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2009-11-09

Fed Cup 2009 Tennis: Italia, che bella sei


Le ragazze di Corrado Barazzutti centrano uno storico bis nell’Albo D’oro della Coppa Davis in gonnella: schiantati gli USA 4-0. Il presente è ottimo, ed il futuro potrà esserlo allo stesso modo.
Nel 2006 la Schiavone, Pennetta, Vinci e Santangelo, al debutto assoluto in una Finale Mondiale, si erano impadronite del trofeo avvalendosi di una dose non indifferente di buona sorte, valicando il temutissimo Belgio per 3-2 grazie a qualche defaillance eccellente accusata dalle avversarie del Benelux. Era un’altra Italia, anche se le protagoniste rispondevano più o meno agli stessi nomi odierni. Era una squadra non ancora affermatissima come lo è oggi, da poco assemblata, con modica esperienza di livello mondiale. La Schiavone era da poco arrivata nel palcoscenico che conta, la Pennetta era sbocciata da tempi assai recenti, e di certo non avrebbe potuto immaginare l’incredibile ascesa che l’avrebbe da lì a poco coinvolta, in un crescendo mozartiano da capogiro, elevandosi sin al 10° posto del ranking WTA, divenendo senza remore la più grande interprete donna della racchetta azzurra. Ed è stato proprio in virtù delle sue giocate virtuose se abbiamo avuto spianata la strada verso il 2° iride della nostra storia, resa immortale solamente nell’ultimo quadriennio, domando letteralmente l’intero Pianeta, sbarazzandoci di Nazioni “sacre” come Francia, Russia e dulcis in fundo USA, quest’ultima asservita proprio ieri con una semplicità irrisoria (nel 2003, pensate, perdemmo 5-0…), senza lasciare per strada neppure un set, se si eccettua quello perso nel doppio Errani-Vinci, quando già i giochi però erano stati risolti a nostro favore. Quindi torniamo a casa con un disarmante 4-0 e con la consapevolezza di poterci ancora migliorare, senza esimerci dal sognare un futuro ancora più roseo dell’attuale, allestendo una sorta di “panfocus” con la storia. Allora non ci rimane che complimentarci appieno con le ragazza d’oro del tennis, dalla già lodata Pennetta alla sempre in auge Schiavone, donne irresistibili per chiunque le si ponga innanzi. Con la viva speranza che, per usare un termine filosofico, come dicevano gli appartenenti alla corrente del Lamarkismo, si possano trasmettere ai posteri le qualità acquisite. Diceva qualcuno che “Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi”.
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