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Empoli-Torino 0-0: l’analisi del match

Lo si sapeva che il Torino in campionato è lontano parente di quello che si è visto in Europa League, quindi alla fine il punto a Empoli è già qualche cosa, almeno questa volta dopo il giovedì europeo i granata non hanno perso come erra sempre accaduto in precedenza durante la fase a gironi. Certo che aver concluso un’altra partita senza segnare rende sempre più preoccupante la situazione e acuisce il problema del gol in casa granata. Dieci reti in quindici partite sono un deficit pesantissimo. Il Torino a Empoli è sceso in campo con l’evidente intento: prima di tutto non prenderle. É ovvio che con un simile atteggiamento al massimo si riesce a pareggiare e buon per i granata che i padroni di casa non hanno trovato la via del gol, pur andandoci vicini con Verdi (39), Tavano (51’) e Puccinelli (86’).

Bovo schierato a centrocampo a fianco di Gazzi, l’evidente consegna di Ventura a El Kaddouri di preoccuparsi prima di tutto di frenare le giocate di Valdifiori, il chiudere tutti gli spazi rallentando il gioco e al più verticalizzare quando se ne fosse presentata l’occasione, le richieste ripetute del mister a Quagliarella di andare a pressare i possessori di palla dell’Empoli, tutto questo aggiunto al lasciare Peres in panchina fin quasi alla fine e a utilizzare due terzini di ruolo come Darmian e Molinaro, che sono in grado di spingere, ma anche di arretrare e contrastare le avanzate degli avversari sono le prove, al di là di ogni ragionevole dubbio, che Ventura temeva che i suoi potessero rischiare troppo se in campo ci fossero stati più giocatori votati alla fase offensiva. Inoltre in due occasioni Martinez, in mezzo all’area, ha avuto la possibilità di andare al tiro (34’ e 79’) con ottime probabilità di segnare, ma è stato troppo lento nel controllare la palla, girarsi e calciare. E in un’altra occasione Bovo (79’ che aveva ricevuto la palla sprecata un secondo prima da Martinez) ha spedito la sfera alle stelle, ciò spiega come il Torino abbia grandissimi problemi a segnare, anche quando è più difficile sbagliare il tiro che indirizzarlo in porta.

L’Empoli dal canto suo poteva fare di più, infatti, più volte Sarri ha invitato i suoi centrocampisti a velocizzare la manovra, soprattutto quando nella prima parte del primo tempo il Torino riusciva a recuperare parecchi palloni in mezzo al campo e poi provava a verticalizzare. Il possesso palla dei padroni di casa è stato schiacciante per tutta la partita: 60 per cento contro il 40 dei granata e oltre tutto si è giocato soprattutto nella metà campo del Torino, che è riuscito a evitare che l’Empoli segnasse anche nell’assalto finale e con Jansson espulso per doppia ammonizione al 90’. Positivo il fatto che i granata spazzassero via la palla, la lezione del derby è stata assimilata, sarebbe stato una beffa eccessiva la sconfitta finale, anche se l’Empoli non avrebbe rubato nulla se avesse vinto.  Oltre a non segnare il Torino non è sembrato capace di trovare più soluzioni quando i padroni di casa chiudevano gli spazi, infatti, quasi esclusivamente si è affidato a provare il giro palla in difesa sperando che l’Empoli avanzasse e non riuscendo a stanarlo si è affidato a palle lunghe nella speranza che Quagliarella o Martinez riuscissero a trovare la giocata vincente, scavalcando di fatto il centrocampo che, soprattutto nella parte finale del primo tempo e nella ripresa, ha giocato ben pochi palloni in fase offensiva. Altra nota dolente del Torino è stata l’effettuare pochi movimenti con i giocatori senza palla finendo per aggredire troppo poco lo spazio e i richiami di Ventura a Martinez e non solo in tal senso non sono mancati. Brava la squadra di Sarri a far cadere in fuorigioco gli attaccanti granata mantenendosi molto alta e facendo muovere con tempismo e in linea i propri difensori, vanificando così le già poche opportunità che capitavano a Quagliarella e Martinez. Meno positivo da parte dell’Empoli non aver ottimizzato a dovere gli inserimenti di Croce sui tagli di Tavano e Maccarone, è vero che veniva sfruttata la maggiore rapidità di Croce rispetto a Maksimovic, ma il riuscire a creare la superiorità numerica non è coinciso con l’andare in gol, anche perché in qualche occasione di troppo Tavano e Maccarone si sono più preoccupati di ricevere palla che non di liberare il compagno per il tiro finale.

Il punto avrà smosso un po’ la classifica, soprattutto ha permesso al Torino di mantenere invariata la distanza di due lunghezze dal Cagliari terz’ultimo, però è un’evidente tamponare la situazione in attesa del mercato di gennaio. Se la società non consegnerà a Ventura almeno tre giocatori, un centrocampista e due attaccanti, di qualità altro che vedersela con l’Athletic Bilbao nei sedicesimi d’Europa League, il Torino dovrà lottare strenuamente per non retrocedere e la Coppa aumenterà solo il rammarico per una stagione che così deludente i tifosi, neppure i più pessimisti, si sognavano negli incubi estivi.

[Elena Rossis – Fonte: www.torinogranata.it]

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