Fiorentina-Torino 4-3: dopo “l’altalena”, decide Romulo

8’ Cuadrado, 16’ Aquilani, 33’ Ljajic e Fiorentina-Torino poteva finire nel primo tempo con un perentorio tre a zero per i padroni di casa. Per i granata sarebbe stata una disfatta poiché non erano entrati in campo con l’atteggiamento giusto, infatti, non erano riusciti ad opporsi ai viola e non perché la squadra di Montella qualitativamente è superiore a quella di Ventura, bensì perché non avevano la determinazione a contrastare gli avversari e a parte un tiro di Cerci, finito poco oltre il secondo palo su imbeccata di Meggiorini al 6’, non avevano fatto nulla per impensierire la Fiorentina che era assoluta padrona del campo e del gioco.

Il calcio per fortuna è uno sport che non perdona gli errori e tanto meno quelli commessi per presunzione e così la Fiorentina trovandosi con tre punti senza aver dovuto faticare ha pensato bene di rilassarsi, giudicando il Torino incapace di reagire e concedendo quindi spazi. I granata forse punti nell’orgoglio per una sconfitta che li vedeva colpevoli e senza alibi (troppo elaborato quindi sterile e non abbastanza veloce il possesso palla con gli attaccanti che non effettuavano i movimenti giusti per creare la superiorità numerica nella metà campo viola) hanno trovato la forza di sfruttare la troppa tranquillità dei viola e al 45’ accorciavano le distanze con Barreto servito al limite dell’area da Santana. Questo gol permetteva al Torino di andare al riposo avendo la piccola speranza di poter almeno provare a rimontare disputando un secondo tempo opposto al primo e sperando che la Fiorentina continuasse a ritenersi superiore e quindi non s’impegnasse più di tanto.

Nella ripresa Ventura ha sostituito Gazzi e mandato in campo Basha, la mossa molto probabilmente dettata dal fatto che il centrocampista è diffidato e che domenica prossima ci sarà il derby, quindi preservarlo poteva essere utile poiché è improbabile che Brighi recuperi dall’infortunio per tempo e poiché anche Vives è in diffida (si farà poi ammonire al 82’) a disposizione del mister restano solo Basha e il giovane Bakic, che non ha ancora esordito.

Così come era terminato il secondo tempo è iniziata e proseguita la ripresa: Fiorentina leziosa, poco attenta e forse anche non brillante a causa di una condizione fisica non al top con i centrocampisti, Aquilani, Pizarro e Borja Valero non più perfetti nel dettare il ritmo e impostare il gioco e Torino che si rendeva pericoloso acquistando di minuto in minuto maggiore fiducia nei propri mezzi e dimostrando determinazione. Al 56’ era Santana a ridurre ancora le distanze infondendo nei compagni e nei tifosi al seguito la convinzione che il pareggio non fosse un miraggio e infatti Cerci al 77’ lo siglava. La Fiorentina vedendo sfumare la vittoria si era nel frattempo scossa anche per due tiri uno di Bianchi (74’) e uno di Cerci (76’) che per poco non portavano il Torino in vantaggio. Nel frattempo le squadre si erano allungate e le marcature erano saltate e di conseguenza i ribaltamenti di fronte si susseguivano. Le emozioni non erano ancora finite e il gol che ha determinato l’esito della gara arrivava all’86’ firmato da Romulo. Nei tre minuti di recupero finali c’è stato ancora lo spazio per l’espulsione di Darmian, già ammonito al 32’ per aver fermato Pizarro al limite dell’area, per un fallo su Cuadrado sulla linea laterale che poteva essere evitato se il terzino avesse considerato che il secondo giallo gli avrebbe impedito di giocare il derby. Oltre a questo anche la possibilità nell’ultima azione del match per Vives di regalare il pareggio alla sua squadra in occasione del calcio d’angolo di Cerci che gli ha scodellato una palla perfetta, ma il napoletano non l’ha colpita al meglio mandandola alta sopra la traversa.

Il Torino non può permettersi di andare in campo senza la giusta concentrazione come è accaduto oggi con la Fiorentina, alla salvezza continuano a mancare dei punti, saranno pochi tre-quattro, ma non sono ancora stati conquistati e come dice mister Ventura non ha importanza contro chi saranno fatti, però bisogna assolutamente incamerarli. Affrontare formazioni qualitativamente superiori non può costituire un alibi per arrendersi prima ancora di cominciare, altrimenti si lascia troppo vantaggio agli avversari che se anche durante la partita abbassano la guardia alla fine riescono comunque a portare a casa i tre punti, concedendo al Torino solo l’effimera consolazione di essere riuscito a tener testa per una parte della gara. Non c’è crescita né del gruppo né dei singoli se non si dà tutto in campo dal primo all’ultimo secondo. Sei punti dal Siena e sette dal Palermo e dal Genoa sono un buon margine di sicurezza che però può assottigliarsi ulteriormente poiché i prossimi avversari saranno Juventus e Milan. Il Torino non sta ancora rischiando di finire nella zona rossa della classifica, ma di giornata in giornata rende meno positiva la sua stagione poiché non riesce ad avere un rendimento continuo nell’arco delle singole partite e troppo spesso sciupa la possibilità di giocare alla pari, almeno sul piano della determinazione, con gli avversari.

Lo spirito Toro è quello che si è visto nel secondo tempo con la Fiorentina non quello dei primi trentatre minuti, se con Juventus e Milan i granata scenderanno in campo come nel primo tempo con i viola sarà una disfatta e termineranno il ciclo di fuoco (Roma, Fiorentina, Juventus e Milan) con zero punti correndo il rischio nelle ultime tre gare (Genoa, Chievo e Catania) di doversi guardare alle spalle perché incalzati da chi cerca di non finire in serie B e compromettendo la gran parte del campionato che li aveva visti sempre a buona distanza dalla zona più pericolosa della classifica. Per il bene del Torino bisogna fare pochi applausi per il tentativo di rimonta nei confronti della Fiorentina, è meglio sottolineare la pochezza dei primi trentatre minuti in modo che serva da monito per il futuro.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

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