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2009-04-09

Storia del Tour De France: dal tris di Hinault alla beffa di Lemond a Chiappucci


1981 HINAULT: E’ TRIS!
Questo tour è un monologo abbastanza noioso di Hinault che si riprende la gloria a redini basse. Nessuno riuscirà a ridurre la sua distruttività, e così trionferà con circa un quarto d’ora su Van Impe. In evidenza ancora Maertens con 6 tappe all’attivo. Per l’Italia è buio pesto..
1982 HINAULT CALA IL POKER
Hinault cala il poker in tutta tranquillità, trionfando con 6’21’’ su Zoetemelk. Italia ancora in bianco.
1983 FIGNON NON FA RIMPIANGERE L’ASSENZA D’HINAULT
Fignon a soli 23 anni si aggiudica il 1° Tour della carriera approfittando dell’assenza del campionissimo Hinault. Fignon precederà Arroyo (spagnolo) di oltre 4’. Gli azzurri si fanno onore aggiudicandosi 1 tappa con Magrini. Laurent Fignon era soprannominato "Il Professore" per il fatto che correva con gli occhiali.
1984 FIGNON LE SUONA AL GRANDE RIVALE HINAULT
Fignon concede il bis, approfittando evidentemente di un Hinault non in gran spolvero, che arriverà al traguardo finale con oltre dieci minuti dal vincitore. Fignon comunque disputa un gran Tour, aggiudicandosi anche 5 frazioni. L’Italia è ancora in sordina.
1985 HINAULT PENTACAMPIONE
Hinault è deciso a centrare il 5° Tour che lo proietterebbe nella mitologia. Per farlo reclutò l’americano LeMond per il Tour del 1985. In cambio del suo aiuto, Hinault promise in televisione che avrebbe dato il suo sostegno a LeMond l'anno seguente, nel Tour de France 1986. Promessa che poi manterrà in pieno. Nonostante una caduta in una discesa veloce e aver di conseguenza corso con gli occhi pesti a causa delle ferite, Hinault (anche grazie all’assenza di Fignon) vinse con sicurezza e ribadì pubblicamente la sua promessa di aiutare LeMond (giunto a 1’42’’) l'anno successivo.
1986 HINAULT RICAMBIA IL FAVORE A LEMOND
Come promesso Hinault aiuterà Lemond (USA) a vincere il Tour, con 3'10'' proprio su Hinault. L'Italia torna a sorridere grazie al velocista Bontempi che fa sue 3 tappe.
1987 ROCHE VINCE PER IL ROTTO DELLA CUFFIA
Il tour vede l'assenza dei due protagonisti delle passate competizioni: Bernard Hinault si è ritirato e Greg LeMond è assente per un pesante infortunio. L’irlandese Roche strapperà la maglia gialla che Delgado indossava per una ventina di secondi sullo stesso Roche che a cronometro recupera il piccolo gap e va a vincere il Tour con +40’’ sullo spagnolo, che dovrà rimandare l’appuntamento con la gloria.
1988 DELGADO DOPATO E VINCENTE Il Tour 1988 se lo aggiudica senza indugi Delgado. In un controllo Delgado risulta positivo ad un prodotto che non è ancora vietato dall'Unione Ciclistica Internazionale, e viene scagionato. È solo il preludio ad un fenomeno, quello del doping, che si allargherà a macchia d’olio, mettendo a repentaglio persino il futuro del Tour. Anche questo fattore contribuisce a rendere poco entusiasmante una edizione generalmente poco combattiva e sotto tono. L’Italia vince ben 4 tappe con Bontempi, Tebaldi, Ghiotto e Bugno. In auge l’olandese Van Poppel con 4 affermazioni.
1989 LEMOND PREVALE PER 8’’
Lemond si aggiudica il Tour 1989 rimontando nell’ultima tappa a cronometro una cinquantina di secondi a Fignon che alla fine perderà la Gran Boucle per 8’’, minimo divario di sempre. Fra gli italiani, una tappa va a Valerio Tebaldi e Giovanni Fidanza.
1990 LEMOND BEFFA CHIAPPUCCI, MA L’ITALIA TORNA IN AUGE DOPO DECENNI DI BUIO
Nel 1990 il Tour verrà vinto da Greg Lemond (ancora a stento), giovandosi come di consueto di una cronometro decisiva. Codesta corsa gialla, infatti, non partiva col pronostico in favore di qualcuno. Si era ancora alla ricerca di un fuoriclasse alla Hinault in grado di addormentare la competizione. Ad un certo punto sembrava lo si fosse rinvenuto in un certo qual modo in Claudio Chiappucci. L’Italia tornava a sognare in grande, magari al gradino più alto del podio, cui non salivamo ormai dal ’65. Chiappucci aveva colto tutti di sorpresa partecipando ad una fuga in pianura già alla 1^ tappa. In montagna aveva mostrato ottime doti di scalatore, e quindi lasciava ben sperare per i colori azzurri, anche perché il vantaggio continuava ad essere di circa 10’ su Lemond, il più temibile antagonista. Tuttavia man mano che le salite si facevano più dure Chiappucci iniziava a perdere terreno. Il giorno che indossò la maglia gialla (12^ tappa) Lemond era ancora ad oltre 7’, un divario rassicurante. Chiappucci ancora resisteva senza tentennare più di tanto. Tuttavia nella frazione successiva che portava la carovana gialla da Villard de Lans a St.Etienne, accade quello che tutti temevamo: Chiappucci va in crisi, rimediando quasi 5’ da Lemond che adesso in classifica generale gli è ad appena 2'34’’. A questo punto Chiappucci dovrebbe contare su tutte le sue forze, superando se stesso. Ci sono ancora percorsi proibitivi da affrontare, compresa una corsa contro il tempo che non gli dovrebbe lasciar scampo. Lemond continua a farsi sotto e nella frazione con arrivo ad Ardiden sferra un altro attacco debilitante per il nostro atleta che ormai ha il fiato dell’americano sul collo. Soltanto 5’’ dividono i due contendenti alla vittoria finale. Si arriva perciò alla cronometro. Come da copione Lemond gli strappa il simbolo del primato, andando a vincere con 2'16 su Chiappucci. L’Italia si può consolare per aver tornato a sognare; per aver vinto 5 tappe (Argentin, Ghiotto, Bugno, Bugno e Bontempi) ed aver vestito la m.g. 8 volte.
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