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2009-08-18

Si può fare di più (intervista esclusiva al canottiere più iridato di sempre, Daniele Gilardoni)


Può essere condensato in codesta asserzione il senso dell’intervista che con orgoglio noi di Calciomagazine.net vi proponiamo. Intervista esclusiva, realizzata al pluriiridato (10 titoli, compreso uno under ‘23) per eccellenza, Daniele Gilardoni, che nel prossimo Mondiale di fine agosto cercherà, a 33 anni, di prolungare la propria sfilza di vittorie remiere.
Gilardoni nasce a Como nel 1976, ed è laureato in Scienze Politiche. La prima medaglia iridata, un bronzo, la vinse nel 1998 nell’Otto pesi leggeri; l’anno dopo arriverà il primo di 9 titoli del Mondo, nel 4 di coppia pesi leggeri, la sua specialità preferita che lo isserà nella leggenda del remo.
L’ultimo Oro lo vinse nel 2008. Come dicevo poc’anzi, si può riassumere il senso delle dichiarazioni rilasciateci gentilmente da Gilardoni in “Si può fare di più” per il Canottaggio. Si può fare di più quanto a strutture, interesse dei media, risultati da ottenere ai Mondiali, specie fra i giovani… Ma ecco le domande a Gilardoni:

Quali sono le nostre aspettative per i prossimi Mondiali?

R - Essendo l’anno post olimpico la preparazione è stata ridotta e contenuta, quindi le aspettative sono di poter difendersi in modo dignitoso e cercar di conquistare qualche titolo. Per il resto la squadra sembra motivata e pronta per questa avventura. Il cambio di direzione tecnica ha portato in parte nuovo ossigeno e vitalità nonostante i pochi mesi di gestione. C’è ancora da migliorare…

- Alle ultime Olimpiadi si poteva fare di più?

R - Sicuramente una nazione come l’Italia che investe tanti soldi e ha un organizzazione cosi perfetta, può pretendere molto di più soprattutto nel canottaggio. Purtroppo alcune decisioni tecniche ci hanno penalizzato. Decisioni che di tecnico non avevano proprio niente: alla fine chi ha pagato, sono stati gli atleti dopo un anno di sacrificio inutile.

- Perchè i mass media ignorano (tranne rare eccezioni) il canottaggio?

R - Grazie a Dio mi son sempre mosso in autonomia e con le mie capacità, non solo sportive. Ho ottenuto molto rispetto dal nostro sistema nazionale. Il canottaggio manca di sinergia con i mass media, che non sfruttano bene i tempi e i canali che potrebbero portare al successo. In questo momento si pensa più a investire nei soliti settori e si è tendenzialmente troppo tradizionalisti, non si vuole uscire dal proprio guscio per paura di sbagliare o essere criticati. L’errore è sottovalutare le nostre capacità mediatiche a partire dagli atleti.

- E' soddisfatto della copertura Rai, sia televisiva che radiofonica, riguardo i Mondiali (io personalmente no)

R - Non tanto, se guardo sport come nuoto, atletica e altri minori a cui sono stati dati grossi spazi sia mediatici che televisivi, noi restiamo sempre un passo indietro. Spero che il nostro nuovo giovane presidente riesca a colmare questo gap e magari con una nuova collaborazione tra federazioni e società si riesca a ottenere di più, cercando di rubare spazio al calcio che ormai ha monopolizzato tutti gli spazi televisivi.
Vorrei fare i complimenti agli organizzatori dei campionati del mondo di nuoto sia dal punto di vista organizzativo che di comunicazione, in particolar modo al presidente Malagò che stimo moltissimo.

- Ritiene opportuno che molte specialità di Canottaggio siano escluse dai Giochi Olimpici?

R - No, perché penso che atleti come i pesi leggeri, dove in Italia il livello è altissimo, la partecipazione sia impedita per regole stupide e poco costruttive. Queste regole sono anti etiche e vanno contro lo spirito olimpico. Il canottaggio racchiude gli ideali e i principi dell’ olimpismo a differenza di altri sport che girano unicamente attorno al business.

- Le speranze azzurre di età inferiore ai 20 anni chi sono,e se ci sono?

R - Ultimamente in Italia il settore giovanile non sta più rifornendo come ai nostri tempi la squadra assoluta. E’ tempo d’iniziare con una nuova programmazione. A livello giovanile quest’anno abbiamo avuto discreti risultati e quindi soprattutto nei pesi leggeri c’è bisogno di ricambio in barca. Con noi a Lucerna abbiamo avuto un giovane sul quattro, Davide Babboni,che si è comportato bene. Sicuramente insieme ad altri giovani sotto i vent’anni farà bene.
Altri nomi nei diversi settori: vedo bene Bernardo Miccoli, Marius Wurzel e Paonessa tra i 20 enni.

- In Italia come giudica le strutture per praticare canottaggio: inadeguate, discrete, buone, ottime?

R - In Italia, avendo girato il mondo, le strutture sono discrete; ci manca solo un vero bacino da gara. Abbiamo tanti bacini ma non ancora pronti per ospitare grosse manifestazioni. Dobbiamo lavorare anche da quel punto di vista, perchè il canottaggio ha bisogno di essere conosciuto e praticato.

- Un canottiere quanto guadagna al mese? Si può svolgere tale attività a tempo pieno o bisogna svolgere altri lavori?

R - Dipende se fai parte o no dei corpi dello stato. Chi ne fa parte, ha lo stipendio normale di un lavoratore statale e il posto di lavoro assicurato con tutti i benefit. Se fai parte invece di una grossa società, puoi stare bene lo stesso ma fai fatica ad avere un futuro post agonistico.Insomma di canottaggio non si vive soprattutto chi non è un militare.,,eppure è un lavoro!

- Chi ritiene il più grande canottiere di sempre? Il più grande sportivo italiano e non?

R - Il più grande canottiere di sempre se devo guardare la storia è Giuseppe Sinigaglia eroe di guerra e sport. Granatiere di Sardegna e l’unico italiano vincitore della Diamond’ Sculls, il campionato di singolo d’allora. Devo ringraziare lui, se la Canottieri Lario esiste e sono onorato di avere vinto anch’io con la sua maglia. Per quanto riguarda gli atleti odierni penso che Redgrave sia un mito e Agostino Abbagnale il più grande sportivo italiano.

Ed allora ringraziamo vivamente il dr. Daniele per la sua preziosa collaborazione.
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