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2008-10-14

Armstrong al Giro 2009: ma siamo sicuri che sia un bene?


Già, sarà poi proprio il caso di esultare per la partecipazione del texano al prossimo Giro o dovremo invece rattristarci?
È quanto si pone il giornalista del Corriere dello Sport Sergio Rizzo che sulle righe del giornale esprime le sue riserve riguardo al ritorno alle corse di Armstrong, lanciando dei seri interrogativi sulla buona fede dello stesso e sulla regolarità dei 7 successi ottenuti alla Gran Boucle, in particolare nel ’99 quando nelle sue provette furono trovate traccie non indifferenti di EPO, sostanza che si potè iniziare a scoprire solamente nel 2000. Tour che a quanto pare, stando così le cose, il texano potrebbe veramente non correre il prossimo anno. Ecco perché Armstrong avrebbe optato per la sua partecipazione al Giro.
Altro che rigurgito di rimpianti, ma solo opportunismo. Almeno è quello che asserisce Rizzo che di certo non le manda a dire, lanciando stoccate durissime all’americano.
“La presenza di Lance Ar­mstrong –afferma Rizzo tra le righe del quotidiano- getta buio sul prossimo Giro. Già que­st’anno è stata notata una grande differenza tra i controlli effettuati al Giro e quelli al Tour. In Italia si corre sotto l’egida dell’Uci, la Federazione Internazio­nale, le cui metodologie di controllo (soprattutto per quanto riguarda i test a sorpresa) sono risibili. In Francia tutto è affidato al­l’agenzia nazionale antido­ping, che lavora in tutt’al­tro modo e in piena colla­borazione anche con le strutture della giustizia italiana (che invece, para­dossalmente, sono escluse dal Giro)”.
Rizzo rincara la dose “Sa­rebbe inoltre giusto che Armstrong chiarisse i mo­tivi del suo ritorno: essere testimonial della lotta al cancro non basta. L’ha già fatto bene quando correva, ha continuato a farlo bene quando s’è ritirato. Ce ne racconti un’altra.
”Rizzo comunque non è l’unico a pensarla così. Anzi. Ricordiamo che la sua carriera è stata funestata nell'ottobre del 1996 da un cancro ai testicoli, sconfitto nel 1998; a seguito di ciò è diventato un simbolo della lotta a questa malattia, che sostiene con numerose iniziative, tra le quali la fondazione della Lance Armstrong Foundation molto nota anche perché finanziata da un'idea di Lance. Tornando all’Epo rintracciata nel suo sangue nel ’99 ci sono medici che affermano che questa sostanza possa essere stata indotta dal ciclo chemioterapico cui il texano si sottopose a suo tempo.
C’è da dire comunque che negli anni 90 sulle salite di montagna Armstrong prendeva decine di minuti di ritardo dagli specialisti. E ciò desta ulteriori sospetti visto che è infatti ritenuto impossibile modificare certe caratteristiche in un adulto già formato.
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