Europe League? No grazie (l’autointervista)

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Anche quest’anno per le italiane in Europa League (ex Coppa UEFA) è stata vita grama. Tutte già fuori tranne il Napoli, che però non lascia presagire nulla di buono. Ma perché l’Italia addirittura dal secolo scorso (1999) non riesce a prevalere in codesta manifestazione?

R. Di certo da una parte la si prende sottogamba, il che lo trovo assurdo, perché, anche se non è prestigiosa come la Champions, è pur sempre una Coppa Europea dove si confrontano grandi squadre. E per squadre come il Palermo o la Sampdoria vincerla equivarrebbe ad un sogno. Poi vi è una certa inadeguatezza dei team a competere al di fuori dei confini nazionali; il che è alquanto strano, visto che il Campionato italiano è il più competitivo al Mondo.

Clamorosa l’eliminazione della Juventus.

R. In effetti non ci sono parole per definire il macello bianconero. Occorreva un misero successo, uno, che non è arrivato. Inspiegabile, se non dagli infortuni e dalle assenze croniche di Aquilani e Quagliarella, non schierabili da regolamento. Certo, il match di Poznan era da rinviare: non era calcio, ma “palla saponata”! Ma non ci si deve aggrappare a niente: la Juve aveva il dovere di passare il turno. Adesso almeno potranno concentrarsi anima e corpo sulla Serie A.

Riusciremo almeno a rifarci in Champions?

R. Confido nel Milan, che ha l’Europa nel sangue. Occhio all’Inter, che, al di là della flessione palesata in queste ultime settimane, rimane un signor team.