Dopo l’escursione in terra d’Olanda il Giro d’Italia è tornato in Italia, e mai ritorno fu più gradito, visto che dopo il monologo degli stranieri la Corsa è tornata a parlare italiano, con il cambio al vertice, nel segno del messinese Vincenzo Nibali (chiamato all’ultimo momento a prendere parte alla kermesse dopo l’esclusione per valori ematici sospetti di Pellizzotti), nuova maglia rosa (strappatala a Vinokourov) dopo la cronosquadre di 33 km che ha fatto transitare la carovana dei girini da Savigliano a Cuneo. Cronometro vinta proprio dalla sua Liquigas, che ha coperto il percorso in 36’37’’, contro i 36’50’’ della Sky ed i 36’58’’ della HTC Columbia. Come già detto maglia rosa a Nibali davanti ad altri 2 italiani : a 13" Ivan Basso, a 20" Valerio Agnoli. Alla scoperta dei luoghi del Giro -Come detto oggi si arrivava a Cuneo, città che evoca grandi emozioni legate proprio al Giro. Ma ecco come la Gazzetta dello Sport descrive sul proprio sito la città piemontese: “Cuneo (www.comune.cuneo.it), oltre a richiamare la leggendaria tappa del 1949 in cui Fausto Coppi si rese intangibile, a Pinerolo, dopo una fantastica cavalcata che gli consentì di vincere il Giro con 23' su Bartali, vanta dieci precedenti in arrivo di tappa. Un traguardo proposto per la prima volta nel 1914 (vinse Angelo Gremo) e l’ultima nel 1998 (successo di Mariano Piccoli). Cuneo celebra quest’anno il 150° anniversario della sua Provincia.
Fondata nel 1198 su un monte a triangolo - un "cuneo" appunto alla confluenza di due corsi d’acqua, il fiume Stura e il torrente Gesso -, la città ha una storia travagliata e affascinante. Nel 1238, dichiarata libera da Federico II di Svevia, decise di sottomettersi ai d'Angiò, allora signori in Provenza. Fino al 1382, anno dell’invasione dei Savoia, fu capitale di provincia con statuto e moneta proprie. Contesa per il suo ricco territorio, passò poi dai Visconti ai Saluzzo, dagli Angioini nuovamente ai Savoia. Durante l’ultimo conflitto mondiale, la resistenza ai nazifascisti è valsa a Cuneo la medaglia d'oro al Valor Militare. Tra i grandi sportivi cuneesi Elisa Rigaudo, marciatrice bronzo a Pechino.
Specialità di tradizione cuneese sono la Bagna Caoda (salsa a base di aglio e acciughe da accompagnare alle verdure), gli gnocchi alla bava, i Croset (pasta condita con una salsa a base di cipolle e formaggi locali, come il Castelmagno o il Raschera), il brasato al barolo, il bollito misto, i pregiati tartufi bianchi di Alba. Il tutto accompagnato da grandi vini quali il Barolo, il Barbaresco, il Nebbiolo o l'Arneis, senza dimenticare il Dolcetto, il Barbera e il Moscato. Il termine Cuneesi designa i cittadini ma anche i pregiati cioccolatini al rum apprezzati persino da Ernest Hemingway”. - articolo letto 323 volte