Storia del Tour De France: da Romain a Sylver Maes al tour del '48 che fece epoca
1936 DA ROMAIN A SYLVER MAES
Nel ’36 il Tour è stravinto da Sylvere Maes, omonimo di Romain,
costretto al ritiro. Il governo italiano vieta ai propri corridori di partecipare al
Tour per motivi politici. Le Greves vincerà 6 tappe. 1937 LAPEBIE APPROFITTA DEL FORFAIT DI S.MAES
Roger Lapebie approfitta del ritiro alla 16^ tappa di S. Maes (in segno di
protesta per aver pagato una penalità di 15 secondi) per strappargli la maglia
gialla portandola sino al traguardo finale. Mario Vicini giungerà 2° staccato
di circa 7’. Italia che in quella edizione vincerà 3 tappe (Generati, Bartali,
Camusso), vestendo la maglia g. in 2 occasioni con Gino Bartali. Il
celeberrimo ciclista toscano (il più grande insieme a Coppi) mancò la prima
doppietta Giro D'Italia-Tour de France a causa di una caduta in un torrente
nella tappa Grenoble-Briançon, mentre era in testa alla classifica generale.
Soccorso e rimesso in sella dal compagno Francesco Camusso, terminò
soffrendo la tappa mantenendo la Maglia gialla. Al termine della tappa
successiva fu superato in classifica ed anche per ordine della federazione si
ritirò. Il plurivittorioso di tale dizione fu il belga Meulenberg con 4 successi
parziali. 1938 IL TRIONFO DI GINO BARTALI FA ANDARE L’ITALIA IN TRIPUDIO
Nel 1938 il Tour torna nelle mani di un italiano. Se lo accaparra
proprio il mitio assoluto Gino Bartali, dopo l'aspra lotta con il belga
Félicien Vervaecke. Bartali sferrò l'attacco decisivo sulle Alpi, nella
tappa Digne-les-Bains-Briançon, quando andò in fuga sull'Izoard e
arrivò al traguardo con 5 minuti di vantaggio sul gruppo, strappando
la maglia gialla a Vervaecke nelle ultime salite del Tour. Un'impresa
epica, alla Bartali appunto. In codesta kermesse Ginettaccio si
aggiudicò 2 frazioni ed indossò il simbolo del primato per 10 giorni. Gli
azzurri vinsero altre 2 tappe con Servadei e J.Rossi. 1939 IL RISCATTO DI S.MAES
Il 1939 vide il ritorno al successo di S.Maes che sbaraglia ogni rivale.
Il governo italiano e quello tedesco proibirono la partecipazioni dei propri corridori per motivi
politici, tra di essi c’era anche il vincitore della precedente edizione del Tour Gino Bartali. Dopo
questa edizione il Tour subirà uno stop forzato a causa della 2^ Guerra Mondiale destinata a
cambiare il volto della Terra. La Corsa Gialla riaprirà i battenti soltanto nel 1947. 1947 UN OUTSIDER SI AGGIUDICA UN TOUR SENZA CAMPIONI
Dopo gli orrori della Guerra riparte il Tour, districandosi fra strade interrotte,
dissestate, macerie fisiche e morali. Fu un Tour atipico, senza veri campioni. Per
gran parte della corsa il francese Vietto diede l’impressione di portare a casa la
vittoria ma nelle battute finali cedette lo scettro all’italiano (poi naturalizzato
francese) P.Brambilla che a sua volta, nell’ultima tappa, che doveva essere una
passerella per il vincitore, si arrese dinnanzi ad una fuga da lontano del padrone
di casa Robic che a sorpresa, da sconosciuto, vinse il Giro. Robic precedette di
circa 4’ il connazionale Fachleitner e Brambilla di 10’ e rotti. Gli azzurri in quella
edizione vinsero 2 tappe con Ronconi e Tacca ed indossarono per 4 giorni la m.g., 2 con Ronconi e
Brambilla. 1948 IL TOUR CHE FECE EPOCA
Quello del 1948 è stato senza ombra di dubbio il Tour più bello di tutti i tempi, specie per l’Italia, che
vide trionfare come un eroe epico Gino Bartali, già
vincitore della Gran Boucle 10 anni orsono, a 24 anni.
La sua impresa è entrata nell’Olimpo dello sport,
emblematica per la nostra Nazione. Bartali nel ’48
aveva 34 anni, un’età quasi improponibile per un atleta
del tempo. Tutti lo consideravano una scarpa vecchia ed
invece infiammò il Paese, salvandolo persino dalla
guerra civile a seguito del tentato omicidio ai danni del
leader comunista Togliatti. In Italia si viveva in quei
giorni una situazione tesissima, al punto che il
Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi telefonò a
Bartali la sera prima della 14a tappa per incoraggiare il
campione toscano. Al di là delle enfatizzazioni,
indubbiamente il trionfo di Bartali contribuì a
rasserenare il clima di tensione nel Paese. Bartali
a metà Giro accusava oltre 20’ di gap da Louis
Bobet, rinvigorendo in tal modo le opinioni di chi
lo dava per finito. Pian piano Bartali sferrò il suo
attacco alla maglia gialla, recuperando tutto il
divario accumulato, trionfando tra l’incredulità
generale..Bartali in quel Tour vinse 7 tappe
(record italiano sinora imbattuto) indossando la
m.g. in 9 occasioni. Gli azzurri vinsero altre 4
tappe con Rossello, Sciardis e Corrieri (2). Gino
Bartali nella sua gloriosa carriera, pur fra
infortuni, guerre e disavventure varie, riuscì a
vincere, fra l’altro, 3 Giri d’Italia, 4 Milano
Sanremo, 3 Giri di Lombardia, ecc..Celebre il
dualismo creatosi con Coppi, che dividerà l’Italia
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