E' ora di fermare un sistema che sta portando morte e dolori. Il calcio bello, quello dello sport, quello che cercava di superare le barriere degli interessi economici, delle partite pilotate, del doping, adesso subisce un nuovo colpo. Nella giornata del ricordo della tragedia della morte di Ermanno Liuzzi, dirigente della Sammartinese (squadra di terza categoria), a causa di una rissa allo stadio Luzzi a fine gara, si commenta un'altro fatto increscioso, quasi inimmaginabile. Altra partita, altra vittima. Adesso un povero padre di famiglia lascia a 38 anni moglie e figli per una sciocca partita, per un folle gesto di un'ultras. Dalle serie minori sino alle serie A il motivo non cambia, i gesti nemmeno. Si parla tutti una stessa lingua: l'odio. Tinte forti che macchiano un calcio che lotta ogni giorno per dare valori, per dare insegnamenti. Ogni volta si cade per poi cercare di risollevarsi: inutilmente. Il calcio si ferma e deve farlo, ma ancor più ognuno di noi nel suo piccolo deve pensare che la colpa non è mai dell'altro ma ognuno, in minima parte è parte di questo gioco, che cosi non ha più motivo di proseguire. - articolo letto 204 volte