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2008-06-30

Spagna campione d'Europa


Secondo titolo Europeo per la Spagna, decide un gol di Torres. La Germania fallisce il 4° alloro continentale. Alle Furie Rosse và anche il giocatore che si laurea capocannoniere: Villa, assente fra l’altro in Finale per infortunio.
I TORI MATANO I PANZER - a parte la brillantezza vincente degli iberici questa kermesse sarà rimembrata per la magica Turchia e per la sorprendente Russia. L’Italia intanto piange la fuoriuscita anticipata della Nazionale di Donadoni.
La Spagna vincitrice degli Europei appena conclusosi è stata l’espressione di uno stile brillante inusuale che l’ha fatta da padrone nel corso della sua manifestazione, consentendole di issarsi sul tetto d’Europa, a distanza di ben 44 anni dall’ultima affermazione di rilevo, dando seguito ad una snervante attesa nel corso della quale era riuscita a racimolare a malapena un 2° posto agli Euro’84, dietro la Francia di Platini.
Le Furie Rosse dopo decenni si staccano di dosso lo scomodo e fastidioso appellativo d’eterna incompiuta, visto che in ogni appuntamento di gala, pur partendo coi favori del pronostico, riusciva puntualmente a disfare tutti i buoni propositi andando a sbattere contro se stessa, palesando una condizione semi reproba. Ed è così che gli iberici nel corso della lunga storia non sono mai riusciti –ad esempio- ad oltrepassare i quarti di finale nelle varie edizioni dei Mondiali cui han preso parte, vincendo un solo titolo Europeo nel remoto 1964, all’epoca di Amancio e Suarez.
Finalmente è quindi arrivato il momento tanto sospirato da un’intera Nazione affamata di rivincita a dispetto di un antiestetico passato di certo non recondito. In questa kermesse, che potrebbe rappresentare la svolta per le future ambizioni dei Tori, gli uomini del 70enne Aragones sono stati gli unici a sfoderare una certa qualità di gioco ed una continuità invidiante: l’unico team riuscito a smorzarne le velleità era stato proprio l’Italia, ma gli azzurri sono stati matati ai calci di rigore, ultima risorsa di una compagine senza rilevanti punti deboli, almeno non così evidenti da pregiudicarne la gloria assoluta.
Il gioco… giocoso dei giallorossi (che in questo torneo si son permessi il lusso impareggiabile di lasciare a casa un certo Raul…) sovrasta in finale una Germania priva di fantasia (la dote principe degli spagnoli), contratta e quasi demotivata, senza quel proverbiale orgoglio che da sempre la contraddistingue.
I 3 volte campioni Europei sono apparsi confusi, remissivi ed a tratti come se fossero arrivati fin qui per forza d’inerzia, quasi per diritto di blasone che per meriti autentici. Eppure i tedeschi potevano contare su di un collettivo di assoluto rispetto, da Ballack a Klose, da Podolski a Lahm, ma evidentemente a non funzionare alla perfezione è stato l’”arrangiamento”, a causa probabilmente delle non validissime capacità del proprio allenatore, o perché no, del preparatore atletico.
Non c’è altra spiegazione nel non gioco esternato nell’ultimo atto di questi Euro2008, per una comitiva che ha lasciato a stecchetto i propri tifosi proprio sul più bello, quando ogni team cerca di tirare fuori ogni risorsa, nonchè quando dovrebbe emergere la vera stoffa del campione. Ed è per questo che ad asservire l’Europeo è stata la Spagna, team che quanto a capienza qualitativa non è certamente è inferiore a nessuno, almeno per quel che concerne le partecipanti a codesta kermesse.
Ma l’Euro2008 svoltosi un Svizzera ed Austria sarà rimembrato anche per le storiche magie turche targate Terim e per la nuova realtà russa (nonchè per il proprio fuoriclasse nascente Arshavin) che si appresta ad imperare in un futuro non proprio remoto nel fottball continentale. Peccato che noi non potremo annoverarlo fra i migliori ricordi, vista la cocente delusione degli azzurri guidati (male) da Donadoni, assai lesto a registrare una sorta di “anacoluto” col buon senso e la meritocrazia, mediante scelte riprovevoli come quella di non adoperare ad oc il miglior talento azzurro rispondente al nome di quel povero Del Piero, bersaglio mobile dei soliti “criminali” allenatori di turno che a quanto pare la nostra Nazionale è brava a rintracciare…
Noi italiani però ci consoliamo in parte con la direzione della Finalissima affidata al nostro Rosetti, per quello che è, al di là dei meriti del soggetto in questione, un riconoscimento di una certa caratura all’intera classe arbitrale “azzurra”.
IL TABELLINO DELLA FINALE:
GERMANIA: Lehmann; Friedrich, Martesacker, Metzelder, Lahm (1'st Jansen); Frings, Hitzlsperger (13'st Kuranyi); Schweinsteiger, Ballack, Podolski; Klose (34'st Gomez). In panchina: Enke, Adler, Frtz, Westermann, Rolfes, Neuville, Trochowski, Borowski, Odonkor. Allenatore: Loew.
SPAGNA: Casillas; Ramos, Marchena, Puyol, Capdevila; Iniesta, Senna, Xavi, Silva (21'st Cazorla); Fabregas (18'st Xabi Alonso); Torres (33'st Guiza) In panchina: Palop, Reina, Albiol, Navarro, Villa, Cazorla, Sergio Garcia, Arbeloa, Juanito, De La Red. Allenatore: Aragones.
ARBITRO: Rosetti (Italia).
RETE: 33'pt Torres.
NOTE: serata calda, terreno in ottime condizioni, spettatori: 51.428. Espulsi: Ammoniti: Ballack, Casillas, Torres, Kuranyi. Angoli: 8-5 per la Spagna. Recupero: 1'; 3'.
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