Considerato da tanti addetti ai lavori il più grande pilota che sia mai sceso in una pista di F1, almeno prima dell’avvento di dio Schumacher, Senna ha vinto 3 titoli iridati (2 volte 2°, 1 volta 3°), fregiandosi anche di 5 Mondiali Costruttori. In totale ha vinto 41 GP e 65 pool, per quello che sembrava un super record inavvicinabile prima che Schumy lo infrangesse arrivando a 68. Senna putroppo è scomparso tragicamente nel 1994 durante il GP Sanmarinese, a seguito di un terrificante incidente. Ma andiamo per ordine. Il primo iride Senna se lo aggiudicò nel 1988 a bordo di una McLaren semplicemente fantascientifica: i record stabiliti in quella stagione saranno ritenuti a lungo imbattibili e solo negli anni 2000 la Ferrari di Schumacher e Barrichello riuscirà ad infrangerli quasi tutti. Proprio in quel 1988 cominciarono i celebri scontri in pista e fuori (a parole, un pò come è successo tra Alonso ed Hamilton nel 2007), per un binomio che rischio’ di passare alla storia più per l’attrito che lo contraddistingueva che per le imprese epiche. Malgrado fossero compagni di team i due si beccavano come galli in un pollaio, dando vita in gara a duelli incredibili senza fine che hanno fatto la gioia degli appassionati. I due driver erano incompatibili e presto finirono quasi con l’odiarsi. Significativo sarà l’epilogo del Mondiale 1989 che ebbe un esito rocambolesco senza precedenti e senza repliche. Arrivati all’ultimo GP col titolo ancora conteso fra Prost e Senna succede l’inverosimile. Ecco quanto riporta la letteratura sportiva: “A cinque giri dalla fine, dopo un duello durato per tutta la corsa, Senna tentò di superare il rivale alla chicane che precede il traguardo: il francese, anticipando l'ingresso in curva, chiuse il brasiliano bloccando le due vetture. Si trattò di una manovra molto discussa che ancora oggi non mette d'accordo i sostenitori dei due piloti: effettivamente, a termini di regolamento, Prost aveva diritto di traiettoria, avendo il muso della macchina più avanti di quello dell'avversario, ma la sua leggera sterzata verso l'interno della curva sembrò una manovra volta a generare l'incidente. Prost terminò lì la propria gara, Senna invece ripartì grazie ad una spinta dei commissari, ed attraversando la chicane (con l'autorizzazione di un commissario con la bandiera verde) rientrò in gara, pur con l'ala anteriore fuori uso per il contatto col francese. Dopo la sosta ai box, per il cambio del musetto, e il furioso inseguimento ad Alessandro Nannini, primo a quattro giri dal termine con dieci secondi di vantaggio sul brasiliano, Senna riuscì a tagliare per primo il traguardo, riaprendo il mondiale. Alla fine della gara, però, sul gradino più alto del podio salì Nannini: Senna era stato squalificato per salto di chicane e violazione del regolamento (non poteva tagliare la chicane durante la ripartenza e si era fatto aiutare dai commissari per tornare in gara dopo un fuoripista), e Prost poté così fregiarsi del titolo di campione del mondo.”
Nel 1990 tuttavia Senna riuscirà a rifarsi sempre a bordo della McLaren, stavolta però liberatosi di Prost nel frattempo passato alla Ferrari. Anche questo titolo culminerà fra le polemiche con Senna che all’ultimo GP sperona l’odiato Prost, aggiudicandosi così il titolo. Nel 1992 Senna vincerà l’ultimo titolo iridato. Poi il declino a bordo della Williams e nel ’94 il tristemente famoso incidente che se lo porterà via per sempre: Senna, durante il GP di San Marino, usci di pista in curva ed andò a schiantarsi contro il muro del Tamburello. La sua morte lascio sottoschock il Mondo della F1 ma diede una spinta decisiva nel rendere veramente sicuro uno sport che già si era portato via troppi giovani innocenti. Lo sport è vita e non può mai portare alla morte. Ecco in proposito una lista con tutti i piloti deceduti durante un GP di F1 (clicca qui. L’ultimo di questa macabra lista fu proprio Senna. - articolo letto 351 volte