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Cou, prodezza forse inutile. Pazzo-Principe, questione di gerarchie

La serenità innanzitutto. Leonardo conquista la sua 11esima vittoria in altrettante partite disputate in campionato a San Siro e consolida un secondo posto che ormai sembra inattaccabile, pur in attesa dello scontro diretto del San Paolo domenica prossima.

Con un mirato turn over il tecnico brasiliano porta a casa una bella vittoria contro un avversario temibile e rincuorato da recenti prestazioni di buon livello. A spiccare, rispetto al passato, è l’inserimento tanto atteso di Coutinho, fino a ieri un punto interrogativo dopo le numerose apparizioni durante la gestione Benitez.

FINALMENTE COUTINHO – Era dalla vittoria sul Palermo che il baby brasiliano non disputava una partita partendo dall’inizio. Allora il suo primo tempo fu negativo, tanto da costringere Leonardo a sostituirlo con il fresco arrivo Kharja, dando il via a una rimonta esaltante da 0-2. Da allora, per Coutinho solo una presenza a partita in corso in Champions, nella serata storica di Monaco contro il Bayern. Sul suo conto, da allora, solo speculazioni di mercato che lo vorrebbero in prestito altrove a farsi le ossa la prossima stagione. Ieri Cou non ha convinto al 100%, anzi. I troppi errori e qualche esitazione di troppo lo avevano persino reso destinatario di qualche mugugno da parte del pubblico, che lo aveva sempre sostenuto nella prima fase di stagione. Poi, però, la magnifica punizione che ha allontanato dall’Inter lo spettro della rimonta viola ha cancellato le perplessità. Con questo gioiello, l’ex Vasco da Gama ha ribadito di avere piedi d’oro, anche se ancora gli manca la dovuta confidenza con il gioco europeo, italiano in particolare. Il gol di ieri probabilmente non servirà a evitargli il prestito, ma di certo aumenterà l’interesse e il numero delle pretendenti allo stesso. Ad ogni modo, oltre all’iniezione di fiducia per la prima rete italiana, la punizione che ha beffato Boruc serve anche agli uomini di mercato nerazzurri, che su Coutinho avevano puntato a occhi chiusi e che per questo hanno incassato anche qualche critica.

PAZZINI SCALA LE GERARCHIE. E MILITO… – Gioia Coutinho, conferma Pazzini. Il bomber di Pescia trova la terza rete consecutiva e sale a quota 9 in maglia nerazzurra, 15 in totale in questo campionato. Non ce n’era bisogno, ma anche contro la Fiorentina il Pazzo ha dimostrato di essere un puntero straordinario, si pensi alle tre occasioni che si è costruito prima di superare Boruc con una girata alla Gerd Muller. Questo gol, unito alla buona prestazione, dà forza alle scelte di Leonardo, che lo ha preferito ancore una volta a Milito pur essendo una partita senza troppa pressione. Vedere il Principe in panchina (serenamente, va detto), con il suo alter ego protagonista in zona gol, rappresenta idealmente le idee dell’allenatore, che oggi vede Pazzini centravanti titolare di questa Inter, con l’argentino relegato a un ruolo di comprimario. Il futuro? “Valuteremo”, la risposta di Leo sul tema Milito. Giusto, perché con un passo indietro gerarchico l’argentino potrebbe non essere più convinto di rimanere. Il suo talento e il suo palmares si ribellano di fronte a una prospettiva di centravanti di scorta e Leo stesso se ne rende conto. A fine stagione sia il giocatore sia la società arriveranno a una soluzione che garantisca la reciproca soddisfazione.

MONTOLIVO, ESAME SUPERATO – Ieri Inter-Fiorentina è stata una vetrina importante anche per Montolivo, protagonista di una prestazione positiva e molto propositiva. Forse ringallunzito dall’ipotesi di un trasferimento in nerazzurro, il centrocampista della Nazionale ha tentato di mettersi in mostra e Gilardino ha approfittato della sua vena per dettargli spesso e volentieri il passaggio. In altre parole, Montolivo si è ben presentato a quello che potrebbe essere il suo prossimo pubblico e che magari finora lo aveva osservato con un certo disinteresse.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]

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