Commento Tattico Catania-Samp: potenza riequilibra, me è troppo tardi
Gara impostata ottimamente, mal interpretata in campo nei primi minuti ma alla lunga il buon lavoro svolto dall'allenatore e dalla squadra emerge, la Sampdoria viene contenuta ottimamente, senza più alcuna sofferenza, dal pareggio di Morimoto fino alla rete di Gastaldello, episodio su palla inattiva: tema dove la superiorità numerica influisce ben poco.
Atzori sapeva, la Sampdoria non sarebbe stata come la Cremonese, un errore un'occasione goal. Accade proprio così, Capuano prova il tunnel su Padalino a metà campo, la giocata non riesce ed a prender palla è Cassano che, senza marcatore, prova un cross rasoterra sul quale Augustyn non ha la prontezza di avventarsi, per mettere in angolo, ma Silvestre si dimentica che Pazzini non va certamente marcato di Spalle, concedendogli il primo palo. Se la palla passa è goal, difatti è goal.
Atzori sapeva, e l'aveva anche detto ai suoi. Magari le parole del tecnico non saranno bastate, in un primo momento ma, dopo questa partita, tutti i centrocampisti avranno certamente compreso le ragioni dei “tocchi veloci a centrocampo”. Se si vuole supportare un attacco a tre punte, in mediana non si può che velocizzare il gioco, altrimenti il pressing degli avversari rende necessario l'arretramento dei trequartisti con conseguente sconnessione tra fase di impostazione e fase di conclusione.
Tutta la supremazia dei primi minuti, la Sampdoria la costruisce sulla fascia destra dove Sardo non riesce a contenere né Semioli né Cassano. Prima un rigore chiesto, per atterramento di Semioli, poi i troppo numerosi filtranti su quella fascia che costringono Atzori ad arretrare Mascara per dar una mano al terzino destro. Del Neri nota la difficoltà e sposta anche Cassano a destra, con tutto quel che ne consegue.
Atzori sapeva di non poter contare su Potenza dal primo minuto; il terzino destro, reduce da un infortunio, aveva palesato tutti i suoi limiti fisici a tenere il campo per 90' e comunque il precampionato di Sardo, nonché la sua condizione fisica, facevano ben sperare il tecnico in una soluzione di comodo che poco incidesse sull'economia generale della gara. Ed invece il buon Gennaro stecca l'approccio alla partita, troppo emozionato non riesce ad avere lucidità di giocata anche se spesso è poco “chiamato” dai compagni. L'arretramento di Mascara causa una serie di effetti a catena che costringono il Catania a cercare più i lanci lunghi che le palle basse, con Carboni che perde quel che dovrebbe esser il terminale principale dei suoi passaggi. Salta così il raccordo tra centrocampo ed attacco, Atzori prova allora a chiederlo a Martinez che tuttavia non riesce a saltare l'uomo creando la superiorità numerica della quale si giovano i movimenti in diagonale di Morimoto, costretto invece a spintonarsi sulle palle alte lanciategli dagli esterni di centrocampo.
Quando Sardo sbaglia anche una rimessa laterale, in fase offensiva, mandandola direttamente a fondocampo, Atzori apre le braccia sconfortato. Nel secondo tempo a far traboccare il vaso è un alleggerimento di testa dritto sulle gambe di Semioli, quando la palla sarebbe scorsa senza patemi in rimessa dal fondo per gli etnei. Entra Potenza, Mascara ritorna nella sua posizione naturale ma la stanchezza accumulata col doppio lavoro del primo tempo incide, il fantasista calatino non riesce a trovar il guizzo, mancandogli freschezza sulle gambe, inevitabile che l'intero gioco ne risenta.
Quando sia Augustyn che Silvestre hanno vinto l'emozione del debutto (per il polacco) e della leadership (per l'argentino), riuscendo ad annullare Pazzini e Cassano, Del Neri deve inventarsi qualcosa di nuovo, sposta Padalino a duellare con Sardo e Semioli sulla sinistra, l'ingresso di Potenza, come detto, aggiusta tutto o quasi, perché è nuovamente a sinistra che si sente scricchiolare e così, Augustyn, già ammonito, deve rimediare con uno strattone ad un buco lasciato da Capuano, secondo giallo ed espulsione.
In queste condizioni, Atzori altro non può fare che togliere Morimoto ed inserire Alvarez, spostando Potenza centrale difensivo. Impossibile sostituire Martinez per Ricchiuti, l'uruguayano può dire la sua in fase difensiva, di contrasto alla manovra avversaria, l'argentino è un trequartista che, per fisico ed abitudine, poco si confà al recupero palloni. Biagianti non ce la fa più, entra Izco, cambio che incide poco. Gli equilibri della squadra restano immutati, avanza Mascara, ormai senza forze, Martinez va a fare il 4° a centrocampo. La Sampdoria non riesce a sfondare, nonostante l'inserimento di Bellucci, a provare il tutto per tutto. La rete cade al 93', su calcio piazzato, una beffa, proprio perché si tratta di tematiche provate e riprovate in allenamento e dove la superiorità numerica conta quasi nulla, lo stesso Gastaldello non è un novizio del goal di testa. Va così, ma il Catania c'è e si vede. Col ritorno in piena forma di alcuni elementi, si vedrà ancora di più. - articolo letto 1298 volte