Una sfida inedita, sempre confronti a distanza, nel passato d’entrambi tante esperienze in comune, non solo Empoli, la più recente per Malesani, ma anche Parma, e Chievo Verona, che vide l’uno succedere all’altro.
Caratteri forti e sanguigni, nella vita come in campo, sinceri si direbbe, spiegazione plausibile alle loro più o meno tormentate carriere. E così, se di Baldini resterà (ahinoi) imperituro il calcio nel posteriore rifilato a Di Carlo (tecnico del Parma), di Malesani impossibile non dimenticare la sfuriata contro i giornalisti ed il pubblico all’epoca, due stagioni fa, della sua esperienza alla guida del Panathinaikos: “Deve esserci sempre uno che paga per tutti? Perché i tifosi non danno una mano alla squadra anziché contestarla. Non ho mai visto una roba del genere, e voi giornalisti abbiate rispetto per la gente, ridacchiate, siete presuntuosi ed ironici, con voi bisogna dire le bugie e fare i ruffiani, i non lo sono, io guardo in faccia tutti, a me non me ne frega nemmeno se m’ammazzano, ho la coscienza a posto io, ché lavoro 24h al giorno”, il tutto condito da 21 “cazzo!!” in tre minuti e quaranta di registrazione. Altro che Trapattoni. Ma a mezzo stampa anche Baldini sa farsi valere, ai tempi della sua stagione a Palermo, l’invettiva contro Zamparini gli costò il posto: “Il presidente pensi a fare il presidente e la smetta di dire cazzate”.
Alberto Malesani nasce a Verona nel 1954, gioca nelle giovani dell’Audace e del Vicenza ma a soli 23 anni, dopo una parentesi in D, decide di ritirarsi dal calcio giocato. Inizia ad allenare nel 1990, a Verona dirige le giovanili del Chievo ma dopo un solo anno diventa il vice in prima squadra di Carlo De Angelis, al quale succede nel 1993 centrando immediatamente la Promozione in B, resta in gialloblu fino al 1997 quando viene chiamato a guida della Fiorentina (prima esperienza in A), succedendo a Ranieri, e ritrovando una vecchia gloria del calcio etneo, Oliveira..
Ed intanto, a Verona, il posto di Malesani lo prende Baldini, alla sua prima esperienza nel calcio davvero professionistico, dopo aver allenato Massese, Siena e Carrarese. Il Chievo arriva 10° in B, e per Baldini, toscanaccio classe 1958, cresce l’interesse di tante società, tra tutte la spunta il Brescia che lo tiene con sé un solo anno, centrando il 7° posto, che non basta alla promozione in A, ed allora il tecnico passa all’Empoli, dove nel giro di due anni riuscirà a centrare la storica promozione in serie A, la terza dalla fondazione del club azzurro, e salvarsi.
Malesani, in quegli anni, lascia la Fiorentina per spostarsi al Parma, tre stagioni ricche di traguardi importanti, dove tecnico e squadra fanno davvero la storia del club vincendo in un sol anno (1998/99): Coppa Italia, Coppa Uefa e SuperCoppa Italiana. Il tutto avvalorato dal 4° posto in serie A, peraltro bissato nelle due stagioni seguenti, a metà della terza però arriva l’esonero. Il primo fallimento è dietro l’angolo, la stagione successiva, col Verona, neopromosso in A e subito retrocesso, poco il feeling tra squadra e tecnico, le due successive stagioni sono un ennesimo tonfo, con gli scaligeri sempre nella metà “pericolosa” della classifica cadetta. Malesani prova allora a rilanciarsi nuovamente in Emilia, ancora con una maglia gialloblu, quella del Modena stavolta, ma è l’ennesima retrocessione con una neopromossa, e l’ennesimo esonero a stagione in corso, sempre dopo una sconfitta contro la Reggina. Ne segue un anno di inattività e la chiamata del Panthinaikos, ma va male anche lì, così torna ad allenare con contratto annuale solo due anni più tardi, dal Gennaio al Maggio del 2007, con l’Udinese. Quando ad Empoli avviene l’esonero di Cagni, ecco una nuova occasione per Alberto Malesani. - articolo letto 224 volte