Carlos Dunga, centrocampista brasiliano classe ’63, considerato “il brasiliano d’Europa” per le sue caratteristiche più vicine ai granitici giocatori tedeschi che ai giocolieri brasiliani. Inizia la carriera in Brasile cambiando più volte casacca (Internacional, Corinthians, Santos, Vasco da Gama), ma sembra nato per l’Europa ed infatti è il 1987 quando un grande talent scout come Anconetani (allora alla guida del Pisa) lo porta in Italia. Diventa il perno del centrocampo nerazzurro e si fa conoscere dal calcio italiano per la linearità delle sue giocate sfoggiando anche una tempra da leader, tanto che un anno dopo viene ceduto alla Fiorentina dove gioca 4 stagioni prima di chiudere l’avventura italiana nel Pescara. All’età di 30 anni si trasferisce in Germania e 2 anni dopo in Giappone, chiude la carriera a 37 anni in patria, nell’Internacional. Considerato schivo fuori dal terreno di gioco e a disagio davanti alle telecamere, ma grande giocatore in campo, in grado di unire la tenacia del mediano alla lucidità del regista, dotato anche di un tiro dalla distanza preciso quanto potente.
In nazionale Dunga gioca 91 volte segnando 6 gol, partecipa a tre Campionati del Mondo, e raggiunge l’apice a USA ‘94 quando segna un rigore nella finale di Pasedena e alza, da capitano, la Coppa del Mondo. Decide di diventare allenatore e come primo incarico, nel 2006, viene nominato allenatore della nazionale brasiliana, un anno dopo conquista la Coppa America (in finale con l’Argentina). - articolo letto 225 volte