Cagliari-Lazio 0-2: imprendibile Keita, biancocelesti corsari

È la Lazio ficcante ed efficace formato trasferta. Dopo l’Artemio Franchi, la pazza banda-Reja sbanca il fortino sardo del S.Elia. Con personalità, con attenzione e con un pizzico di fortuna – in occasione del tiro dagli undici metri fallito da Pinilla – che non guasta di certo.Le speranze di approdo alla prossima Europa League rimangono intatte, in attesa di un cambio di marcia nei match casalinghi. Il pomeriggio tiepido di Cagliari contribuisce a far emergere tutta la differenza di qualità tra le due compagini. Il pomeriggio tiepido di Cagliari incorona un campione, in erba ma assoluto. Si chiama Keita, non lo hanno preso mai.

FORMAZIONI – Non abbandona il 4-3-1-2 Lopez, che schiera Avramov tra i pali e Del Fabro al posto dello squalificato Astori. Al fianco del giovanissimo centrale di difesa, solita presenza per Rossettini, con Dessena e Pisano sugli out bassi. Cossu agisce tra le linee, pronto ad innescare la coppia d’attacco formata da Ibarbo e Nenè. In mezzo al campo, ai lati di Conti in regia, corrono Ekdal e Vecino, per una mediana dall’elevato tasso qualitativo. Risponde Reja con un obbligato 4-3-3. Confermate le scelte della vigilia, con Marchetti tra i pali, Konko, Biava, Novaretti e Radu a comporre la retroguardia. In mediana Gonzalez e Biglia ai fianchi di Ledesma, in attacco larghi Lulic e Keita – con lo spagnolo che parte da destra – ad appoggiare il solo Klose.

PRIMO TEMPO – Solito scenario desolante al S.Elia, il sole scalda il capoluogo isolano, ma dei tifosi poche tracce. Piazza che vai, contestazione che trovi. Regnano attenzione ed accortezza nei primi frangenti di gioco, nessuna delle due compagini accetta di scoprire il fianco all’avversario. Latitano le conclusioni degne di questo nome, ci prova Cossu dopo 10’ con un tiro a giro dal limite sinistro dell’area ma Marchetti si fa trovar pronto e plastico. Di marca rossoblù il possesso di palla, i biancocelesti serrano le fila, 10 uomini sotto palla pronti a ripartire una volta riconquistata la sfera. Si affaccia per la prima volta dalle parti di Avramov, la Lazio, ma è docile il tiro di Klose giunto dopo l’affondo di Lulic sulla corsia sinistra. L’azione sarda è più manovrata, le percussioni di Ibarbo incutono timore alla retroguardia capitolina ed accendono le fantasie dei tifosi rossoblù. Per poco.

Minuto 18, Marchetti rinvia, svetta Klose, Lulic s’infila tra Dessena e Rossettini e servito da Gonzalez fredda l’incolpevole Avramov con un sinistro sotto la traversa. Il vantaggio è tanto fulmineo quanto inaspettato. Rotti gli indugi, le Aquile amministrano sapientemente il vantaggio. Biglia e Ledesma nascondono la sfera ai dirimpettai, la manovra acquista respiro, le ali tentano l’iniziativa personali e creano più di una volta la superiorità numerica. Al 27’ i biancocelesti hanno l’occasione per raddoppiare: s’invertono i ruoli, Lulic serve il traversone, Gonzalez batte malamente di testa disturbato dal sole. Palla a lato.

Keita è imprendibile, Ibarbo prova ad imitarlo al 33’ ma dopo un sombrero su Biava il destro  del colombiano è debole e facile preda dell’attento numero 22 laziale. Chiede un rigore la Lazio al 36’: Conti, già ammonito, ostacola irregolarmente Konko all’ingresso dell’area di rigore. Il fallo è evidente, probabilmente appena fuori del limite. Irrati lascia correre, gli uomini di Reja – come da costume – non accennano proteste. Parecchi errori in fase di costruzione, da una parte e dall’altra, macchiano gli ultimi istanti della prima frazione di gioco. Neanche Irrati è esente da errori, nuovamente. Rossettini scalcia Keita lanciato a rete, il direttore di gara chiude tutti e due gli occhi. Al fischio di metà tempo, la Lazio va al riposo forte del gol di vantaggio.

SECONDO TEMPO – Sale l’intensità del tifo rossoblù al rientro in campo delle formazioni, ma non evolve la qualità del gioco dei padroni di casa. Radu e Konko presidiano attentamente gli out di competenza, Novaretti non concede nulla all’impalpabile Nenè e Biava s’arrangia con mestiere alla fisicità del sempre pericoloso Ibarbo. Gli uomini di Reja controllano la gara, Lopez prova a mischiare le carte in tavola adattandosi allo schieramento avversario. Ibraimi, subentrato al 46’ a Cossu, si posiziona largo a destra con Ibarbo dalla parte opposta.

Non decolla il Cagliari, il solito Keita salta netto un frastornato Pisano, ma la botta del classe ’95 di Arbucias sorvola la traversa. Minuto 57, Pinilla prende il posto di Nenè al centro dell’attacco, ma 3 minuti più tardi è ancora la Lazio a sfiorare il raddoppio. Klose cambia marcia all’ingresso dell’are di rigore, lascia sul posto i difensori del Casteddu ma la sua conclusione al lato dà solo la sensazione del gol. Da un’area di rigore all’altra, fioccano le occasioni. Prima Pinilla s’invola sulla destra e mette dentro per Ibarbo, sbroglia con affanno un distratto Konko. Dalla parte opposta è bravo Avramov ad opporsi sul talento ex blaugrana da due passi. Impenna il match, una rete è nell’aria.

Sfonda Ibarbo al 67’ sulla sinistra, palla a rimorchio per Vecino. Nel tentativo di liberare l’aria, Biglia colpisce l’uruguaiano. È rigore. Si presenta Pinilla dal dischetto, Marchetti intuisce la direzione  del tiro che termina fuori dallo specchio di porta il suo percorso. Disperazione rossoblù e Lazio galvanizzata. Passano due primi, Klose raccoglie una palla vagante a trequarti campo, repentino suggerimento a premiare l’inserimento di Keita che stavolta fredda senza riserve il longilineo portiere sloveno. L’urlo di Balde dopo lo spavento, i tre punti virtualmente in tasca. Keita sgomma sulle rovine del reparto arretrato isolano, lo taglia a fette a proprio piacimento. Marco Sau è l’estrema mossa di mister Lopez, gli lascia campo Albin Ekdal, furioso per l’avvicendamento. Fulmine a ciel sereno il sinistro dai 30 metri scagliato dal macedone Ibraimi al 76’, fino ad allora spettatore non pagante. Marchetti smanaccia in angolo.

Un minuto più tardi tramontano le velleità di rincorsa del Cagliari: Conti allarga troppo il braccio e colpisce Biglia, puntuale giunge il secondo giallo. Onazi per Gonzalez all’81’ è il primo cambio operato dal duo Reja-Bollini per blindare il risultato. Padrona del campo e alla ricerca del terzo gol: Keita viaggia a velocità altra rispetto alla poco efficace coppia difensiva sarda, ma la sua battuta a rete non è precisa. Si rivedono per una manciata di minuti Felipe Anderson, dato per disperso dopo la gara interna contro il Ludogorets, e Stefano Mauri. A lasciar loro il posto, Senad Lulic e Miro Klose. Al tirar delle somme, tre punti e prove di sorriso.

[Matteo Botti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

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