3 a 1 allo Zurigo, 4 a 1 alla Lazio: signori, il Milan è tornato. La partita giocata dagli uomini di Ancelotti contro la Lazio di Delio Rossi è stata semplicemente da manuale del calcio. Come sia stata possibile una metamorfosi del genere in così poco tempo è, a dir poco, un mistero. Tutti noi abbiamo ancora negli occhi la partita, semplicemente terribile, giocata dai rossoneri contro il Genoa. Ebbene, di quella “non” - squadra, di quei “fantasmi” in campo, sembra proprio non esserci più traccia. Il Milan sceso in campo domenica sera è parso squadra più logica, ben assemblata, omogenea e concreta in ogni settore del campo seppur con le solite lacune in difesa, ben messa sulle gambe e atleticamente in salute; una squadra dove ogni calciatore è stato messo nelle migliori condizioni possibili per esprimersi al meglio delle proprie possibilità e per rendere come sa. Ci riferiamo a Pato, tornato in poco tempo il fenomeno che sappiamo; a Borriello, centravanti autentico in grado di far risalire la squadra in avanti ergendosi a fondamentale punto di riferimento per i compagni e a spauracchio per i difensori avversari; a Kakà, tornato il magnifico giocatore che sappiamo; a Seedorf, che merita, amici milanisti, quel numero 10 al quale è giustamente legato, perché calciatore dai polmoni inesauribili e dalle idee geniali; a Gattuso e Ambrosini, diga insuperabile del centrocampo; a Zambrotta e Jankulovski, stantuffi sulle fasce.
Vorremmo spendere qualche parola per Ancelotti, l’unico Mister che sembra avere 7 vite come i gatti, il vero, grande erede del mitico “Paron” Nereo Rocco. In una settimana ha riplasmato la squadra dandole una precisa identità, un gioco, sicurezza nei propri mezzi, attributi a mai finire. Motivatore di uomini e psicologo come pochi merita stima e fiducia. Attenzione, è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi sia in un senso che nell’altro, ma adesso l’orizzonte appare certamente meno buio e irto di difficoltà. Guai a esaltarsi troppo! Ritrovata la squadra, motivato il gruppo, sarà possibile adesso lavorare con calma e inserire gradualmente Ronaldinho e Sheva senza temere crisi di rigetto. Il Milan ha nuovamente un telaio sul quale poter lavorare. La campagna acquisti è stata di livello superiore e adesso si vede. Borriello è quello che serviva, cioè volontà, spirito di sacrificio, peso e muscoli per potere giocare in questa squadra; Antonini ha già fatto capire che su di lui si può puntare; Abbiati, Zambrotta e Flamini danno garanzie; Ronaldinho sarà la ciliegina sulla torta; Sheva…beh Sheva tornerà pure lui a fare gol, ma occorre ancora pazienza. Il Milan visto ieri merita rispetto. E non dimentichiamoci che all’appello mancavano un certo Pirlo e Senderos. A proposito: che sia lui il nuovo Stam? Noi tutti ce lo auguriamo. Se sarà così, Inter e Juve dovranno cominciare a preoccuparsi. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 139 volte