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2009-10-25

Prandelli: ''Orgoglioso di essere la squadra simpatia''


Cesare Prandelli riceverà domani il «Premio Internazionale Gia­cinto Facchetti-Il bello del cal­cio ». Per Cesare, uno scudetto. «Facchetti amava il nostro sport. Era uno dei pochi che cer­cava sempre di dribblare le po­lemiche. Oggi è un inferno. L’esasperazione regna sovrana. Tutto dovrebbe ruotare intor­no alla partita, ai gesti tecnici, ai gol. Invece si droga il contor­no per creare tensioni». Ecco un sunto dell'intervista pubblicata oggi da La Gazzetta dello Sport a firma Luca Calamai. Per abbassare i toni lei aveva lanciato una proposta ai colle­ghi: la domenica non commen­tiamo le decisioni arbitrali.

«Ma non ho avuto risposta. So­lo un imbarazzato silenzio. C’è tanta tensione intorno a una ga­ra che, in caso di risultato nega­tivo, parlare di arbitri è il modo più semplice per giustificarsi. Però, attenzione, i tifosi non si fanno più ingannare. Parlare a caldo di arbitri è sbagliato. Per i presidenti, per gli allenatori, per i giocatori. Sono convinto che il lunedì molti provino im­barazzo risentendo alcune loro dichiarazioni».

Oggi al Franchi non ci saranno i tifosi del Napoli.

«E il curvino a loro destinato ri­marrà vuoto. Che tristezza. Sa­rebbe bello riempirlo di ragaz­zi. Magari invitando una scuola di Napoli e mescolando i bambi­ni. I giovani sono la salvezza del calcio. Il modo migliore per combattere idiozia e violenza».

Suo figlio Nicolò è nello staff dei preparatori della Fiorentina.

«Sta facendo un’esperienza im­portante. Spero che trovi il suo spazio nel calcio, non come alle­natore ma come esperto di me­todologie di lavoro».

Tra dieci anni sarà ancora nel calcio?

«Lo spero. Ma non come allena­tore. Ho fatto il giocatore, il tec­nico delle giovanili, il tecnico di una squadra importante. Mi manca di fare il presidente. Scherzo, mi piacerebbe un ruo­lo da manager, alla Ferguson. Vorrei coordinare la gestione di una società».

Intanto la Fiorentina ha 'perso' il suo presidente.

«Sono sicuro che Andrea Della Valle riprenderà presto il suo posto. Per noi è un punto di rife­rimento fondamentale».

Cosa è il bello del calcio da alle­natore della Fiorentina?

«Aver riacceso la corrente dopo un piccolo black-out. Non so perché ma per un periodo ho av­vertito una sensazione strana. Come se il pianeta Fiorentina avesse staccato la spina. Sensa­zione cancellata».

E ora la Fiorentina marcia spedi­tamente in campionato e in Champions.

«Siamo la squadra simpatia d’Italia. Non abbiamo un gran­de bacino d’utenza ma abbia­mo tanti simpatizzanti. E que­sto mi riempie d’orgoglio».
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