Storia del Tour De France: dal tris di Hinault alla beffa di Lemond a Chiappucci
1981 HINAULT: E’ TRIS!
Questo tour è un monologo abbastanza noioso di Hinault che si riprende la gloria a redini basse.
Nessuno riuscirà a ridurre la sua distruttività, e così trionferà con circa un quarto d’ora su Van Impe.
In evidenza ancora Maertens con 6 tappe all’attivo. Per l’Italia è buio pesto.. 1982 HINAULT CALA IL POKER
Hinault cala il poker in tutta tranquillità, trionfando con 6’21’’ su Zoetemelk. Italia ancora in bianco. 1983 FIGNON NON FA RIMPIANGERE L’ASSENZA D’HINAULT
Fignon a soli 23 anni si aggiudica il 1° Tour della carriera approfittando
dell’assenza del campionissimo Hinault. Fignon precederà Arroyo
(spagnolo) di oltre 4’. Gli azzurri si fanno onore aggiudicandosi 1 tappa
con Magrini. Laurent Fignon era soprannominato "Il Professore" per il
fatto che correva con gli occhiali. 1984 FIGNON LE SUONA AL GRANDE RIVALE HINAULT
Fignon concede il bis, approfittando evidentemente di un Hinault non in
gran spolvero, che arriverà al traguardo finale con oltre dieci minuti dal
vincitore. Fignon comunque disputa un gran Tour, aggiudicandosi anche 5
frazioni. L’Italia è ancora in sordina. 1985 HINAULT PENTACAMPIONE
Hinault è deciso a centrare il 5° Tour che
lo proietterebbe nella mitologia. Per
farlo reclutò l’americano LeMond per il
Tour del 1985. In cambio del suo aiuto, Hinault promise in
televisione che avrebbe dato il suo sostegno a LeMond l'anno
seguente, nel Tour de France 1986. Promessa che poi manterrà in
pieno. Nonostante una caduta in una discesa veloce e aver di
conseguenza corso con gli occhi pesti a causa delle ferite, Hinault
(anche grazie all’assenza di Fignon) vinse con sicurezza e ribadì
pubblicamente la sua promessa di aiutare LeMond (giunto a 1’42’’)
l'anno successivo. 1986 HINAULT RICAMBIA IL FAVORE A LEMOND
Come promesso Hinault aiuterà Lemond (USA) a vincere il Tour, con 3'10'' proprio su Hinault.
L'Italia torna a sorridere grazie al velocista Bontempi che fa sue 3 tappe. 1987 ROCHE VINCE PER IL ROTTO DELLA CUFFIA
Il tour vede l'assenza dei due protagonisti delle passate
competizioni: Bernard Hinault si è ritirato e Greg LeMond è
assente per un pesante infortunio. L’irlandese Roche strapperà
la maglia gialla che Delgado indossava per una ventina di
secondi sullo stesso Roche che a cronometro recupera il piccolo
gap e va a vincere il Tour con +40’’ sullo spagnolo, che dovrà
rimandare l’appuntamento con la gloria. 1988 DELGADO DOPATO E VINCENTE
Il Tour 1988 se lo aggiudica senza indugi Delgado. In un controllo Delgado
risulta positivo ad un prodotto che non è ancora vietato dall'Unione
Ciclistica Internazionale, e viene scagionato. È solo il preludio ad un
fenomeno, quello del doping, che si allargherà a macchia d’olio, mettendo a
repentaglio persino il futuro del Tour. Anche questo fattore contribuisce a
rendere poco entusiasmante una edizione generalmente poco
combattiva e sotto tono. L’Italia vince ben 4 tappe con
Bontempi, Tebaldi, Ghiotto e Bugno. In auge l’olandese Van
Poppel con 4 affermazioni. 1989 LEMOND PREVALE PER 8’’
Lemond si aggiudica il Tour 1989 rimontando nell’ultima tappa
a cronometro una cinquantina di secondi a Fignon che alla fine
perderà la Gran Boucle per 8’’, minimo divario di sempre. Fra gli italiani, una
tappa va a Valerio Tebaldi e Giovanni Fidanza. 1990 LEMOND BEFFA CHIAPPUCCI, MA L’ITALIA TORNA IN AUGE DOPO DECENNI DI
BUIO
Nel 1990 il Tour verrà vinto da Greg Lemond (ancora a stento), giovandosi come di consueto di una
cronometro decisiva. Codesta corsa gialla, infatti, non partiva
col pronostico in favore di qualcuno. Si era ancora alla
ricerca di un fuoriclasse alla Hinault in grado di
addormentare la competizione. Ad un certo punto sembrava
lo si fosse rinvenuto in un certo qual modo in Claudio
Chiappucci. L’Italia tornava a sognare in grande, magari al
gradino più alto del podio, cui non salivamo ormai dal ’65.
Chiappucci aveva colto tutti di sorpresa partecipando ad una
fuga in pianura già alla 1^ tappa. In montagna aveva
mostrato ottime doti di scalatore, e quindi lasciava ben
sperare per i colori azzurri, anche perché il vantaggio
continuava ad essere di circa 10’ su Lemond, il più temibile
antagonista. Tuttavia man mano che le salite si facevano più
dure Chiappucci iniziava a perdere terreno. Il giorno che
indossò la maglia gialla (12^ tappa) Lemond era ancora ad
oltre 7’, un divario rassicurante. Chiappucci ancora resisteva
senza tentennare più di tanto. Tuttavia nella frazione
successiva che portava la carovana gialla da Villard de Lans a
St.Etienne, accade quello che tutti temevamo: Chiappucci va
in crisi, rimediando quasi 5’ da Lemond che adesso in
classifica generale gli è ad appena 2'34’’. A questo punto Chiappucci dovrebbe contare su tutte le sue
forze, superando se stesso. Ci sono ancora percorsi proibitivi da affrontare, compresa una corsa
contro il tempo che non gli dovrebbe lasciar scampo. Lemond continua a farsi sotto e nella frazione
con arrivo ad Ardiden sferra un altro attacco debilitante per il nostro atleta che ormai ha il fiato
dell’americano sul collo. Soltanto 5’’ dividono i due contendenti alla vittoria finale. Si arriva perciò
alla cronometro. Come da copione Lemond gli strappa il simbolo del primato, andando a vincere con
2'16 su Chiappucci. L’Italia si può consolare per aver tornato a sognare; per aver vinto 5 tappe
(Argentin, Ghiotto, Bugno, Bugno e Bontempi) ed aver vestito la m.g. 8 volte. - articolo letto 641 volte