Giochi Olimpici Invernali 2010: tragedia nello slittino
Prima ancora che si alzasse il sipario sulle Olimpiadi, durante le prove dello Slittino, è morto un atleta georgiano, uscito di pista schiantandosi contro un pilone ad oltre 150 km/h. UN DRAMMA CHE POTEVA ESSERE SCONGIURATO DAGLI ADDETTI AI LAVORI. ADDIO A NODAR KUMARITASHVILI - È a dir poco scandaloso quanto avvenuto ieri notte prima della Cerimonia di apertura dei Giochi Invernali di Vancouver (Canada). Una tragedia che con un minimo di buon senso poteva essere scongiurata. Una pista, quella dello Slittino, evidentemente non adatta e sufficientemente sicura per garantire lo svolgimento delle gare. E così siamo qui a piangere l’assurda morte del malcapitato georgiano Nodar Kumaritashvili, appena 21enne, schiantatosi, dopo l’uscita di pista ad oltre 150 km/h, contro uno dei tanti piloni che la circondavano, quasi a sfidare il destino che, senza farsi pregare, ha colpito inevitabilmente. D’altra parte ci saremmo dovuti sorprendere se non fosse accaduto un fatto del genere. È semplicemente vergognoso come si possa porre fine alla vita di uno sportivo per una noncuranza del genere. Non resta che stendere un velo..mortuario, visto che le parole ormai non serviranno a porre rimedio, facendo resuscitare Nodar. UNA PISTA GIA’ TRISTEMENTE NOTA - La pista di Whistler, dove si è verificata codesta tragedia annunciata, è considerata la più veloce al mondo, una caratteristica che ha portato diversi atleti in gara ai giochi a metterne in dubbio l'effettiva sicurezza. Non a caso durante le sessioni di allenamento dieci atleti sono stati protagonisti di incidenti molto pericolosi: tra questi proprio il fuoriclasse azzurro Armin Zoeggeler, uscito fortunatamente senza conseguenze dal ribaltamento del suo slittino. Sempre sulla pista al Whistler Sliding Centre oggi la rumena Violeta Stramaturaru è rimasta priva di conoscenza per qualche minuto dopo un incidente e portata in ospedale e gli americani Tony Benshoof e Bengt Walden hanno avuto problemi più lievi nella stessa sessione di allenamento di Zoeggeler. Mercoledì e giovedì diversi guai li avevano passati gli americani Chris Mazdzer e Megan Sweeney. Più che una pista pare un vero campo minato, e non è tanto per dire… SHOW MUST GO ON - "Questo è un giorno molto brutto - ha detto il presidente del Cio Jacques Rogge - non ho parole per esprimere quello che sento. Abbiamo contattato il Comitato olimpico georgiano e il presidente della Georgia. Per lo spirito olimpico è una tragedia che lascia il segno, un ragazzo di 20 anni che coronava il suo sogno di essere alle Olimpiadi. Non ho parole per dire come mi sento". Beh, tanto ormai le parole non servono, le pare, signor Rogge? Semmai potremo evitare che un dramma simile abbia a ripetersi, affinchè questi Giochi non diventino una mattanza. Difatti in queste ore ci si sta prodigando per adottare le opportune modifiche alla "pista assassina". La gara olimpica di slittino individuale si svolgerà secondo programma con le prime due manche nella giornata di oggi e le altre decisive due manche domani, quando in Italia sarà notte. Lo ha deciso la commissione tecnica internazionale dello slittino prevedendo comunque nella giornata di oggi due ulteriori prove cronometrate. Intanto, malgrado il lutto che ha colpito i Giochi, tutto rimane invariato nel programma olimpico. Anche la Cerimonia non è stata resa almeno più sobria… ALTRI DRAMMI OLIMPICI DELPASSATO - La morte dell’atleta georgiano ci riporta alla mente altri spiacevolissimi episodi succedutisi nella storia delle Olimpiadi, estive o invernali che erano. A Roma '60, infatti, durante la prova di ciclismo su strada, perse la vita, dopo una caduta, il danese Knud Enemark Jensen. L'autopsia, in seguito, rivelò che l'atleta aveva fatto uso di anfetamine. Una tragedia accadde anche durante i trials americani di maratona validi per accedere a Pechino 2008: a Central Park, nel centro di New York, si accasciò al suolo il 28enne Ryab Shay, stroncato da un attacco cardiaco dopo i primi chilometri della corsa. Per non parlare, fra l’altro, della strage di Monaco ’72 quando un commando palestinese sequestrò e uccise diversi atleti israeliani, per un episodio degno da veri film d’azione americani. Questi i nomi degli undici israeliani che persero la vita: David Berger (28 anni, pesista), Zèev Friedman, (28 anni, pesista), Yossef Gutfreund (40 anni, arbitro di lotta greco-romana), Eliezer Halfin (24 anni, lottatore), Yossef Romano (31 anni, pesista), Amitzur Shapira (40 anni, allenatore di atletica leggera), Kehat Shorr (53 anni, allenatore di tiro a segno), Mark Slavin (18 anni, lottatore), Andrè Spitzer (27 anni, allenatore di scherma), Yakov Springer (51 anni, giudice di sollevamento pesi) e Moshe Weinberg (33 anni, allenatore di lotta greco-romana). - articolo letto 665 volte