per 3/4 ricoperto da bandiere biancocelesti. Erano altri tempi verrebbe da dire. Era un altro Mauro Zàrate. Scatto fulmineo, dribbling ubriacante, classe cristallina: questo è stato per una stagione, la scorsa, il talento di Haedo.
Poi la lenta involuzione, vissuta in un'annata, a dir poco negativa. Le incomprensioni coi tecnici (prima Ballardini e poi Reja), i battibecchi con il pubblico, i rimproveri da parte dei compagni, le accuse degli addetti ai lavori: un tourbillon di situazioni controverse che hanno fatto sì che Maurito si isolasse, si chiudesse in sè stesso e che non riuscisse più ad uscire da un tunnel senza fine. Tre gol (di cui uno su rigore) in 2657 minuti giocati in campionato: una vera miseria rispetto alle 16 reti in 41 incontri disputati nell'intero arco della stagione scorsa che gli erano valse la palma di miglior marcatore della Lazio nel 2008/2009. La riprova che questa non era certamente l'annata di Mauro Zàrate la si è avuta nel corso dell'ultima partita di campionato contro l'Udinese: per l'occasione mister Reja aveva deciso di concedere un'opportunità a chi nel corso della stagione aveva avuto meno spazio rispetto agli altri giocatori. Poteva essere l'occasione giusta per lo stesso numero 10 biancoceleste per salutare degnamente i tifosi laziali. Ma nella formazione titolare, di Zàrate neanche l'ombra. Nella ripresa, al momento del suo ingresso sul terreno di gioco, riceve una vera e propria ovazione da parte di tutto lo stadio. Ma il viso non è più quello sorridente e sbarazzino di una volta. Zàrate è scarico, svogliato, senza nerbo, non ha la minima intenzione di giocare, sbaglia anche gli stop più semplici e chiude una stagione da brividi nel peggiore dei modi. Ora l'attaccante argentino è in vacanza, ha staccato la spina, ma in cuor suo ha una grandissima voglia di ripartire di slancio con la Lazio. A confermarlo è stato in serata l'agente di Maurito, il fratello Sergio Zàrate, ai microfoni di Radio Sei, durante la trasmissione Lazio di Sera. "Maurito sta bene, è arrivato l'altro ieri ad Haedo, sono stato con lui oggi, abbiamo giocato a tennis, abbiamo parlato un pò - ha esordito El Raton -. L'ho trovato triste, ha disputato una brutta stagione con soli 3 gol all'attivo, è consapevole di aver fallito. Avrebbe voluto giocare come lo scorso anno ma non c'è riuscito perchè gli è mancata la fiducia dell'allenatore, gli è mancato ciò che aveva quando è arrivato qui in Italia. Ogni volta che il tecnico lo ha spedito fuori lui ha cominciato a perdere le motivazioni. Una volta si sentiva importante, aveva gli occhi di tutti addosso. In questa annata lo hanno lasciato da solo ed ha cominciato a sentirsi messo in disparte. Naturalmente non dico che sia colpa dell'allenatore o dei compagni il suo fallimento, anche perchè ognuno deve prendersi le proprie responsabilità".
Reja è stato molto duro con Mauro e si aspetta molto da lui. Il timore dei tifosi della Lazio è che si stia preparando il terreno per un possibile addio in futuro...
"No no assolutamente, Mauro ha ancora quattro anni di contratto con la Lazio ed in questo momento pensa esclusivamente a fare bene nel prossimo campionato. Ora mi ha detto che vuole stare tranquillo e rilassarsi con la famiglia, vuole convincere l'allenatore che il suo modo di giocare può essere utile per la squadra. Non ho ascoltato le dichiarazioni di Reja ma se davvero ha detto questo non è molto intelligente...".
Le parole di Reja possono essere un tentativo di dare una mano a Mauro per crescere, come fosse un papà?
"Per me non sono positive. Oggi quando ho incontrato Mauro, lui è stato il primo a dirmi che non capisce l'atteggiamento e le parole di Reja. Se l'allenatore non lo vuole basta che parli con la società e se deve andare via lo porteremo altrove. Non è bello parlare male coi giornalisti di un suo giocatore. L'allenatore dovrebbe usare un pò più la testa".
Probabilmente le difese avversarie in Italia piano piano sono riuscite a prendere le misure ad un giocatore che inizialmente era sconosciuto totalmente...
"Si sicuramente anche questo ha influito sul suo rendimento negativo. Ma Mauro non ha dimenticato come giocare, ha una tecnica impressionante, va aiutato, bisogna infondergli fiducia".
Il fatto di aver compreso molto presto che non sarebbe andato ai Mondiali può aver fatto la sua parte nel renderlo così triste?
"Sono stato un calciatore anche io ed ognuno vorrebbe far parte della Nazionale. Dovrà aspettare il prossimo Mondiale, lui non ci deve più pensare, ormai la stagione infausta è passata. Deve convincersi che nella prossima farà 20 gol".
A proposito di Nazionale, siamo sicuri che Zarate resterà fedele alla Selecciòn?
"Si lui attende con ansia una chiamata dall'Argentina. Si è parlato dell'Italia perchè un agente ci ha chiamati e ce lo ha chiesto. Sarebbe molto interessante ma lui ora pensa solo alla nazionale del proprio paese".
Ma è vero che durante la stagione ha avuto diversi battibecchi coi propri compagni?
"Mauro non mi ha mai detto niente, io non sono dentro lo spogliatoio, forse qualcosa c'è stato ma non di preciso non so dirvi nulla". |di Riccardo Mancini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 162 volte