POVERA ITALIA - Più che un’Italia d’Atletica è stata un’Italia da fondo, e non si fa riferimento alla specialità dello Sci bensì al black moment della delegazione azzurra che in questa rassegna iridata di Berlino ha veramente raggiunto l’apice della precarietà di risultati. Di certo ultimamente ottenere pregevoli risultati è divenuto difficoltoso (a dir poco); bisogna competere con ogni Paese, anche quello situato in posti della Terra remoti come Trinidad, Bahrain, Quatar e Barbados; ma questo vale per ogni Nazione, anche per la Germania, la Gran Bretagna, che invece anche stavolta hanno fatto la solita bella figura, garantendosi un posto d’onore come è nel loro Dna. La stessa Francia, pur con zero Ori, ci guarda dall’alto in basso. L’Italia per la prima volta rimane a bocca asciutta, tornando a casa con un paio di quarti posti e nulla di più, rasentando gli abissi delle nostre potenzialità, che non sono più quelle di un tempo, quelle per intenderci dei Mennea e Cova, sebbene con l’attuale concorrenza anche costoro troverebbero non poche difficoltà per rimanere ai vertici mondiali. Lo score italico non è proporzionato all’accrescimento qualitativo degli altri Paesi (specie gli africani, vedere please Kenya ed Etiopia), ed ecco perché trovo imperdonabile il gap della spedizione azzurra rispetto alle altre Nazioni. Berlino 2009 è soltanto il culmine di una crisi principiata anni orsono, una flessione cristallizzata già nel 2005, quando racimolammo un solo bronzo con il marciatore Schwarzer, cui ci affidavamo per salvare l’edizione appena archiviata, salvo ricrederci amaramente. Il nostro calo in Atletica d’altra parte fa da contraltare allo splendido momento dello sport azzurro, specie nel Nuoto, Tennis (donne), Ciclismo (seppur con alti e bassi), Scherma, Canottaggio, Judo e così via. Bisogna assolutamente lavorare sodo per invertire questa infelice tendenza, già a partire dalle scuole dove dovrebbe essere valorizzato il ruolo dell’insegnante di educazione fisica, spesso considerato un educatore di serie b o c. Occorre infondere la mentalità del sacrificio in ogni atleta promettente, onde evitare che tutti si diano a sport più leggeri. Ma l’impressione è che si debba rivedere l’intero sistema sportivo, con l’augurio che non ci si debba più ripetere in simili constatazioni negative, infiacchiti come siamo di correggere al ribasso le nostre aspettative.
BOLT E' NEL FUTURO - Se Einstein lo avesse visto all’opera forse avremmo potuto dire che la teoria della relatività l’aveva scoperta grazie a lui. La velocità supersonica del giamaicano Usain Bolt sfida la scienza, e ci fa comprendere come per lui sia …relativamente facile correre i 100 metri in 9’’58’’’ ed i 200 in 19’’19’’’, per dei record che secondo gli attuali studi sarebbero dovuti essere stabiliti soltanto nel 2040. Ma ciò si è rivelato …relativo, appunto. Nessuno aveva fatto i conti con Bolt. Se Bolt (Oro anche in staffetta 4 x 100) è l’uomo del futuro Bekele, con la doppietta in 5000 e 10000, lo si può considerare un uomo d’altre epoche, capace di offuscare la fama di mostri sacri del fondo, da Nurmi a Zatopek. L’etiope ha ormai varcato gli argini dell’immaginabile, a modo suo un altro Bolt. Per concludere questa disamina sui Mondiali ricordiamo il medagliere, che ha visto prevalere ancora gli Usa con 10 Ori, seppur braccati dalla favola Giamaica, 7. Kenya e Russia a seguire con 4. Ma ecco il medagliere storico: USA fortissimamente in testa con 119 Ori, Russia 37, Kenya 31, Germania 26, Urss 22. Più in là Italia con 11 Ori (l’ultimo a Parigi 2003, vinto dall’astista Gibilisco), Francia ancora più giù con 9. - articolo letto 282 volte