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2008-09-30

Milan: sei punti d'oro


Dopo le due cocenti (e tutto sommato meritate) sconfitte di inizio campionato e le due convincenti vittorie contro Lazio e Zurigo, ecco aggiungersi alla serie positiva altri due successi, meritati, anche se abbastanza sofferti.
Una sofferenza che poteva anche essere evitata, con un po’ di coraggio ed intraprendenza in più, visto il vantaggio acquisito con relativa facilità a Reggio Calabria e la superiorità numerica dell’altra sera dopo l’espulsione di Burdisso.
Un “killer istinct” che non sembra proprio essere nelle corde del Milan di Ancelotti e che spesso rischia di compromettere quanto di buono la squadra riesce a costruire prima di portarsi in vantaggio.
Carletto dovrebbe lavorare anche per migliorare questi aspetti psicologici che spesso portano la squadra a rinunciare completamente a giocare, consentendo agli avversari non solo il possesso palla, ma anche la convinzione e la sicurezza di poterci attaccare sapendo di rischiare poco o nulla in difesa.
Più che per l’assenza di Pirlo e le novità tattiche che hanno costretto l’allenatore a rivedere le posizioni di centrocampo, le ultime quattro vittorie consecutive sono frutto a mio avviso del recupero atletico di Kakà e della costanza di rendimento di Seedorf, grandissimo giocatore, sebbene spesso discontinuo negli anni passati.
Dai piedi di Kakà sono arrivati gli assist determinanti per Pato a Reggio e per Ronaldinho nel derby, oltre allo spettacolare gol contro la Lazio. Il suo stato di forma e la sua ritrovata vena stanno dando coraggio all’intera squadra, e dimostrano ancora una volta (non che ce ne fosse bisogno) che il vero trascinatore del Milan sia proprio lui.
E non solo in campo, ma anche fuori, nelle interviste, nelle dichiarazioni, nell’eleganza e stile che lo contraddistingue, qualità eccezionali grazie alle quali meriterebbe a pieno titolo l’eredità di Capitano da Paolo Maldini.
Ottime prove hanno anche fornito i laterali, soprattutto in fase di copertura, annullando quasi del tutto le fonti di gioco avversarie (Maicon solitamente straripante è sembrato soltanto un buon giocatore). Bene anche Maldini, peraltro facilitato nei sui compiti di marcatura dall’isolamento a cui è stato costretto Ibra, secondo lo strabiliante schema spettacolo inventato da Special One, il famoso “lancio lungo a Ibra”.
Ma sicuramente il simpatico Mourinho, che in campo insulta e in sala stampa si defila, smentirà tutti i suoi detrattori trionfando in Champions, oltre che in Campionato, dando prova delle sue enormi capacità, per ora (in Italia) apprezzate soltanto nelle schermaglie arroganti e presuntuose contro colleghi o nel vittimismo piagnucolante contro Morganti. Abbastanza bene anche Abbiati, che riscatta in parte le deliranti dichiarazioni del giorno prima, facendosi apprezzare per ciò che ha fatto in campo piuttosto che per le fesserie dette alla stampa. Logiche e finalmente coerenti anche le sostituzioni di Ancelotti, bravissimo nel puntare fin da subito sulla coppia Ronaldinho-Pato anziché affidarsi alla prevedibilità di un attacco a due punte (con Sheva) che avrebbe sicuramente concesso le redini del centrocampo all’Inter.
Insomma, cresce Kakà, cresce il Milan. Come del resto era prevedibile, in considerazione delle difficoltà di preparazione incontrate nel precampionato e delle importanti assenze che si sono susseguite (sia dovute ad infortuni, che agli impegni dei brasiliani alle Olimpiadi). Ora che il gap con le principali avversarie di campionato si è ricucito, si può ripartire con più ottimismo verso l’obiettivo più importante della stagione, recuperando quelle forze, quelle motivazioni e quell’entusiasmo che le prime due sconfitte di stagione sembravano aver del tutto cancellato.
|di Cristiano Cattaneo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 156 volte


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