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2009-03-11

Napoli, ecco la concezione tattica di Donadoni


Pedina fondamentale del Milan vincente di Sacchi, Roberto Donadoni, centrocampista destro dalle spiccate doti tecniche, ex allenatore di Livorno e della nazionale italiana, è il nuovo allenatore del Napoli.
Dal mitico tecnico di Fusignano, Donadoni, ha cercato di apprendere tutti i segreti del mestiere e il modo di concepire il calcio fatto di pressing asfissiante e di ripartenze fulminanti con una particolare dedizione alla fase difensiva.
Dopo fortune alterne sulle panchine di Lecco, Genoa e Livorno, Roberto Donadoni, coglie l'occasione della vita in pieno scandalo calciopoli, accettando l'offerta della federazione italiana, per poter guidare la nazionale agli europei Austro-elvetici del 2008. Il cammino tricolore di Donadoni si rivela subito pieno di insidie e soltanto dopo una serie di esperimenti tattici, la sua nazionale trova una propria identità schierdandosi in campo con il classico 4-3-3 o con 4-3-2-1 adattato a seconda degli avversari con un centrocampo di rottura e un attacco a trazione offensiva con una punta centrale accompagnata da due ali veloci e tecnicamente valide. La nuova variante tattica si rivela quella giusta. Questo modulo consente alla squadra di sviluppare adeguatamente la fase offensiva, anche se in alcune circostanze fa fatica a difendere.
Questo sarà probabilmente anche il modulo di base che adotterà il Napoli durante in questa stagione, cercando di essere duttili e capaci di affrontare ogni situazione. Nei momenti di difficoltà il credo tattico di Donadoni potrebbe subire prevedere anche alcuni accorgimenti, variando quindi nella predisposizione del tridente avanzato con un trequartista a supporto di due attaccanti. La domanda in questo momento è d'obbligo...Come si schiererà il Napoli di Donadoni? La formazione del Napoli potrebbe essere questa: Iezzo, Santacroce, Cannavaro, Contini, Aronica, Blasi, Pazienza, Hamsik, Lavezzi, Denis, Datolo. Con un Napoli in piena crisi e con un'infermeria piena in ogni reparto, Donadoni probabilmente schiererà un Napoli più accorto nella trasferta di Reggio Calabria con un 4-4-2 per poi passare probabilmente ad un 4-3-3 già dalla sfida interna contro la sua ex squadra, il Milan. In un clima cosi' teso a Donadoni spetterà l'arduo compito di recuperare questi giocatori sotto il profilo mentale cercando allo stesso tempo di gettare le basi del suo progetto tattico in poche settimane e con sole 11 gare a disposizione.
Ecco alcune dichiarazioni del tecnico bergamasco rilasciate ai tempi del corso di Coverciano che si sintetizzano perfettamente il suo modo di intendere il calcio: "Sul campo chiedo ai giocatori di essere propositivi. In fase difensiva il centravanti ha il compito di orientare la manovra avversaria verso la zona prestabilita ed eventualmente di andare a schermare il metodista avversario in certe situazioni tattiche, ma non voglio snaturarne le caratteristiche e costringerlo ad un lavoro impegnativo. Anche le ali vanno a disturbo dei terzini quando questi sono bassi e non chiedo loro di rincorrere l’avversario o di proteggere il lato debole facendo il quinto uomo. Il mediano deve evitare di schiacciarsi a ridosso del reperto arretrato per evitare di perdere un uomo fondamentale in caso di recupero di palla ed innesco della ripartenza. Grande dinamismo debbono avere invece gli interni che debbono essere in grado di sia di aprire che di stringere a seconda del contesto.
Sotto la linea della palla è indispensabile non farsi trovare mai in meno di cinque giocatori, sei è l’ideale. Il reparto arretrato difende sostanzialmente su due linee di copertura con palla centrale e su una linea con palla laterale. Contro due punte centrali voglio che il difensore sul lato debole stringa la diagonale, lasciando eventualmente libero il lato cieco, per evitare il 2:2. Se il terzino sul lato debole, per varie ragioni, non è in grado di stringere centralmente, è il mediano che in via eccezionale può entrare in copertura.
In fase offensiva l’obiettivo è quello di sfruttare le qualità individuali, pur fornendo ai giocatori una serie di flussi di gioco alternativi che consentano loro d’identificare l’uscita più opportuna e sviluppare la manovra in un contesto situazionale a seconda del tipo di pressing applicato e delle problematiche create dallo schieramento avversario. Non mi dispiace avere il controllo della gara attraverso un buon possesso di palla, ma l’idea principale è quella di andare ad aggredire gli spazi e velocizzare l’azione, anziché ricorrere a lunghe trame di gioco che favoriscono il piazzamento avversario. Sul campo lavoreremo spesso utilizzando esercitazioni di perfezionamento tipo 6 contro 0 e 11 contro 0.
Come anticipato, lavoreremo sia sul 4-3-3 che sul 4-3-1-2".
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