Ecco i motivi per cui Douglas Maicon non deve lasciare l’Inter

La scorsa estate doveva essere uno dei sicuri partenti della squadra di massimo Moratti, al tempo allenata da Josè Mourinho. Maicon Douglas Sisenando, accostato al Chelsea, al Manchester City rimase in nerazzurro e dopo un inizio al di sotto dei suoi standard, si è poi rivelato determinante per il triplete. Il brasiliano è cresciuto esponenzialmente soprattutto in Champions League, quando negli anni precedenti non rendeva al meglio, appariva timido, a dispetto di quel rullo compressore ammirato in Serie A. Il Colosso brasiliano, così come tutta l’Inter, ha trasformato la sua timidezza in forza, basti vedere le gare con Chelsea e Barcellona, perfette sia in difesa (quella a Londra fu un capolavoro, così come in Catalogna) ed in attacco, basti vedere il grandissimo gol contro il Barcellona, a termine di un azione stupenda.

Maicon, vuoi per l’eccitazione dei momenti, ha promesso di rimanere in nerazzurro in più di un’occasione: dopo il gol contro la Juventus, forse il più bello dell’annata nerazzurra, ed in aereo dopo la conquista di Madrid. Sono apparse dunque come un fulmine a ciel sereno le parole in conferenza stampa dal ritiro del Brasile, parole che stonano con i proclami d’amore prima citati. Sarà pur vero che ormai i vari Zanetti e Cambiasso , come i vari Del Piero, Totti e Maldini, sono delle mosche bianche , visto che si va sempre più verso la potenza del denaro più dell’attaccamento alla maglia, un costume che ha persino invaso il gentil Principe Diego Milito, scaturito nelle sue spiazzanti dichiarazioni post finale di Champions.

Ma è tanto cambiata pure la strategia societaria nerazzurra di Massimo Moratti. Nessuno è intoccabile e con un’offerta adeguata tutti possono partire. E’ stato così per Ibra, impensabile un suo addio da quell’Inter che tanto dipendeva da lui. Ceduto lo svedese i nerazzurri misero a segno quella grande serie di colpi che hanno portato gioie ai tifosi. Quest’anno potrebbe accadere la stessa cosa per il laterale di Criciúma, valutato tra i 30 ed i 35 milioni, cifra che lo farebbe separare dall’Inter. Ma se per il caso Ibra, Milito ed Eto’o potevano rappresentare l’alternativa giusta ( e per giunta migliore rispetto al Genio stesso), le possibilità di ripetere la scelta vincete con Maicon sembrano essere ridotte, se non proprio quasi inesistente. Branca ha bloccato Matías Aguirregaray, che per carità sarà un prospetto ottimo, saranno indiscusse ed indiscutibili le sue qualità, ma, come ha detto il collega Romano nel suo editoriale, sembra ancora acerbo per i livelli alti del club nerazzurro. Davide Santon ha sempre detto di gradire la fascia sinistra e di fatti, quando nel primo anno, Josè Mourinho lo schierò sulla destra, il Bambino rendeva meno bene rispetto a quando è stato schierato sulla corsia mancina. Capitan Zanetti può ricoprire quel ruolo solo per alcuni scampoli di gara ed in situazioni di emergenza. Nonostante la fibra bionica, il capitano non più percorrere tanti chilometri sulla fascia come 6 o 7 anni fa.

Insomma la cessione di Maicon, conveniente quanto si vuole, nasconde delle insidie non da poco, visto che i terzini destri di livello al mondo non sono tanti e quelli buoni sono bloccati dai loro club di appartenenza. Affidare a dei giovani, pur talentuosi, uno dei punti di forza dell’Inter degli ultimi anni può essere un rischio che la squadra campione d’Europa, decisa ha continuare la sua scia vincente, non può permettersi.

[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]

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