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2009-08-31

Commento tattico: Parma-Catania


A Parma il Catania gioca a viso aperto e, soprattutto, gioca bene al calcio nonostante le avversità incontrate in settimana (gli stop di Morimoto e Martinez) e proseguite al Tardini (Capuano fuori per infortunio dopo appena 4'). In un contesto del genere, dove più che a schivare si pensa ad affondare i colpi, è nell'ordine delle cose perdere di misura quando si son fallite, in precedenza, due occasioni due per passare addirittura in vantaggio, e nemmeno di misura.
In campo regna l'equilibrio: all'avvio bruciante di Paloschi replica l'occasione avuta da Sciacca in area di rigore, ed alla rete di Galloppa quella di Biagianti. Da metà tempo fino allo scadere dei 45' è il Catania a prendere il sopravvento, con Mascara che inanella tre occasioni (due limpide, una dalla distanza) da goal potenzialmente devastanti per il prosieguo della gara. L'assenza di Morimoto appare evidente proprio al momento di finalizzare l'azione, mentre il buon lavoro del gruppo, in settimana (con Mascara provato prima punta) sul piano dell'organizzazione tattica riesce comunque a crear gioco , fornendo buone occasioni in area parmense e chiudende puntualmente, dopo i primi minuti di sbandamento, le corsie laterali dove imperversavano gli esterni gialloblu, Biabiany e Lanzafame.
Senza dubbio un Mascara prima punta rende meglio che un Mascara difensore, ma quando è lo stesso Mascara, dalla sua posizione naturale (esterno destro) a metter al centro per Biagianti la rete dell'1-1, ben si capisce come a mali estremi, meglio privare l'attacco di Morimoto che il centrocampo di Mascara.
E' un primo tempo che offre più d'uno spunto positivo al tecnico Atzori, la squadra prende bene le misure ai padroni di casa e, pur parzialmente rivoluzionata nel modulo, che vede due trequartisti (Del Vecchio e Ricchiuti) dietro una “finta-punta” (Mascara) , che spesso si defila a cercare gli inserimenti dei centrocampisti, riesce ad interpretare e condurre bene i giochi, senza soffrire oltremodo e contando, nei casi d'emergenza, sui guantoni di Andujar.
Bravo poi Atzori a gestire con efficacia l'estro di Biabiany sulla corsia sinistra: dopo la sostituzione di Capuano blocca Alvarez , basso, e mette Carboni in raddoppio. L'esterno ex Modena combinerà ben poco dal goal dell'1-0 in avanti, e di conseguenza l'intera manovra ducale che per tutta la gara ha insistito prepotentemente sulla sinistra. Bloccato a sinistra, il tecnico del Catania, da' la carica a Potenza , ricordandogli comunque della presenza di Lanzafame.
Purtroppo, a rompere l'equilibrio parziale e poi anche globale, è la rete a freddo di Paloschi , nata su di una dormita della difesa etnea che, anziché seguire di corsa la traiettoria che Lanzafame manda in porta, la segue con gli occhi, e vede nitidamente Paloschi staccarsi dai blocchi, raccogliere la respinta corta di Andujar, e spedire in rete, in solitaria. Tutti fermi, e questo è l'unico errore da non commettere, probabilmente insieme alla corbelleria che si permette Llama , quando dopo pochi minuti dal suo ingresso in campo va con troppa sufficienza a stoppare un campanile su azione di rimessa del Parma, Morrone glielo ruba e manda Paloschi a tu per tu con Andujar, che provvidenzialmente salva per l'ennesima volta.
A differenza della prima metà tempo, alla seconda rete del Parma gli etnei non riescono a reagire in maniera ordinata. Il gioco resta efficiente, non a caso ben diverso da quello visto contro la Sampdoria, ma perde di efficacia perché Guidolin non ripete due volte lo stesso errore, serra i ranghi tra difesa e centrocampo, infoltisce la mediana per creare densità in mezzo al campo ed aspetta il Catania nella propria metà di gioco. Trovare spazi risulta difficile, su Ricchiuti viene triplicata la marcatura; la prestazione di Biagianti, col passare dei minuti, risente della non perfetta condizione fisica e la sostituzione con Llama è necessaria anche se l'argentino, dopo i primi 15' di brillantezza, si spegne; Delvecchio va anch'esso in stallo, dopo una prima frazione a buoni livelli. E così, il Catania che prova e deve fare la partita, per cercare il pareggio, si scompone, cedendo il passo alle ripartenze dei ducali, tornate ficcanti.
In tal senso, oltre agli elogi per Andujar , decisivo nel tenere il risultato comunque in bilico fino al 94', non si possono che apprezzare anche i miglioramenti del gruppo - difensivo titolare ; importante l'ingresso di Spolli, preciso e puntuale Silvestre, sicuro Potenza, bene anche Alvarez, lanciato in campo all'improvviso, regge i 90' senza strafare e commettendo un unico errore, seppur determinante.
Chiudiamo con un tema caldo, ovvero la scelta di tenere in panchina Plasmati nonostante l'assenza di Morimoto. Decisione, evidentemente ponderata dal tecnico ma che palesa l'assenza di un vice-Morimoto in grado di supplire al giapponese senza costringere la squadra a modificare il proprio stile di gioco ed improvvisare, in campo, qualcosa di poco provato in allenamento. Che la squadra abbia un'identità precisa è un bene, non certamente un limite, in questa identità di gioco però, Plasmati non rientra che negli ultimi 15' del secondo tempo, quando palla a terra non si può giocar più e si cercano perciò i lanci lunghi a trovar la testa di uno tra l'attaccante di Matera e Delvecchio , prontamente avanzato a seconda punta, con Llama e Mascara defilati sugli esterni per metter dentro l'area traversoni utili.
Miglioramenti evidenti, e gara ancora una volta dal risultato fin troppo penalizzante in luogo degli sforzi e dei meriti mostrati dai rossazzurri; gli unici limiti degli etnei non sono riscontrabili in campo, quanto in una panchina troppo corta e poco assortita.
E' un Catania che merita sostegno, dai tifosi in primis (sulle tribune) e dalla società in secondo luogo, adesso che mancano ancora poche ore alla chiusura del mercato.
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