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2009-10-12

A tu per tu ... con Marcello Lippi


In attesa del match contro Cipro, totalmente ininfluente dopo il pari contro l'Irlanda che ci ha qualificato per Sudafrica 2010, il ct della Nazionale Marcello Lippi ci parla del gruppo azzurro e della strada che ci separa dal prossimo giugno, quando la competizione mondiale prenderà il via.
Partiamo dalla gara di sabato, che ha portato la qualificazione matematica ai prossimi Mondiali

"Sono molto soddisfatto, la qualificazione per la terza volta nella storia del calcio italiano arriva con una giornata di anticipo: le altre due volte nel 1982 e nel 2006. È solo una battuta, ma permettetemi, è di buon auspicio. Sono contento anche per lo spirito di squadra, abbiamo dimostrato un grande collettivo, formato da giocatori con buona personalità ed autorità".

E' preoccupato dai gol su calcio piazzato?

"Ad essere sincero no visto la staffa dei giocatori irlandesi".

Cosa risponde a Trapattoni, che ha sottolineato la differenza di qualità tra le due nazionali con un metafora delle sue ("se hai seta fai cravatte, se hai cotone fai camicie") ?

"Quella seta l'ha avuta anche lui e per quattro anni".

Cosa risponde a chi ha mosso critiche sul gioco non brillante?

"A chi dice che questa Nazionale non ha qualità, rispondo che fino ad ora abbiamo avuto ragione noi e anche ampiamente. Nel calcio essere spettacolari, ma fini a se stessi non serve a nulla: conta solo essere vincenti. Guardiamo alle precedenti qualificazioni: non abbiamo mai fatto cose eccelse. Io dico che siamo più avanti di quattro anni fa".

Siete più forti?

"C'è meno da lavorare nella costruzione della squadra. Se siamo più forti non lo so, bisogna aspettare i test importanti".

Dalla gara con Cipro arriveranno maggiori indicazioni?

"Non fornirà indicazioni, farò giocare tutti coloro che sono qui in questo gruppo e proverò a cambiare modulo".

La preoccupa Buffon?

"Sapevo delle sue condizioni, è importante che con l'Irlanda abbia voluto esserci: ora sarà lui a dover decidere. Non posso che rispettare ciò che ha deciso lui e la sua società. Ieri ha dato il suo apporto con la solita sicurezza. Fino a quando ha la possibilità e capacità di soffrire, ma sempre fino a quando è possibile".

E' possibile un ritorno di Nesta?

"Fino a tre mesi fa non si sapeva nemmeno se sarebbe rientrato a giocare a calcio, ora lasciamo lavorare in pace, sono situazioni che non passano ora nella mia mente".

Quale sarà il futuro di questi 23 giocatori?

"Tanti giocatori continuano ad essere sotto osservazione, continuerò a seguire con lo stesso interesse il campionato. Il gruppo però è questo, ma non è detto che possa esserci qualche inserimento".

Un gruppo importante

"Questo gruppo ha un enorme entusiasmo, sono tutti partecipi del nostro progetto, che giochino dall'inizio o i minuti finali. Ci sono giovani promettenti, vecchietti interessanti, ma quel che conta è questo. Siamo cresciuti nelle prestazioni, ci siamo sempre fatti trovare pronti, abbiamo inserito giovani interessanti come Criscito e Marchisio. Un gruppo fortissimi che ha qualità morali esperienza e professionalità che piacciono a me".

Ora inizierà una serie di amichevoli?

"Sappiamo di aver vinto un girone non dei più difficili, ma come quattro anni fa ora abbiamo delle amichevoli per completare l'opera: nel 2006 la vittoria in casa dell'Olanda ci diede convinzione e spessore, ora la ritroviamo a novembre. Vediamo di sfruttare al meglio i mesi che ci dividono dal Mondiale. Adesso ho il Mondiale nella testa, dopo due anni sono tornato nella Nazionale e ho il Mondiale nella testa, ho questo gruppo di giocatori fantastici nella testa e la grande voglia di riprovare determinate sensazioni, che non è detto che dobbiamo vincere per forza per provarle. Poi ci sarà amichevole contro il Sud Africa e per marzo ho chiesto alla Federazione avversari di spessore. Dobbiamo crescere".

L'obiettivo è quindi il Mondiale?

"Sì, il nostro obbiettivo è vincere il Mondiale, sognare non costa niente e senza Italia non sarebbe un vero Mondiale. Per noi, ma anche per voi della stampa".

Cosa vale il gol di Gilardino al novantesimo?

"Quella rete ha per Gilardino un significato profondo: però la filosofia è quella dell'entusiasmo di tutti. Sanno che c'è spazio e gloria per tutti".

Ultima domanda, fra dieci anni pensa che allenerà ancora?

"Non credo. Non faccio mai programmi a lunga scadenza".
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