Il calcio è proprio nel marasma e nella confusione più totale, nessuno sembra avere una cura, da una parte il governo non sembra mettere nelle priorità il ritorno del calcio snobbando di gran lunga le perdite economiche. Il ministro Speranza ha affermato che con tutti i medici morti il calcio è sicuramente l’ultimo dei suoi pensieri, mentre il ministro affermava questo il suo vice Sileri lasciava una, seppur piccola, speranza dicendo che seppur rimanendo perplesso sulla sicurezza la ripresa del campionato deve passare per stadi a porte chiuse.
Queste notizie venivano battute nel mentre in Francia la vice presidente dell’associazione dei calciatori Sylvain Kastendeuch affermava che sarebbe nettamente “affrettato e pericoloso” ricominciare con il calcio giocato.
Dunque nessuno sembra seguire una direttiva e la mancanza di autorità e guida delle istituzioni mondiali del calcio FIFA e UEFA sembra latitare e navigare nel buio con slogan più aderenti alla settimana enigmistica che volti a trovare una soluzione; proprio ieri il capo ufficio stampa della Lazio Arturo Diconale chiedeva al CONI e al suo presidente Malagò di assumersi la responsabilità e guidare il calcio, ormai unica disciplina ancora in vita, fuori da una cortina nebbiosa dove non si vede la luce del porto.
E i giocatori come la stanno vivendo? Se da una parte i calciatori sono preoccupati dall’altra sono vogliosi di tornare a solcare i campi da gioco ma sempre con la garanzia della sicurezza da infezioni. Proprio oggi la FIFPRO denuncia che questa insicurezza e inattività sta portando depressione tra i calciatori. Dunque tra le istituzioni la parola d’ordine è tornare si ma in sicurezza senza privilegi e rispettando il calendario della Fase 2 questo fa sempre più avvicinare ad un epilogo drammatico che porterà il calcio ad uno stop molto lungo.
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