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Olanda-Francia Europeo 2008: Analisi Tattica della Partita

ANALISI TECNICO-TATTICA EUROPEO 2008
“Olanda – Francia e l’importanza delle transizioni”
a cura di Claudio Alberti

Premessa. Se mai ce ne fosse stato bisogno, gli Europei di Svizzera e Austria stanno dimostrando che gli aspetti fondamentali del calcio moderno sono la gestione delle transizioni (soprattutto dalla fase difensiva a quella offensiva) e le palle da fermo. La partita tra Francia ed Olanda, vinta dai secondi per 4-1, ne è stata una dimostrazione.
Dopo aver sbloccato il risultato con Kuyt, perso da Malouda su un calcio d’angolo di Van der Vaart, l’Olanda, infatti, è stata in grado di gestire il vantaggio con un gioco di contenimento per buona parte della gara, dilagando nel finale grazie ad una corretta gestione delle transizioni offensive.
Analisi tattica. Le due squadre schieravano due speculari 4-2-3-1. All’inizio è la Francia a puntare su un gioco prettamente difensivo, ma il vantaggio olandese rovescia ben presto i ruoli. In fase di possesso palla, per buona parte della gara, entrambe le squadre fanno fatica a costruire azioni manovrate, avendo entrambe un centrocampo molto più muscolare che manovriero (Makelele-Toulalan da una parte, De Jong-Engelaar dall’altra), inadatto a prendere palla ed a smistarla. Le verticalizzazioni possibili avvengono, perciò, quasi sempre in fase di ripartenza. La Francia gestisce le transizioni affidando la palla sempre ed unicamente a Ribery, fulcro del suo gioco, ed unico calciatore in grado di cambiare passo alla manovra: le sue transizioni vengono però accompagnate unicamente dai giocatori offensivi della Francia: Henry a dare profondità, Malouda ad allargarsi, Govou a stringere.
In poche occasioni si aggiungono a loro Evra e Sagnol, in grado di creare una possibile superiorità numerica sulle fasce (fig.1), e solo nel finale si vede in appoggio Toulalan. In fase di non possesso, la Francia schiera una prima linea con Malouda-Ribery-Henry, in contenimento, a bloccare le possibili diagonali di passaggio per De Jong ed Engelaar, che infatti ricevono pochi palloni (fig.2).
[ figura 1 ]
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[ figura 2]
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L’Olanda si trova spesso, così, costretta a scavalcare il centrocampo, e, quando questo avviene, la prima linea si divide, con Henry che resta pilastro offensivo, Malouda che va al raddoppio sull’ala avversaria, e Ribery in pressione sui centrocampisti centrali. L’azione dell’Olanda passa così spesso per il lancio lungo per la testa di Van Nistelrooy, che si sacrifica molto per la squadra andando a prendere palla sulla trequarti.
Quando il gioco dell’Olanda si allarga, invece, la scelta di Domenech, rischiosa (come vedremo nell’occasione del gol di Robben), è di far allargare uno dei centrocampisti centrali, in attesa del raddoppio (spesso tardivo) delle ali, scoprendo la fascia centrale del campo. Quando l’Olanda riesce a verticalizzare con palle alte al centro dell’area, la difesa francese, lenta e fuori condizione, va spesso in difficoltà.
Nel secondo tempo il copione varia solo leggermente: nella Francia si fanno più frequenti le discese dei terzini, e Ribery si libera del marcatore, che è sempre un CC olandese, incrociando sulla sinistra con Malouda, come avviene nell’occasione più pericolosa per la Francia, a parte il gol (fig.3). Il pressing francese si alza, superando la metà campo e con una prima linea di quattro giocatori (c’è anche l’ala destra a marcare) rischiando sulle ripartenze dell’Olanda, che ora arretra Van der Vaart a dare più qualità sulla mediana, e inserisce Robben a dare velocità ed imprevedibilità sulla trequarti.
Cambio azzeccato per Van Basten, visto che Robben fornirà un assist e un gol. Il suo gol, che mette al sicuro il risultato subito dopo il 2-1 di Henry, è una grande intuizione tattica del ct olandese, unita alla velocità di esecuzione della transizione dei suoi calciatori (e all’errore della coppia Thuram-Coupet): sull’allargamento di gioco a suo favore, il CC della Francia va a chiudere (il DD va in raddoppio), lasciando, come detto, lo spazio centrale scoperto. In quello spazio si inserisce il CC olandese, che dà a Van Persie, che verticalizza in area per Robben, che, essendo più veloce, passa alle spalle di Sagnol. Thuram va in chiusura, ma Robben è troppo in vantaggio, e segna (fig.4).

(di Claudio Alberti)

COMMENTO DI MISTER AIELLI:

Apprezzo con estrema sincerità e competenza la tua analisi tecnico tattica, ma devo farti alcuni appunti di qualità tecnica.

Il tuo linguaggio è più giornalistico che tecnico: esempio, palle da fermo e non palle inattive, gioco di contenimento, manovriero, cambio azzeccato, ecc…

Ti soffermi troppo ad analizzare più le occasioni da gol, che le situazioni e particolari di natura prettamente tecnica o tattica.

Le transizioni possono essere di due tipi: quella positiva e quella negativa. Parlando appunto di transizioni non specifichi mai di quale si sta parlando. Il pressing può essere effettuato in tre modi variando spesso anche il sistema di gioco.

La grafica è interessante ma deve essere supportata da una legenda o da un linguaggio calcistico universale.

Comunque complimenti e ai prossimi lavori.

[ figura 3]
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[ figura 4 ]
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n.b. L'articolo è stato pubblicato perchè meritevole di interesse pur se non scritto da un professionista del settore. Se anche tu vuoi cimentarti in una disamina tecnica puoi inoltrarci una scheda all'indirizzo di posta: direttore@lopinionista.it specificando nel titolo "Analisi Tecnica di una partita di Euro 2008". Le più meritevoli saranno inserite in una speciale area della sezione tecnica dedicata ai nuovi aspiranti tecnici o osservatori.
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