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Florentino Perez: “La Superlega esiste ancora, ci lavoriamo da anni”

Le parole del presidente del Real Madrid nel corso di una lunga intervista rilasciata al quotidiano spagnolo AS.

MADRID – Florentino Perez, presidente del Real Madrid, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo AS parlando nuovamente della Superlega. Queste le sue parole: “La Superlega esiste e anche i partner che la compongono. Quello che abbiamo fatto è stato concederci qualche settimana di pausa per riflettere sul modo in cui alcune persone, che non vogliono perdere i loro privilegi, hanno manipolato il progetto. Non mi pento di quello che abbiamo fatto e di come lo abbiamo fatto. Tanto la reazione di quei pochi privilegiati sarebbe stata la stessa”, dice il presidente del Real Madrid. “Già a gennaio Ceferin ci avvertì severamente. Volevamo discutere i dettagli con la UEFA, ma non ci hanno nemmeno dato il tempo. È stata una grande opera di manipolazione, non ho mai visto niente di simile. Siamo stati costretti ad andare in tribunale, che ha emesso un provvedimento precauzionale che dice tutto. Ordina alla UEFA e alla FIFA, nonché alle leghe e alle Federazioni nazionali, di astenersi dall’adottare qualsiasi tipo di azione che impedisca la nascita della Superlega. A mio parere, questa sentenza pone fine al monopolio dell’UEFA. Ma anche se è stata emessa martedì, mercoledì Ceferin ha continuato a minacciare. Le sue azioni vanno contro la libera concorrenza nell’Unione europea, e questo è qualcosa di molto grave”.

Florentino Perez ha, poi, aggiunto: “Non è vero che va contro i campionati nazionali, né che è un sistema non meritocratico o esclusivo. È stato tutto manipolato. È il progetto migliore possibile ed è stato studiato per aiutare il calcio ad uscire dalla crisi. Il calcio è gravemente malato perché l’economia sta affondando e dobbiamo adattarci ai tempi che corrono. Noi puntiamo a far arrivare più soldi per tutto il sistema. E penso che la nuova riforma UEFA non risolva il problema perché non migliorerà la situazione esistente. Inoltre, non possiamo aspettare fino al 2024. Ma noi abbiamo fatto qualcosa di sbagliato… Qualcosa va fatto perché i giovani, tra i 14 e i 24 anni, abbandonano il calcio perché annoia di più rispetto ad altre forme di divertimento. Ci sono 4 miliardi di tifosi di calcio in tutto il mondo e la metà di loro sostiene i club della Superlega. Il calcio è l’unico sport mondiale”.

“Stiamo lavorando a questo progetto da tre anni e lo abbiamo studiato bene. Il piano è pensato per ritrovare l’interesse dei tifosi, e questo porterà più soldi a tutti: club grandi, medi e piccoli. La chiave è riconquistare l’interesse dei tifosi, far vedere più partite tra i Messi e i Cristiano Ronaldo di oggi e domani. Real Madrid-Barcellona ha fermato il mondo. Ebbene, tutto il denaro che genera va a beneficio di tutti i campionati e tutti i club. Nel caso del Bayern, è in corso un cambiamento nella sua gestione; il PSG lo avremmo incluso in seguito. Il gruppo di dodici club lavorava da molti anni. Ma sarebbero stati invitati entrambi. ‘è bisogno di una competizione stabile, con un rigoroso Fair-Play Finanziario, che funzioni e che ti permetta di competere da pari a pari e che non avvantaggi i club controllati da uno Stato. Il Real Madrid, ad esempio, ha solo tre fonti di reddito: biglietti, televisione e sponsor. E ora sono ancora più preoccupato, perché il presidente dell’UEFA ha appena detto ‘Dobbiamo proteggere le persone che sostengono finanziariamente i loro club, con passione e amore’. Qualcuno mi spieghi come il Real, che è un club che appartiene ai soci, possa competere con un club-stato”.

“Ciò si riflette nell’accordo vincolante della Superlega. Ora bisogna fare uno sforzo e spiegare il progetto alle persone. Vogliamo fare la stessa cosa che avviene nel basket con l’Eurolega. Ma ogni volta che si vuole apportare un cambiamento, che sia pure positivo, la prima reazione è quella del rifiuto. La stessa cosa è successa quando sono nati i campionati nazionali in un momento in cui si giocavano solo i campionati regionali, e ovviamente quando è nata la Coppa dei Campioni nel 1955. Ma i tempi cambiano e le persone e il mondo si evolvono, bisogna adeguarsi di conseguenza. Non solo è necessario, è anche conveniente. Dobbiamo farlo il più velocemente possibile, ma prima bisogna spiegare il progetto a persone in buona fede, che sono state manipolate da chi non aveva altro obiettivo che difendere i propri privilegi. Si sbagliano se pensano che abbia agito per il loro bene”.

Alessio Evangelista
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Alessio Evangelista

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