In tutti gli sport di squadra, e in particolar modo nel calcio, ci si trova ad effettuare numerosi movimenti di corsa, salti e tiri. Questi movimenti sono influenzati prevalentemente da due fattori: la muscolatura agonista impegnata nel gesto tecnico (migliorabile nel corso degli anni con specifiche tecniche) e le abilità tecniche stesse, specifiche, migliorabili si, ma maniera inferiore, specie col passare degli anni quando un ragazzo ha ormai affinato i propri schemi motori. Nel calcio andiamo ad analizzare il gesto tecnico del tiro in porta; gesto che prevede sostanzialmente 3 fasi: la prima di contromovimento, la seconda detta principale, di volo e di ri-equilibrio col conseguente posizionamento del piede d’appoggio al fianco della palla e la terza, la fase finale, di esplosione vera e propria della forza generata dalla contrazione muscolare. Prima di andare a vedere quali sono nello specifico i muscoli implicati nel tiro in porta, diamo una breve definizione di muscoli agonisti e antagonisti. Il Muscolo è costituito da fibre muscolari che, grazie alla capacità di contrarsi, permettono il movimento di diverse parti del corpo.
Viene definito agonista quel muscolo specifico che si contrae durante il movimento. Nel calcio come in qualsiasi altro sport è piuttosto raro che un muscolo si contrae da solo bensì nell’esecuzione di un movimento collaborano più muscoli in maniera contemporanea o in rapida successione.
I muscoli che collaborano all’esecuzione del movimento vengono denominati agonisti o sinergisti mentre quelli che lavorano in direzione inversa durante l’esecuzione dello stesso movimento vengono detti antagonisti. Nella fase del tiro in porta i due arti vengono detti “oscillante” (ossia l’arto che lo realizza) e “portante” (arto d’appoggio). Nell’arto oscillante grazie all’azione del quadricipite femorale la gamba si estende in maniera esplosiva. Si tratta del muscolo più grande e potente dell’uomo. E’ deputato all’estensione dell’articolazione del ginocchio ed è formato dal retto femorale e dai 3 vasti: mediale, intermedio e laterale. Sempre nello stesso movimento la coscia si flette sul bacino tramite l’azione combinata dei seguenti muscoli: ileopsoas, tensore fascia lata e retto femorale. Nello stesso momento viene tirata in ballo anche la muscolatura addominale che si contrae notevolmente (obliquo interno, esterno, muscolo retto e traverso dell’addome). Esaminando l’arto portante il movimento viene sostenuto dal grande gluteo e dal gruppo muscolare degli ischiocrurali. Gli ischiocrurali o muscoli della faccia posteriore della coscia, hanno compiti dinamici di movimento. Ricordando che rappresentano il gruppo muscolare più soggetto a infortuni nel giuoco del calcio, il gruppo è formato da: bicipite femorale (si inserice sulla testa del perone), semitendinoso (inserzione a fianco della cresta tibiale, concorre inoltre a formare il tendine della zampa d’oca) e semimebranoso (al di sotto del precedente ma più voluminoso). Questo gruppo muscolare come detto è molto importante nell’appoggio del piede a terra e sono, inoltre, quei muscoli più di tutti soggetti ad accorciamento. Completano il movimento dell’arto portante l’estensione della gamba tramite il quadricipite femorale descritto in precedenza e la flessione plantare del piede tramite il tricipite della sura - articolo letto 19113 volte